Dipende dal tipo di approccio al testo, se scientifico o fondamentalista. Chi ritiene che dalla prima all'ultima pagina della Bibbia ci sia la stessa teologia e le stesse concezioni è una persona che nella vita non troverà che vicoli ciechi e contraddizioni. Non ci si può aspettare la stessa antropologia in libri che abbracciano un arco di tempo di secoli. Già il fatto che tu parli di queste faccende in termini di trovare “prove pro o contro” mi fa pensare che consideri la Bibbia come una specie di prontuario di versetti, e che dunque l'esegesi di confronto tra cattolici e TdG dovrebbe consistere in: "io ho trovato un versetto", "io ne ho trovati altri due che dicono l'opposto". Se è questo il confronto ne faccio volentieri a meno. Il mito del "dato" e del "testo neutro" in sé che prescinde dal lettore è ancora troppo radicato.
Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)