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La volontà del paziente non vincola

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2006 22:03
01/06/2006 00:18
 
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Fonte:
Il Sole 24 ORE - SANITA'
LAVORO & PROFESSIONE
settimanale, 30 maggio 2006



Riporto il testo integralmente perchè la fotocopia dell'articolo in mio possesso non mi permette una scansione sufficientemente chiara per essere letta.


La Cassazione penale respinge il ricorso di un ginecologo che non aveva trasfuso una testimone di Geova

La volontà del paziente non vincola

Se il malato è incosciente il medico deve ignorare il rifiuto delle cure: non è “contrattuale”.
Una recentissima sentenza della quarta sezione penale della Cassazione (udienza 19 gennaio, deposito 18 maggio) affronta, tra gli altri temi, una situazione mai esaminata in sede di legittimità: il caso di una paziente, ricoverata in vista del parto in un reparto di ostetricia, che, in quanto testimone di Geova, aveva vietato qualsiasi tipo di intervento medico sulla propria persona che prevedesse infusione di sangue.
La vicenda processuale riguardava la morte del neonato e della madre, attribuite a condotta colposa del ginecologo che aveva seguito il parto, cui veniva imputato sia di non aver colto gli evidenti segni di sofferenza fetale e di non essere intervenuto prontamente, praticando il cesareo o ricorrendo a farmaci per accelerare il parto (il piccolo decedeva così per asfissia acuta intrauterina), sia di avere omesso di intervenire ai primi segni di un’emorragia manifestatasi nella madre dopo il parto e divenuta poi imponente: il medico non aveva né asportato il cotiledone della placenta, causa dell’emorragia e della morte della donna, né era prontamente intervenuto con l’infusione di plasma (né aveva somministrato medicinali a effetto coagulante o effettuato un tamponamento intrauterino o eseguito l’isterectomia).
La Corte d’appello, confermando la condanna di primo grado, aveva rilevato come l’appartenenza religiosa della donna fosse stata segnalata dal marito, che aveva consegnato a un’infermiera un tesserino, a presumibile firma della paziente, sul quale quest’ultima aveva vietato interventi trasfusionali anche in caso di pericolo di vita. Per la Corte, tale segnalazione era irrilevante, atteso lo stato di incoscienza della donna, che aveva privato quella determinazione del necessario requisito dell’attualità del dissenso: lo stato di incoscienza non aveva consentito alla paziente di essere correttamente informata della situazione e della necessità della trasfusione.
La Cassazione – investita anche di questa questione con il,ricorso del ginecologo, secondo cui erroneamente i giudici di appello avevano negato rilevanza discriminante al dissenso manifestato sulla terapia trasfusionale – ha ritenuto infondata la censura. Rigettando anche sotto gli altri profili l’impugnazione relativa alla morte della madre, ma accogliendo il ricorso in relazione alla colpa nella morte del bambino, ritenendo non adeguatamente motivata la condanna del medico per tale fatto.
Per la Suprema Corte, come stabilito nella sentenza di appello, doveva ritenersi “incoerente” il richiamo, da parte del medico, alla fede religiosa della vittima per giustificare l’omesso intervento trasfusione. “Correttamente – si spiega – a tale proposito i giudici dell’impugnazione hanno non solo richiamato il grave stato di necessità, che imponeva al sanitario il ricorso a qualsiasi intervento terapeutico necessario per salvare la vita della paziente, ma anche l’impossibilità di poter trarre, dal tesserino consegnato dal marito, la conferma attuale della decisione della donna, in stato di incoscienza, di rifiutare il trattamento terapeutico necessario a salvarle la vita”.
Dalla lettura della decisione sembra doversi concludere che, secondo Cassazione, il sanitario non deve tenere in conto il documento da cui risulti il rifiuto del paziente di pratiche trasfusionali anche se in caso di necessità e urgenza, e ciò per due ragioni: sia perché ricorre una situazione di stato di necessità, che “imporrebbe” l’esecuzione dell’atto di trasfusione; sia perché, comunque, il dissenso precedentemente espresso dal paziente non può vincolare il medico, essendo una manifestazione di volontà sprovvista dell’indispensabile requisito dell’attualità.


Gianfranco Iadecola*


di spalla a sx:

Tra Ippocrate e libertà di scelta

Non vale niente il tesserino del testimone di Geova che proclama il suo “no” all’infusione di plasma nel caso non potesse più essere cosciente per dirlo.
La Cassazione penale è chiarissima: il medico è tenuto a fare il possibile per salvarlo, perché il dissenso non è “attuale”. La sentenza mette il dito nella piaga di un dibattito apertissimo. Quello sulla difficoltà di “validare” per il futuro le proprie volontà in un testamento biologico. Sulla libertà di scegliere in anticipo come essere curati e come morire. Senza che i medici siano considerati assassini. Con buona pace di Ippocrate. (M.Per.)


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Ciao [SM=x570892]

Bruno

*Sostituto Procuratore Generale Corte di Cassazione
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Re:

Sembra che i giudici si stiano svegliando [SM=x570886]

Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
02/06/2006 15:11
 
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Questa è una copia del documento di dichiarazione di volontà di un tdG di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario che richieda l'uso di sangue intero o dei suoi componenti principali.

DICHIARAZIONE DI VOLONTA'


Io sottoscritt__ ________________________________________________________________

nat__ a ____________________________________ il______________________ e residente a _______________________________________________________
degente presso codesto ospedale/clinica________________________________________________

___________________________________________ dal _______________________


nel pieno possesso delle mie facoltà mentali

d i c h i a r o

di essere Testimone di Geova e di avere profondo rispetto per il principio della santità del sangue e per il conseguente comando contenuto nella Bibbia di astenersi dal sangue e di non nutrirsene (Atti 15:28, 29; 21:25);

di rifiutare categoricamente qualsiasi trattamento sanitario che richieda l'uso di sangue intero o dei suoi componenti principali come globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e plasma, somministrati in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo e tale mio rifiuto circa il sangue è assoluto, definitivo e valido in ogni circostanza, anche di fronte al pericolo di vita e in assenza di metodiche alternative;

di non acconsentire che il mio sangue venga prelevato prima dell'intervento, conservato e quindi utilizzato (predeposito);

di accettare / rifiutare la somministrazione dì albumina; *

di accettare / rifiutare la somministrazione di immunoglobuline; *

di accettare / rifiutare la somministrazione di Eritropoietina umana ricombinante; *

di autorizzare / non autorizzare i medici a utilizzare nel mio caso il separatore cellulare, la macchina per il recupero intra o postoperatorio del mio stesso sangue senza interruzione del circolo.*

* Cancellare l'opzione che non interessa

Sono altresì a conoscenza che: a) il Decreto del Ministero della Sanità del 25/01/2001, art. 12, dopo aver affermato che "il ricevente la trasfusione di sangue o di emocomponenti e/o la somministrazione di emoderivati, preventivamente informato che tali procedure possono non essere comunque esenti da rischi" , stabilisce il principio che il paziente "è tenuto ad esprimere per iscritto il proprio consenso o dissenso"; b) per l'accertamento di alcune malattie mortali trasmissibili mediante il sangue, come ad esempio l'AIDS e le epatiti, non esistono test sicuri.

Ritengo utile menzionare che sia i principi costituzionali (artt. 13, 19, 32), che la normativa attualmente in vigore (artt. 610 e 613 del codice penale; art. 14, ultimo comma, del D.P.R. del 27/3/1969, n. 128; art. 1, Legge 13/5/1978, n. 180; art. 33, Legge 23/12/1978, n. 833; art. 116, 3° comma , del Nuovo codice della strada) tutelano il diritto del paziente di rifiutare determinati trattamenti sanitari, come affermato anche dalla Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 5639 del 13/5/1992, che sostiene " il principio del libero consenso, a cui ogni regola in tema di trattamento terapeutico deve soggiacere".

In considerazione di quanto sopra dichiarato e menzionato, chiedo ai medici ed al personale sanitario di fare tutto il possibile per mantenermi in vita e ricondurmi in buona salute, nel pieno rispetto della mia espressa ed inequivocabile volontà, nonché dei diritti fondamentali dell'individuo, come garantiti dalla Costituzione e dalla legge.

Sono consapevole di assumermi ogni responsabilità per la decisione espressa con la presente dichiarazione di volontà, da considerare irrevocabile anche in circostanze estreme dati i profondi convincimenti su cui si fonda.

Esonero tutto il personale (chirurgo, anestesista, medico e l'amministrazione dell'ospedale) da ogni responsabilità che eventualmente ne derivi.

Inoltre, autorizzo il medico a trasmettere informazioni inerenti il mio stato di salute

durante la degenza al Sig./ai Sigg._______________________________________________________

Data______________________ Firma del paziente __________________________________________


Ho letto attentamente la suddetta dichiarazione e la confermo in ogni sua parte ribadendo la mia irremovibile volontà di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario che richieda l'uso di sangue intero o dei suoi componenti principali come globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e plasma anche se questi fossero considerati necessari e urgenti. Ciò anche se, prima o durante l'intervento chirurgico, venissi a trovarmi in stato di incoscienza ed anche se dovessero insorgere situazioni precedentemente impreviste e/o imprevedibili. Questa mia scelta non può e non deve essere considerata in alcun caso legata a circostanze o motivi di opportunità o contingenti, bensì determinata da profondi convincimenti, circa i valori della vita e della fede, che non mutano neanche in caso di grave e imminente pericolo di vita.


Data ______________________ Firma del paziente ___________________________________


________________________________________________________________________________
1° Testimone (nome e cognome) (telefono)


________________________________________________________________________________
(data) (firma)

_________________________________________________________________________________
2° Testimone (nome e cognome) (telefono)

_________________________________________________________________________________
(data) (firma)






Ciao [SM=x570892]


Bruno
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ciao Bruno
nella DICHIARAZIONE DI VOLONTA' è precisato
" nel pieno possesso delle mie facoltà mentali", pieno possesso di cui abbiamo la "certezza" all'atto della sottoscrizione ma non per periodi successivi e non certo in caso di incoscienza.
E' importante che venga fatta valere l'attualità del dissenso,
Siria [SM=x570892]
02/06/2006 19:10
 
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Re:
Pur non essendo più tdg trovo grave questa sentenza. È mio diritto decidere a quale trattamento sottopormi e quale rifiutare.

Quando la dichiarazione di volontà non esprimeva più la mia volontà ho semplicemente smesso di portarmelo appresso e l'ho buttato. Se me lo si trova addosso, anche se sono incosciente, vorrei essere considerato tanto intelligente e in pieno possesso delle mie facoltà mentale da sapere che lo avevo con me e di aver deciso deliberatamente portato con me.

Un abbraccio
Raf


Scritto da: irias 02/06/2006 17.50
ciao Bruno
nella DICHIARAZIONE DI VOLONTA' è precisato
" nel pieno possesso delle mie facoltà mentali", pieno possesso di cui abbiamo la "certezza" all'atto della sottoscrizione ma non per periodi successivi e non certo in caso di incoscienza.
E' importante che venga fatta valere l'attualità del dissenso,
Siria [SM=x570892]

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ciao Raffaello,
permettimi una domanda:

come fai ad essere sicuro che di fronte alla elevata probabilità di morire saresti ancora della stessa opinione?

Siria
02/06/2006 20:14
 
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Re:
ciao Irias,

non ne sono sicuro, ma se sono incosciente come fai ad essere sicuro che non ne sono sicuro? :-)


Scritto da: irias 02/06/2006 19.40
ciao Raffaello,
permettimi una domanda:

come fai ad essere sicuro che di fronte alla elevata probabilità di morire saresti ancora della stessa opinione?

Siria

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Immagina allora di poterti osservare dall'esterno mentre sei su un lettino operatorio, puoi essere sicuro che trovandoti in una situazione simile non avresti cambiato idea? Se fossi cosciente non ci sarebbero problemi, è questo il dilemma, è impossibile sapere, davanti alla minacca della morte, che cosa faccia l'istinto di sopravvivenza.
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
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Re:
Appunto, ma visto che è impossibile sapere, può anche darsi che io rimanga fermo nella mia decisione. come in alcuni casi è successo.

E visto che l'unica cosa certa è che io ho espresso la mia decisione per iscritto e che l'avevo con me, in base a cosa ritieni che non sia più valida?

Io non sono nè notaio nè avvocato ma allora per un testamento redatto anni prima della morte? potrei dire la stessa cosa o sbaglio? Chi me lo dice che quelle siano ancora le volontà del deceduto?

Pensa a quella signora che ha lasciato in eredità non so quanti soldi al su cane... non mi sembra che qualcuno abbia invalidato il suo testamente per quanto effettivamente qualche dubbio potesse venire sull'effettiva sanità di mente...




Scritto da: Polymetis 02/06/2006 20.19
Immagina allora di poterti osservare dall'esterno mentre sei su un lettino operatorio, puoi essere sicuro che trovandoti in una situazione simile non avresti cambiato idea? Se fossi cosciente non ci sarebbero problemi, è questo il dilemma, è impossibile sapere, davanti alla minacca della morte, che cosa faccia l'istinto di sopravvivenza.

[Modificato da Raffaello.72 02/06/2006 20.59]

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ciao Raffaello
dici

Io non sono nè notaio nè avvocato ma allora per un testamento redatto anni prima della morte? potrei dire la stessa cosa o sbaglio? Chi me lo dice che quelle siano ancora le volontà del deceduto?


R. Il fatto che finchè è stato in possesso della piena capacità di intendere e di volere non lo abbia modificato.

Diversa la situazione nel caso riportato da Bruno dove, per la paziente TdG, era sopraggiunta una nuova situazione (pericolo di vita) suscettibile di revocare il suo dissenso.
Essendo il soggetto incosciente è vero che rimango nel dubbio ma, è meglio rimanere nel dubbio che essere incolpati (nel caso di morte della persona da sottoporre a trattamento medico o chirurgico) di omicidio colposo [SM=g27811]
... o no?
ciao Siria [SM=x570892]
03/06/2006 01:23
 
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Re:
ciao Siria :-)

hai cambiato registro [SM=x570874] [SM=g27824]

presenti la cosa come se per la paziente la situazione di pericolo sia stata improvvisa e quindi assolutamente mai considerata...bè il tesserino si fa proprio per quello, per quelle situazioni, situazioni nelle quali per qualsiasi motivo si sia nell'impossibilità di spiegare il proprio rifiuto del sangue cosicchè il tesserino sostituisca le proprie parole (anche incaso di pericolo di vita, come per altro citato nel tesserino).

Il testimone compila il tesserino proprio pensando a quelle eventualità, per cui non è una situazione nuova nè inaspettata, ogni tdg è periodicamente addestrato, o dovrebbe, ad affrontarla e ogni anno si deve compilare il tesserino dopo aver meditato in preghiera sulle proprie motivazioni e sulle possibili conseguenze.

Il discorso di essere accusato di omicidio o omissione è un altro discorso in cui non entro. Io mi riferisco alla volontà del paziente rispettata o meno.

Quindi rimanere nel dubbio che essere incolpati di omicidio non c'entra con la tematica sollevata, non mi riferivo a questo ma:

nel dubbio se rispettare o meno la volontà del paziente.

il tdg ha compilato il tesserino nel pieno possesso delle sue capacità in previsione di quando possa non esserne più in possesso (perdita di coscienza,coma ecc.) e quindi il tesserino dovrebbe sostituire la sua capacità di intendere e volere in quei momenti, al punto tale che ci sono tdg incaricati (elencati dal tdg firmatario nel tesserino) che hanno come funzione anche quella di far rispettare la volontà del tdg firmatario.

Come se il divieto di assumere sangue fosse per i tdg sindacabile nel caso di pericolo di vita o una questione di coscienza, bè non lo è. tutti sanno le conseguenze di quel tesserino. Se uno decide di portarlo sa benissimo quali conseguenze può subire. Io anche quando ero i tdg nell'ultimo periodo non lo portavo perchè non rispettava più la mia volontà.

Un abbraccio
Ciao Siria [SM=x570890]



Scritto da: irias 03/06/2006 0.19
ciao Raffaello
dici

Io non sono nè notaio nè avvocato ma allora per un testamento redatto anni prima della morte? potrei dire la stessa cosa o sbaglio? Chi me lo dice che quelle siano ancora le volontà del deceduto?



R. Il fatto che finchè è stato in possesso della piena capacità di intendere e di volere non lo abbia modificato.

Diversa la situazione nel caso riportato da Bruno dove, per la paziente TdG, era sopraggiunta una nuova situazione (pericolo di vita) suscettibile di revocare il suo dissenso.
Essendo il soggetto incosciente è vero che rimango nel dubbio ma, è meglio rimanere nel dubbio che essere incolpati (nel caso di morte della persona da sottoporre a trattamento medico o chirurgico) di omicidio colposo [SM=g27811]
... o no?
ciao Siria [SM=x570892]

[Modificato da Raffaello.72 03/06/2006 1.24]

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03/06/2006 20:57
 
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"Appunto, ma visto che è impossibile sapere, può anche darsi che io rimanga fermo nella mia decisione. come in alcuni casi è successo."

Si applica il principio tuzioristico. Non sappiamo se avresti cambiato idea o no, dunque meglio andare sul sicuro e scegliere la vita. In dubio pro reo dicevano i latini, qui si ha qualcosa di simile.

"Il testimone compila il tesserino proprio pensando a quelle eventualità, per cui non è una situazione nuova nè inaspettata"

Prospettarsi un fatto è una cosa, trovarsi in quel fatto è un'altra.
Ci sono diversi TdG che coscienti e in pericolo di vita hanno accettato la trasfusione per sé o i figli.
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03/06/2006 23:20
 
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ciao Raffaello, [SM=x570892]
dici

e quindi il tesserino dovrebbe(sottolineatura mia) sostituire la sua capacità di intendere e volere in quei momenti

Se usi dovrebbe non sei sicuro che sia così.
E poi, come può una dichiarazione di volontà sostituire una qualità dell'individuo?

Ho parlato di omicidio colposo perchè nel caso in questione viene giudicato l'operato del medico.

Al riguardo voglio sottolineare che ogni trattamento medico (tranne i casi di trattamenti sanitari obbligatori) deve essere previamente consentito (consenso informato), questo nel rispetto della Costituzione italiana (artt. 2,13 e 32) e dell'art. 32 del Codice deontologico.

Tra l'altro la Corte di cassazione civile con sentenza n. 7027/2001 ha affermato che: " il consenso deve essere frutto di un rapporto reale e non solo apparente tra medico e paziente, in cui il sanitario è tenuto a raccogliere un'adesione effettiva e partecipata, non solo cartacea, all'intervento"

Quindi esistono al riguardo norme giuridiche che vanno rispettate anche in una situazione in cui " l'unica certezza è il dubbio"
ciao Siria [SM=x570865]
03/06/2006 23:58
 
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«Dio non ha mai giustificato determinazioni che proibiscono l'uso del sangue. È un'invenzione degli uomini che, come i farisei, non prendevano in considerazione la misericordia e l'amore di Geova. Servire Geova con tutta la nostra mente significa non escludere il nostro intendimento, specialmente se si tratta di una vita». — Consolazione (ed. olandese) del 1/9/1945, p. 29.


Ciao [SM=x570892]

Bruno
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05/06/2006 16:26
 
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La difficile posizione dei sanitari
Leggendo quest'articolo che mi riporta indietro nel tempo, ributtandomi a capofitto nei drammi vissuti da tante persone come me, viene spontaneo fare una considerazione.
La difficile posizione in cui si vengono a trovare gli operatori sanitari quando devono intervenire sui casi di degenti TDG, pensando che professionalmente e più di tutti umanamente i medici sono là tentando tutte le strade per salvare la vita umana.
Mettiamoci per un momento nei loro panni, quando si tratta di decidere della vita di un TDG hanno: il diniego del paziente, nell'ipotesi di non essere nelle piene capacità momentanee di dire la sua il paziente TDG è in possesso di un tesserino di non trasfusione, firmato e controfirmato da sorveglianti o anziani insomma il cosiddetto Comitato Sanitario geovista del caso, che acquista senza dubbio un valore morale e non so fino a che punto giuridico.
Nello stesso cartellino si chiede esplicitamente a coloro dei sanitari che lo leggono di far intervenire i suddetti "padrini del sangue" con tanto di indirizzo e numero di cellulare.
In questa fase quei TDG nominativi del tesserino acquistano il ruolo di unici referenti del malato al di sopra di moglie, marito figli e genitori se questi non sono Soci della Torre di Guardia.
Il tiro alla fune che si sviluppa in questi casi porta via del tempo prezioso oltre che estenuare i mlalcapitatai medici, costretti a muoversi tra il fanatismo, l'etica professionale e procedure giuridiche che in certi momenti sembrano di una lungaggine esasperante.
Se poi nel frattempo le cose vanno male proprio perchè il malato non è stato trasfuso in tempo allora questi sanitari vengono addirittura accusati dagli stessi TDG.
Tutto ciò è pazzesco e incredibile.
Insomma i medici si trovano comunque vada tra due fuochi, ma chi si scotta è proprio il medico.
Daniela47
05/06/2006 16:51
 
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Non mi risulta che i TdG denuncino medici che hanno rispettato la loro volontà se il paziente muore...Questa è la prima volta che la sento. E' successo?????
Antonella
Antonella

"Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera."
(S. Quasimodo)
05/06/2006 17:49
 
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Re:
Ragazzi.. stiamo facendo un po' di confusione: la dichiarazione di volontà trascritta da Bruno non è quella che i TdG si portano sempre appresso. Quella citata da Bruno è sempre vincolante per il medico e viene sottoscritta davanti a testimoni e davanti al medico della clinica presso la quale il TdG viene ricoverato e riveste la caratteristica di "attualità". La dichiarazine di volontà che i TdG si portano appresso che è quella di cui parla l'articolo in questione e a cui si riferisce la sentenza di Cassazione è leggermente diversa ed è quella che non riveste la caratteristica di "attualità" perchè non compilata o sottoscritta prima di una specifica operazione.
Premesso che dal dibattimento è emerso un comportamento negligente del medico indipendente dalla questione del sangue che può aver indirizzato la Cassazione verso questa specifica sentenza, è innegabile che per i medici la questione del rispetto della volontà di un paziente di rifiutare una trasfusione di sangue sia molto difficile per motivi giuridici, professionali e umani.
Ma non è costringendo un TdG contro la sua volontà, rendendolo oggetto di violenza fisica, psicologica e quindi emotiva, che si risolvere il problema. [SM=g27829]

[Modificato da solitary man 05/06/2006 17.56]

05/06/2006 19:22
 
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solitary man ha scritto:

Ragazzi.. stiamo facendo un po' di confusione: la dichiarazione di volontà trascritta da Bruno non è quella che i TdG si portano sempre appresso. Quella citata da Bruno è sempre vincolante per il medico e viene sottoscritta davanti a testimoni e davanti al medico della clinica presso la quale il TdG viene ricoverato e riveste la caratteristica di "attualità". La dichiarazine di volontà che i TdG si portano appresso che è quella di cui parla l'articolo in questione e a cui si riferisce la sentenza di Cassazione è leggermente diversa ed è quella che non riveste la caratteristica di "attualità" perchè non compilata o sottoscritta prima di una specifica operazione.

Il "tesserino" che i TdG portano sempre con sé è questo:



Premesso che dal dibattimento è emerso un comportamento negligente del medico indipendente dalla questione del sangue che può aver indirizzato la Cassazione verso questa specifica sentenza...

La Cassazione ha condannato il medico perché questi avrebbe dovuto intervenire, trasfondendo la paziente, nonostante il rifiuto espresso nel "tesserino" ("Dichiarazione di volontà"):

«...Rigettando anche sotto gli altri profili l’impugnazione relativa alla morte della madre, ma accogliendo il ricorso in relazione alla colpa nella morte del bambino, ritenendo non adeguatamente motivata la condanna del medico per tale fatto.
Per la Suprema Corte, come stabilito nella sentenza di appello, doveva ritenersi “incoerente” il richiamo, da parte del medico, alla fede religiosa della vittima per giustificare l’omesso intervento trasfusione. “Correttamente – si spiega – a tale proposito i giudici dell’impugnazione hanno non solo richiamato il grave stato di necessità, che imponeva al sanitario il ricorso a qualsiasi intervento terapeutico necessario per salvare la vita della paziente, ma anche l’impossibilità di poter trarre, dal tesserino consegnato dal marito, la conferma attuale della decisione della donna, in stato di incoscienza, di rifiutare il trattamento terapeutico necessario a salvarle la vita”.
Dalla lettura della decisione sembra doversi concludere che, secondo Cassazione, il sanitario non deve tenere in conto il documento da cui risulti il rifiuto del paziente di pratiche trasfusionali anche se in caso di necessità e urgenza, e ciò per due ragioni: sia perché ricorre una situazione di stato di necessità, che “imporrebbe” l’esecuzione dell’atto di trasfusione; sia perché, comunque, il dissenso precedentemente espresso dal paziente non può vincolare il medico, essendo una manifestazione di volontà sprovvista dell’indispensabile requisito dell’attualità...».

Il medico è stato negligente perché non ha trasfuso. E ha cercato di giustificarsi facendo riferimento al succitato documento. Solo che per la Cassazione questo "documento" non è vincolante.

Ciao
Achille
05/06/2006 19:32
 
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Re:

Scritto da: Achille Lorenzi 05/06/2006 19.22


Il medico è stato negligente perché non ha trasfuso. E ha cercato di giustificarsi facendo riferimento al succitato documento. Solo che per la Cassazione questo "documento" non è vincolante.

Ciao
Achille



La sentenza però imputa un comportamento generalmente negligente da parte del medico, cui la mancata trasfusione è stata solo l'ultima delle negligenze ma usata dalla parte convenuta come motivazione del suo comportamento, per questo ho detto l'espressione che tu hai quotato:

La vicenda processuale riguardava la morte del neonato e della madre, attribuite a condotta colposa del ginecologo che aveva seguito il parto, cui veniva imputato sia di non aver colto gli evidenti segni di sofferenza fetale e di non essere intervenuto prontamente, praticando il cesareo o ricorrendo a farmaci per accelerare il parto (il piccolo decedeva così per asfissia acuta intrauterina), sia di avere omesso di intervenire ai primi segni di un’emorragia manifestatasi nella madre dopo il parto e divenuta poi imponente: il medico non aveva né asportato il cotiledone della placenta, causa dell’emorragia e della morte della donna, né era prontamente intervenuto con l’infusione di plasma (né aveva somministrato medicinali a effetto coagulante o effettuato un tamponamento intrauterino o eseguito l’isterectomia).

ciao [SM=g27817]
10/06/2006 22:12
 
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Re:
Ciao Siria [SM=g27823]

scrivo "dovrebbe" perchè ha causa delle decisioni dei medici/giudici non si può mai sapere se questo tesserino venga considerato come sostituto della volontà espressa del paziente anche se ritengo "dovrebbe" essere così.

Vorrei però farti riflettere che il mio intervento è nato proprio per far risaltare quello che io considero una violenza, ovvero che se un paziente esprime un una ferma volontà in merito ad un trattamento questa non venga considerata tale. E il tuo intervento mi conferma questo.

Se io esprimo una decisione in merito ad una scelta terapeutica e metto per iscritto tale decisione affinchè qualora non possa esprimere un'adesione effettiva e partecipata perchè impossibilitato dalla mia situazione fisica desidero che venga tutelata e rispettata e non che ci si faccia sorgere dubbi che con tutta l'evidenza non esistono se non nella testa del giudice e/o medico di turno.

Poi posso capire che ci sia una forma di antipatia verso questo argomento ma mi sembra molto semplice. Non voglio un trattamento. Punto. Per sicurezza te lo scrivo anche così se mi trovi in coma sai come la penso. Se me lo trovi addosso vuol dire che ho deciso di portarmelo e per cui rappresenta la mia volontà. E pertanto gradisco che la si rispetti.

La mia perplessita nasce dal fatto che non mi sembra che la legge mi tuteli sotto questo aspetto e non lo trovo corretto.

Che poi sia il rifiuto del sangue o di qualsiasi altra terapia medica non cambia le cose.

È vero che lacuni tdG hanno cambiato idea all'ultimo momento... ma cosa significa? Ma è anche vero che ci sono molti più casi in cui non hanno cambiato idea. "Nel dubbio" mi attengo a quello che trovo scritto.

Grazie per la tua disponibilità al confronto.

ti abbraccio [SM=x570890]

Raf [SM=g27823]


Scritto da: irias 03/06/2006 23.20
ciao Raffaello, [SM=x570892]
dici

e quindi il tesserino dovrebbe(sottolineatura mia) sostituire la sua capacità di intendere e volere in quei momenti


Se usi dovrebbe non sei sicuro che sia così.
E poi, come può una dichiarazione di volontà sostituire una qualità dell'individuo?

Ho parlato di omicidio colposo perchè nel caso in questione viene giudicato l'operato del medico.

Al riguardo voglio sottolineare che ogni trattamento medico (tranne i casi di trattamenti sanitari obbligatori) deve essere previamente consentito (consenso informato), questo nel rispetto della Costituzione italiana (artt. 2,13 e 32) e dell'art. 32 del Codice deontologico.

Tra l'altro la Corte di cassazione civile con sentenza n. 7027/2001 ha affermato che: " il consenso deve essere frutto di un rapporto reale e non solo apparente tra medico e paziente, in cui il sanitario è tenuto a raccogliere un'adesione effettiva e partecipata, non solo cartacea, all'intervento"

Quindi esistono al riguardo norme giuridiche che vanno rispettate anche in una situazione in cui " l'unica certezza è il dubbio"
ciao Siria [SM=x570865]
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Re: Re:



Scritto da: Raffaello.72 10/06/2006 22.12


Se io esprimo una decisione in merito ad una scelta terapeutica e metto per iscritto tale decisione affinchè qualora non possa esprimere un'adesione effettiva e partecipata perchè impossibilitato dalla mia situazione fisica desidero che venga tutelata e rispettata



Questa decisione è espressa in un momento che la persona non corre un rischio effettivo.


Di fronte al pericolo reale e immediato cambia tutto. Caspita se cambia... Quanti di noi in un momento difficile si sono comportati in maniera totalmente differente da come pensavano? Lo stato d'animo è differente. Di fronte alla morte chi può dire davvero come ci si comporterebbe? L'ipotesi è una cosa, la certezza rende il tutto completamente diverso.


e non che ci si faccia sorgere dubbi che con tutta l'evidenza non esistono se non nella testa del giudice e/o medico di turno.



Il dubbio nasce da quanto sopra. Il medico (o giudice) sa quale è la volontà della persona in quel preciso momento? Vuole vivere o no? E siccome il dovere di un medico è di salvarla la vita... fai un po' tu


Se me lo trovi addosso vuol dire che ho deciso di portarmelo e per cui rappresenta la mia volontà. E pertanto gradisco che la si rispetti



Beh... Anche quel tesserino è un segno di appartenenza. Ti identifica. Si *deve* averlo. Ma mica è detto che quella volontà sia reale. Prova ne è che qualcuno ha cambiato idea all'ultimo minuto. Mi chiedo quanti TdG, di fronte a un nuovo intendimento sul sangue continuerebbero a portare dietro quel tesserino, convinti ancora che oltre tutto fa malissimo, che provoca malattie, che è meglio la terapia alternativa ecc ecc... e quanti lo butterebbero nella spazzatura.

Allora è il paziente che non vuole o la Società che non vuole e ci si adegua? Però adeguarsi mentre si sta bene è facile...


"Nel dubbio" mi attengo a quello che trovo scritto.



Nel dubbio, fossi un medico una vita la salverei... starei lì apposta in fondo. Eventualmente mi beccherei la causa... pazienza. Meglio una causa anche persa che un morto sulla coscienza.

Ciao

«C'è chi ti pesta un piede e chiede scusa... c'è chi ti calpesta il cuore e non se ne accorge nemmeno...»
11/06/2006 17:30
 
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ciao Raffaello,
io sono medico e nella veste di medico affronto tali situazioni.
Dal Codice Deontologico
Art. 3 - Doveri del medico -

Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza discriminazioni di età, di sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera.
La salute è intesa nell'accezione più ampia del termine, come condizione cioè di benessere fisico e psichico della persona .

come detto da Polymetis

Si applica il principio tuzioristico. Non sappiamo se avresti cambiato idea o no, dunque meglio andare sul sicuro e scegliere la vita. In dubio pro reo dicevano i latini, qui si ha qualcosa di simile

ciao Siria [SM=x570892]
11/06/2006 22:51
 
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Re:
Ciao Siria,

scusami ma è scritto anche nell'art. che citi... "nel rispetto della libertà e della dignità...", che senso ha questo art. se poi la legge prevede che si possa ignorare la mia libertà? che senso ha poter decidere una cura nella mia piena libertà e dignità se poi non viene rispettata...

pensiamo alla donna che ha deciso di non curarsi il cancro pur di portare avanti la gravidanza e se perdesse coscienza? si applica il principio tuzioristico, chi può dirlo che di fronte alla morte non decida di salvare la sua di vita, allora cosa si fa? si sacrifica il bambino? o la madre?

onestamente non trovo giusto che si scavalchi la volontà del paziente,
poi ci possono essere tutte le leggi e principi tuzioristici che volete ma resto della mia idea. Chissà, se fossi medico probabilmente la penserei diversamente...

Quando una persona viene da me per raggiungere degli obiettivi, fare coaching o ricevere un trattamento, mi accerto che questi siano ecologici per se stesso e per gli altri se così non fosse non sarebbero perseguibili, probabilmente dal tuo punto di vista, in campo medico, è cosa simile.

ho apprezzato moltissimo lo scambio di opinioni, e il rispetto in cui si è svolto, è una cosa bella e ti ringrazio di questo, così come ti apprezzo anche per il lavoro che svolgi, non deve essere sempre facile.

ti abbraccio e ti ringrazio ancora

[SM=g27823] [SM=g27822]

ciauz [SM=x570885]

[Modificato da Raffaello.72 11/06/2006 22.53]

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14/06/2006 20:06
 
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Ho inserito questo interessante articolo nel sito:

www.infotdgeova.it/24ore.htm

Grazie Bruno per averlo segnalato.

Achille
14/06/2006 22:03
 
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Re:

Scritto da: Achille Lorenzi 14/06/2006 20.06
Ho inserito questo interessante articolo nel sito:

www.infotdgeova.it/24ore.htm

Grazie Bruno per averlo segnalato.

Achille

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ciao [SM=x570892]

Bruno
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