Avviso per i nuovi utenti

Per essere ammessi in questo forum è obbligatorio  
compilare il modulo di presentazione.

Cliccare qui

ATTENZIONE:
il forum è stato messo in modalità di sola lettura.
Le discussioni proseguono nel nuovo forum:
Nuovo Forum
Per partecipare alle discussioni nel nuovo forum bisogna iscriversi:
Cliccare qui
Come valeva per questo forum, anche nel nuovo forum non sono ammessi utenti anonimi, per cui i nuovi iscritti dovranno inviare la loro presentazione se vorranno partecipare.
Il forum si trova su una piattaforma indipendente da FFZ per cui anche chi è già iscritto a questo forum dovrà fare una nuova registrazione per poter scrivere nel nuovo forum.
Per registrarsi nel nuovo forum clicccare qui

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Il nome divino che durerà per sempre.

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2006 20:36
20/05/2006 05:06
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 368
Registrato il: 23/01/2006
Utente Senior
OFFLINE
Il nome divino che durerà per sempre.
Nel 1984 la Società Torre di Guardia pubblicò un opuscoletto dal roboante titolo de “Il nome divino che durerà per sempre”. Scopo di questo scritto di 32 pagine era quello di illustrare e rendere ragione della dottrina geovista sul nome di Dio. Onestamente, riteniamo tale pubblicazione un esempio lampante di come i TdG, nel loro argomentare, facciano volentieri a meno delle leggi della logica. Cercheremo di illustrare ciò in queste righe.

L’opuscolo in oggetto si apre con le parole che seguono:

<< SIETE persone religione? Se lo siete, allora come molti altri credete in un Essere supremo. E probabilmente tenete in alta considerazione la famosa preghiera rivolta a quell’Essere, insegnata da Gesù ai suoi seguaci e conosciuta col nome di “Padrenostro”. Questa preghiera inizia così: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.” – Matteo 6:9, versione della CEI
Vi siete mai chiesti perché in questa preghiera la santificazione del nome di Dio viene al primo posto?>> [Il nome divino che durerà per sempre, p. 3]

In effetti, c’è da interrogarsi su questo. Prima di tutto, però, c’è da chiedersi che cosa voleva dire Gesù con tale espressione. La risposta, in parte, ci viene fornita dallo stesso testo geovista, nel quale, a pagina 4, viene citato “The Illustrated Bible Dictionary”, volume I, pagina 572. In quest’opera si afferma quanto segue:

<< Uno studio della parola ‘nome’ nell’AT [Antico Testamento] rivela il profondo significato che essa ha in ebraico. Il nome non è una semplice etichetta, ma rappresenta la vera personalità di colui al quale appartiene. >>

Ecco, per gli ebrei il nome di qualcuno non era una semplice etichetta, ma indicava questo qualcuno stesso. Per cui, quando il testo biblico si riferisce al nome di qualcuno, in verità sottintende questo qualcuno stesso. Ciò, del resto, è chiarito dalla TNM quando rende Atti 1,15 come segue: “Ora in quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli e disse (la folla di persone era nell’insieme di circa centoventi).” Il fatto è che lì dove TNM dice “persone”, il testo greco dice “onomaton” (genitivo plurale di “onoma”), vale a dire “nomi”. Ovviamente, memori del succitato passo de “The Illustrated Bible Dictionary”, i bravi traduttori geovisti hanno compreso che con “nomi” qui si intendevano proprio le “persone” che quei 120 nomi indicavano ed hanno tradotto correttamente “persone”.
Da ciò deduciamo che, con l’espressione “Sia santificato il tuo nome”, Gesù voleva dire “Che tu sia santificato” e, visto che Dio è il Santo, "che tu sia santificato” vuole probabilmente significare: “che tu sia riconosciuto quale il Santo”, “che tu sia riconosciuto per ciò che sei”. Non è un caso, allora, che la Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente della Bibbia rende questo passo con “fa' che tutti riconoscano te come sei”.
Bizzarramente, però, i TdG non giungono alle nostre stesse conclusioni, bensì ci stupiscono con la seguente asserzione:

<< Tenendo presente tutto questo, è chiaro che è importante conoscere il nome di Dio. >> [Il nome divino che durerà per sempre, p. 4]

E quale sarebbe il nome di Dio?
Qual è il nome a cui Gesù pensava quando disse: “sia santificato il tuo nome”?
Ora, volendo sorvolare sul senso reale che tale espressione aveva nella bocca di Gesù e nelle orecchie dei suoi uditori originali, un lettore ingenuo potrebbe rispondere candidamente: “Padre”. Infatti, Gesù ha detto: “Padre nostro, sia santificato il tuo nome.” Qui Gesù stava insegnando ai suoi discepoli come dovevano rivolgersi a Dio e lo ha fatto dicendo che questi avrebbero dovuto usare il vocativo “Padre nostro”.
Di questo vocativo, però, i TdG sembrano non accorgersi e tirano dritti per la propria via.

<< Qual è il nome di Dio? Fatto sorprendente, la maggioranza delle centinaia di milioni di seguaci delle chiese della cristianità avrebbe probabilmente difficoltà a rispondere a questa domanda. Qualcuno dirà che il nome di Dio è Gesù Cristo. Ma Gesù disse: “Ho reso manifesto il tuo nome agli uomini che mi hai dati dal mondo” (Giovanni 17:6) Stava pregando Dio in cielo, come un figlio parla al padre. (Giovanni 17:1) Il nome che doveva essere “santificato” era quello del suo Padre celeste. >> [Il nome divino che durerà per sempre, p. 5]

Da che mondo è mondo, quando qualcuno si rivolge al proprio padre lo fa dicendo appunto “padre” o, più affettuosamente, “papà”, “babbo”. Infatti, così si rivolge Gesù al suo ed al nostro Padre celeste. “Padre nostro”, dice Egli pregandolo. “Abbà!” (papà), dice Paolo, ci induce a gridare lo spirito del Figlio di Dio dal profondo dei nostri cuori (Ga 6,4).
Nonostante questo, l’opuscolo in esame continua a tirare dritto per la sua strada:

<< Eppure molte Bibbie moderne non contengono questo nome, e nelle chiese lo si sente di rado. >> [Il nome divino che durerà per sempre, p. 5]

Invero, lo si sente ogni volta che in una di queste chiese viene celebrata la messa e, più in generale, ogni volta che si prega così come Cristo stesso ci ha insegnato a fare. Ma in queste occasioni si chiama il Padre celeste “Padre”, e non è questo (nonostante quanto si dovrebbe dedurre da tutto quello che si è detto sopra) per i TdG il nome con cui si deve rivolgere a Dio.
Continua il nostro opuscolo:

<< In effetti non potremmo mai conoscere il nome di Dio a meno che il Creatore stesso non ce lo rivelasse. E questo è proprio ciò che ha fatto nel suo Libro, la Sacra Bibbia.
In una famosa occasione, Dio pronunciò il proprio nome, ripetendolo in modo udibile agli orecchi di Mosè. Mosè mise per iscritto il racconto di quell’avvenimento che è stato conservato nella bibbia fino ai nostri giorni. (Esodo 34:5) Dio perfino scrisse il suo nome col proprio “dito”. Dopo aver dato a Mosè quelli che oggi chiamiamo i Dieci Comandamenti, Dio li mise miracolosamente per iscritto. >>

Il vero nome di Dio è quindi quello che, traslitterato in caratteri latini, viene reso con YHWH, il famoso Tetragramma. Ma qual è la pronuncia del Tetragramma?
Attenzione, è qui che i dotti autori di questo scritto si superano. A pagina 7, infatti, inseriscono una sorta di approfondimento in cui si evidenziano le difficoltà relative ad una plausibile ricostruzione della reale pronuncia del Tetragramma, concludendo con queste testuali parole:

<< E’ quindi evidente che la pronuncia originale del nome di Dio non è conosciuta. E in effetti non è importante. Se lo fosse, Dio stesso avrebbe fatto in modo che giungesse fino a noi. >>

Ecco, proprio quello che noi avevamo realizzato sin dall’inizio appellandoci al senso reale delle parole di Cristo, lì dove, dal fatto che nella cultura ebraica il nome di qualcosa sta per questo qualcosa stesso, deducevamo che quando le Scritture accennano al “nome” di qualcuno, in realtà, vogliono intendere questo qualcuno in quanto tale e che il Maestro di tutti noi nel dire, ad esempio, “Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo.” (Gv 17,6), intendeva dire “Ti ho fatto conoscere agli uomini che mi hai dato dal mondo.”
Se fosse stato così importante, Dio non avrebbe lasciato che la pronuncia del nome con cui si fece conoscere a Mosè andasse perduta.
Nonostante ciò, al termine della succitata scheda di approfondimento troviamo questa emblematica sentenza:

<< Quel che conta è usare il nome di Dio secondo la pronuncia convenzionale nella propria lingua. >>

Concludendo, quindi, il nome con cui Dio si presentò a Mosè è così importante per i seguaci di Cristo (nonostante Cristo non lo usi mai nelle Scritture, nemmeno nella TNM) che il Signore, dopo aver permesso che la sua reale pronuncia andasse perduta, si compiace di tutti coloro che pronuncino il medesimo “storpiandolo” in mille modi diversi, a seconda della loro lingua madre.

[Modificato da Trianello 24/05/2006 1.20]


-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:39. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com