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Mc 11,11 il FICO maledetto...

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2006 16:21
06/05/2006 18:56
 
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Stavo rileggendo il Vangelo di Marco quando sono incappato nella "maledizione del fico"...

Perchè Gesù se la prende con il fico anche se non è nella sua stagione di frutto? Perchè lo maledice se non è nella sua stagione?

Saluti

Marco
Sal 41 - "Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio."
06/05/2006 19:05
 
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Ricordo vagamente la spiegazione che davano i tdg:
si trattava di un fico "ingannevole" perchè da lontano il suo grado di vegetazione era tale da far credere che avesse già portato frutto! [SM=x570872]

Ma colpa ne aveva l'albero, forse c'era già l'effetto serra!!!!!!! [SM=x570868]

Cercherò di documentarmi meglio, ciao!
"Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me". (Kant)
06/05/2006 19:15
 
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Beh, forse il sacrificio di un albero innocente per dare agli apostoli un grande insegnamento: evitate l'ipocrisia, dando una una bella apparenza esterna di voi ma mostrandovi aridi nella vostra anima (come l'aridità del fico). forse Gesù ha usato il fico come metafora della condizione di ipocrisia (da evitare) dei falsi credenti, belli di fuori ma poveri di dentro.

PS: l'albero evidentemente è stata la pedina sacrificale dell'insegnamento.
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
06/05/2006 19:20
 
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Forse Gesù sta meditando sull'accoglienza in Gerusalemme e sulla Sua futura Passione, perchè, di fronte al Suo avvento, il Popolo di Israele si dimostri ancora immaturo..

Quando vede il fico, ne riconosce metaforicamente il popolo di Israele..

Se così fosse, è interessante il: "ebbe fame"

Lui ha fame dei frutti del suo popolo e trova solo foglie.

Ma soprattutto Lui che è sorgente di acqua viva, ha fame dei nostri frutti..

Oppure aveva solo fame e se l'è presa con il fico.. Però dopo Cana, i quaranta giorni nel deserto, le moltiplicazioni dei pani, l'incontro con la samaritana, mi sembra riduttivo..

Ditemi la vostra...

Marco
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06/05/2006 19:29
 
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Re:

Scritto da: desertbreeze 06/05/2006 18.56
Stavo rileggendo il Vangelo di Marco quando sono incappato nella "maledizione del fico"...

Perchè Gesù se la prende con il fico anche se non è nella sua stagione di frutto? Perchè lo maledice se non è nella sua stagione?
Saluti
Marco



Gesù non se la prende con il fico. Il fico in quel contesto è solo l'allegoria del tempio di Gerusalemme.

Shalom
06/05/2006 19:32
 
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L'insegnamento sull'ipocrisia sembra addicersi..

Mc 11,13 "...Non era infatti quella la stagione dei fichi"

Non si trattava quindi di un fico atipico.. Che dubbio..

Quindi non è legato al fico, ma a cosa Egli stesse pensando..

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07/05/2006 18:55
 
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Ciao a tutti! [SM=x570865] [SM=x570890]

Leggendo in merito alla maledizione del fico ho trovato delle considerazioni che mi sembrano interesanti e che sostanzialmente ricalcano il tema dell'ipocrisia da voi già menzionato:

Nei fichi del Mediterraneo i frutti appaiono quasi nello tesso tempo del fogliame, dunque la presenza delle foglie fa presumere quella dei frutti.
Il Vangelo riporta che "non era stagione di fichi", ma se da un lato non è tempo di frutti nemmeno è tempo di foglie.
Dunque, avere solo foglie significa avere solo apparenza, esteriorità, ipocrisia.
Probabilmente noi siamo il fico con le foglie e senza frutti quando studiamo la Bibbia ma non la viviamo, quando preghiamo con formalismi senza entrare in contatto con Dio.
Dio può essere tollerante se non portiamo frutto e aspettare, ma non accetta foglie senza frutti!
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07/05/2006 19:08
 
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Sto affrontando lo stesso discorso in un altro forum religioso e ho avuto modo di avere degli interesamti scambi di vedute con altri foristi. Grazie ad essi sono giunto a queste considerazioni che metto anche qui su Liberamente:

“Secondo me l’avvenimento del fico seccato può avere più di un significato. Oltre a quello proposto da Aurora ce ne potrebbero essere anche altri tre.
La spiegazione al passo di Aurora potrebbe essere corretta (e se non sbaglio è proprio il senso che viene dato dalla CC) ma non mi sembra sufficiente. Mi piacerebbe anche sapere in base a quali elementi della parabola si arriva a comprendere che il fico è l’Israele carnale che viene maledetta da Gesù.
In base a cosa viene fatto tale accostamento?

Venendo a noi, io penso che siccome l’evangelista Marco scriveva appositamente per insegnare ai suoi fratelli cristiani lettori, allora il racconto non è lì a caso, ma ha un certo significato. Quale però?

Potrebbero esserci di aiuto i versetti ‘di transito’ tra la maledizione pronunciata sul fico da Cristo e l’effettivo seccamente della pianta. Prima che la maledizione si avverasse, Gesù andò con gli apostoli nel Tempio e lì scacciò via i ladroni e i mercanti che tentavano di truffare il popolo. Dopodiché l’attenzione del vangelo torna al fico.
Il fico potrebbe rappresentare quindi i credenti che si basano sull’aspetto esteriore (come i più begli animali da comprare per i sacrifici, venduto dai mercanti) e che placano il loro senso di spiritualità coi rituali (come fanno i credenti bigotti) ma essendo aridi di dentro. E così facendo ingannano anche il cristiano sincero abituandolo a vivere un cristianesimo esteriore e non interiore (così come i mercanti, ovvero i falsi credenti, ingannavano gli altri dando rilevanza all’aspetto esteriore dell’animale sacrificale e non al significato vero e proprio del sacrificio espiatorio per i peccati).
Da notare che anche Gesù è stato ingannato. Per questo il fico è stato maledetto ed è seccato.
Questo sarà anche ciò che succederà ai falsi credenti belli di fuori ma aridi di dentro, i quali non solo non sono accetti a Dio ma ingannano anche i cristiani sinceri col loro bigottismo opportunista.

Un altro senso del fico lo possiamo trovare nell’allegoria che viene fatta a volte fra lo Spirito Santo e ‘un albero’. Lo spirito Santo infatti produce ‘frutto’ (1° Corinzi 5:22-23), ovvero le qualità cristiane. Il fico potrebbe essere il cristiano che non produce ‘frutto’ e quindi non ha le qualità dello Spirito. Conseguentemente egli viene maledetto da Gesù e viene fatto essiccare (metafora che potrebbe indicare la giusta condanna all’Inferno).

Un ultimo senso, forse quello più corretto, lo si può trovare guardando l’argomento di cui parla Cristo non appena Pietro gli fa notare che il fico è seccato. Egli parla della fede e di come per mezzo di essa vengono compiuti dei portentosi prodigi (addirittura Gesù afferma che si possono spostare le montagne con la fede!). Perciò la maledizione del fico è soltanto un esempio che Egli ha dato ai Suoi apostoli per dimostrare loro quanto è potente la fede.

Questo ultimo significato è a mio avviso quello più corretto perché molto più evidenziato dalla lettura del passo parallelo del vangelo di Matteo.


Matteo 21:21
21 Rispondendo, Gesù disse loro: “Veramente vi dico: Se avete fede e non dubitate, non solo farete ciò che io ho fatto al fico, ma se anche direte a questo monte: ‘Sollevati e gettati nel mare’, ciò avverrà. (il grassetto è mio)



Dal grassetto pare che lo scopo di Gesù era quello di dimostrare quanto importante sia la fede per compiere opere miracolose. Forse il senso del racconto del fico seccato è semplicemente questo.”

FINIS

Questa è la mia esegesi. Se c’è qualcun altro che ha altre interpretazioni, dica pure la sua.
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
07/05/2006 19:17
 
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Oltre a quello proposto da Aurora



Qui non l'ho postato [SM=g27828] dovevi togliere questa frase [SM=g27828]

Ciao
Aurora [SM=x570874]
07/05/2006 19:22
 
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Re:

Scritto da: )Aurora( 07/05/2006 19.17

Oltre a quello proposto da Aurora



Qui non l'ho postato [SM=g27828] dovevi togliere questa frase [SM=g27828]

Ciao
Aurora [SM=x570874]



No no, tutti devono sapere quello che posti! [SM=g27828]

Segreti non ce ne sono! [SM=g27828]

Comunque tanto l'ho scritto che sono considerazioni mie messe in un altro forum, perciò...

Buona serata carissima! [SM=x570865]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
07/05/2006 20:31
 
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Mi piacerebbe anche sapere in base a quali elementi della parabola si arriva a comprendere che il fico è l’Israele carnale che viene maledetta da Gesù.
In base a cosa viene fatto tale accostamento?



In base a queste scritture

Ger. 8,13
"Li mieto e li anniento,
dice il Signore,
non c'è più uva nella vigna
né frutti sui fichi;
anche le foglie son avvizzite.

Gioele 1,7
Ha fatto delle mie viti una desolazione
e tronconi delle piante di fico;
li ha tutti scortecciati e abbandonati,
i loro rami appaiono bianchi.

Michea 7,1
Ahimè! Sono diventato
come uno spigolatore d'estate,
come un racimolatore dopo la vendemmia!
Non un grappolo da mangiare,
non un fico per la mia voglia.

Ciao
Aurora [SM=x570892]
07/05/2006 23:59
 
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In effetti, fa una certa impressione al lettore del vangelo il bizzarro episodio del fico maledetto da Gesù: ricordo che io stesso, quando lo lessi la prima volta, rimasi molto perplesso. Si tratta, infatti, a tutta prima di una gesto di puerile aggressività, una sorta di irrazionale sfogo di rabbia, tanto più che, come nota lo stesso Marco, non era quella la stagione dei fichi. Ma è proprio questa bizzarria dell’episodio a segnalarci che il senso del medesimo va ricercato al di là del gesto stesso di Gesù. Questo è sottolineato anche dalla piccola nota finale dell’evangelista (e i discepoli l'udirono), la quale ci avverte che con tale gesto il Maestro vuole dare un insegnamento ai suoi.
Il senso profondo e simbolico dell’episodio è chiarito dal contesto nel quale Marco lo colloca. Infatti, tra le parole di Gesù , 11,14, e la loro attuazione, 11,20-21, l’evangelista pone la purificazione del tempio, 11,15-19. Il tema che dà unità a questo complesso letterario è quello del frutto: Gesù va presso il fico e non trova frutti, va al tempio, centro della vita spirituale di Israele, e non vi trova il “frutto” che cerca. I discepoli, del resto, erano preparati assai più del lettore contemporaneo a cogliere il valore simbolico del gesto di Gesù, in quanto l’immagine del fico per indicare il popolo d’Israele infruttuoso è molto usata dai profeti (in particolare, Os 9,16; Mi 7,1; Ez 17,24). Va qui notato che, non a caso, l’evangelista Luca, pur non riportando questo episodio specifico, racconta la parabola del fico piantato in una vigna, dal quale il padrone viene a cercare frutto e, non trovatolo, ordina che venga tagliato (Lc 13,6-9); tanto che alcuni esegeti hanno ipotizzato che Marco (così come poi farà Matteo) stia narrando come un episodio reale quella che in realtà fu una parabola utilizzata da Gesù.
Dunque, Gesù, sullo stile dei profeti classici, può aver voluto preparare i suoi discepoli a comprendere il senso dell’imminente purificazione del tempio con quest’azione: Egli è stato inviato da Dio per verificare la fedeltà e la fruttuosità del popolo d’Israele.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

08/05/2006 16:21
 
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fico maledetto......


Vi saluto in CRISTO SIGNORE

Miei cari fratelli sorelle in CRISTO,


voglio anch’io portare una mia riflessione in merito a Marco 11, 12 – 21:

partendo però dalla mancanza dei frutti :
“Geremia 7, 10 – 12”
10 Poi venite e vi presentate alla mia presenza in questo tempio, che prende il nome da me, e dite: Siamo salvi! per poi compiere tutti questi abomini. 11 Forse è una spelonca di ladri ai vostri occhi questo tempio che prende il nome da me? Anch’io, ecco, vedo tutto questo. Parola del Signore. Andate, dunque, nella mia dimora che era in Silo, dove avevo da principio posto il mio nome; considerate che cosa io ne ho fatto, a causa della malvagità di Israele, mio popolo.

Il tempio viene tolto di mano a quei «briganti» che si professano credenti e ne hanno fatto una spelonca di ladri: viene invece affidato ai non credenti, perché diventi “casa di preghiera per tutte le genti» (Isaia 56, 7).

(israele = popolo di DIO perde questa eredità, e viene affidato ai Pagani = nuovo popolo di DIO)

Il tempio, come il fico sterile o la vigna infeconda, viene maledetto, e subentra il nuovo tempio, Gesù Cristo, nel quale ogni uomo può finalmente adorare Dio «in spirito e verità», cioè nello Spirito di Dio, compiendone le opere (Giovanni 4, 23). A questo alludevano le parole di Gesù che i suoi avversari portano contro di lui davanti al sinedrio, per condannarlo ( Giovanni 2,19-21): Gesù è in verità il nuovo tempio, la scala di Giacobbe che congiunge la terra al cielo: infatti «vedrete il cielo aperto e gli angeli salire e scendere sul Figlio dell'uomo» (Giovanni 1, 51).

Inoltre nella lettera :
Ebrei 9, 6 – 14 :
6 Disposte in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrarvi il culto; 7 nella seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta all’anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati involontari del popolo. 8 Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era ancora aperta la via del santuario, finché sussisteva la prima Tenda. 9 Essa infatti è una figura per il tempo attuale, offrendosi sotto di essa doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, l’offerente, 10 trattandosi solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni umane, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.
11 Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, 12 non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna.
13 Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, 14 quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente?



Il racconto del fico sterile è immediatamente successivo alla «purificazione» del tempio.
Il miracolo del fico è in realtà un contromiracolo, cioè una maledizione, ed è l'unico del genere nel vangelo. È importante notare che questo è l’ultimo segno che Gesù compie prima della sua Passione/-/Morte/-/Risurrezione.
Ciò sta a indicare che colui che non ha accolto la benedizione messianica in Gesù e non lo ha seguito nella sua prassi, rimane “sterile” e attira su di sé, come situazione ultima e definitiva, la maledizione che consegue tale rifiuto. Il fatto che questo episodio sia da Marco strettamente connesso con quello del tempio, è molto indicativo. Il tempio infatti, in quanto luogo sacro e chiuso della presenza di Dio, che non ha saputo dare i frutti spirituali richiesti e attesi verrà distrutto e sarà sostituito da un tempio non fatto da mani d'uomo, che sarà opera di Dio e abbraccerà il mondo intero. È l’essenza del messaggio Evangelico, il quale ci annuncia che Dio è presente nell'uomo Gesù, «in cui abita corporalmente la pienezza della divinità» (Colossesi 2, 9), della cui pienezza noi tutti abbiamo parte (Colossesi 2, 10). Il Cristo Gesù, morendo sulla croce come un maledetto, assumerà su di sé la maledizione per distruggerla mediante la risurrezione corpo nuovo tempio, che racchiude in sé l’umanità intera e la pienezza della vita di Dio, che sarà tutto in tutti (l Corinzi 15, 28).

Le due scene del fico e del tempio hanno quindi un unico significato. Il fico, come la vigna, nell'AT simboleggia Israele (Ger 8,13; Gl l,7; Ez 17,24; Mi 7, 1; Os 9,10.16>.; 'Lc 13, 6-9): i suoi rami pieni di linfa e le sue foglie verdeggianti dovrebbero indicare che la stagione dei frutti è prossima (13, 28), e che è vicino il momento della raccolta. La raccolta dei frutti, come la mietitura, è simbolo del tempo ultimo, in cui Dio visita il suo popolo, giudicandolo con giustizia e liberandolo per sempre. Questo momento finale è raffigurato dal gesto di Gesù che si avvicina all'albero per prenderne i frutti (v. 13). La sua stessa «fame» (v. 12) è qualcosa di profondo: è l’ansia del contadino che, giunta la stagione della raccolta, si accinge a compiere l'opera per cui ha lavorato e pazien¬tato tutto l'anno: è il momento gioioso dei frutti attesi, e insieme il momento del giudizio, in cui decide se l'albero va salvato o distrutto (Matteo 3, 10-12). Ma Gesù, su quest'albero invece dei frutti sperati non trova che foglie e frascame parassitario.
Marco nota espressamente che non era ancora il tempo dei fichi; ma per il popolo, come per ogni uomo, ogni momento della vita deve essere carico di frutti, cioè di opere buone. Il Signore viene, e non c'è stagione che tenga!
In Gesù Dio ha visitato il suo popolo, ed è quindi giunto il tempo ultimo e definitivo di salvezza. Fin dall'inizio del vangelo infatti Gesù annuncia: «ll tempo è compiuto, perché è giunto il regno di Dio» (Marco 1, 15). Non c'è altro tempo da attendere!

È nel momento presente che ormai si gioca la pienezza di vita che Dio promette a chi si mette alla sequela di Gesù. Ora Cristo è venuto, e quindi è sempre il tempo di portare frutti di vita. Chi non approfitta del tempo presente e non segue Gesù, rinviando ad un altro tempo la sequela non porterà frutto in eterno: resterà un ramo secco che viene reciso, poi raccolto e gettato nel fuoco a bruciare (Giovanni 15, 6).


grazie

e cercherò di essere sempre pronto per eventuiali approfondimenti

vi saluto in CRISTO RISORTO
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