Carissimo Oravivo,
Molto interessanti e condivisibili le osservazioni fatte sulla preghiera.
In particolare alle assemblee quando come anziano ricevevo il “privilegio” di pronunciare una preghiera mi coglieva un certo imbarazzo. Penso che la preghiera debba essere frutto di espressioni molto personali, anche quando riguarda altre persone presenti (vedi uditorio). In effetti vi erano dei “pezzi grossi”, che davano consigli anche sul contenuto di quelle preghiera. Facilmente in quelle occasioni le preghiere erano molto simili e appiattite nei contenuti, e non posso nascondere che anche io mi adeguavo alle “direttive”.
Riguardo a quanto scrivi:
“ricordo certe preghiere dei sorveglianti...alla conclusione delle assemblee di distretto o di circoscrizione... veri "capolavoriletterari" ..LUNGHISSIME..INTERMINABILI...ESTENUANTI... “
Ricordo un’assemblea, ormai di parecchi anni fa, che per così dire “passò alla storia”, tristemente. Molti dei presenti vi erano giunti in treno, e con tale mezzo sarebbero tornati a casa. L’unico treno comodo si poteva prendere in tempo poco dopo la fine dell’assemblea, senonché … il sorvegliante di distretto inizio la preghiera finale che si rivelò essere quasi un discorso pubblico. Sia pure con il treno incombente nessuno osò lasciare il locale durante la preghiera, anche se, sia pure a testa bassa, si poteva notare un certo nervosismo nell’uditorio. Il treno (apostata ante litteram) partì ugualmente in orario, con buona pace dei congressisti.
Con tanta simpatia
Matisse
La verita' non danneggia mai una giusta causa. M. K. GANDHI