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A proposito del trattamento degli ex nella vera religione…

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2006 11:11
15/04/2006 20:30
 
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Scritto da: Trianello 14/04/2006 5.23
“Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.” (Mt 18,15-17)

Ecco, secondo Gesù, il modo in cui comportarsi con i membri della Chiesa che abbiano peccato.
A queste parole, in un certo qual modo, fa eco Paolo.

“Vi ho scritto nella lettera precedente di non mescolarvi con gli impudichi. Non mi riferivo però agli impudichi di questo mondo o agli avari, ai ladri o agli idolàtri: altrimenti dovreste uscire dal mondo! Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolàtra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme.” (ICo 5,9-11)

Qui Paolo dice che, in pratica, il peccatore non deve essere più considerato come un membro della Chiesa, a questi deve essere impedito di mescolarsi con i fedeli. Il divieto di mangiarci assieme è relativo, con tutta probabilità, al pasto eucaristico. Vale a dire: il peccatore non può partecipare all’eucaristia. Egli, infatti, come aveva detto Cristo, deve essere considerato a tutti gli effetti come un pagano e un pubblicano.
Comportati col fratello peccatore come con un pagano e un pubblicano, dice il Figlio di Dio. Ora, come si deve comportare il cristiano con i pagani e i pubblicani? Seguendo, come in ogni cosa, l’esempio di Gesù, ovviamente. Ma come si comportava Gesù con i pagani ed i pubblicani?

“Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».” (Mt 9,10-13)

Proprio il peccatore ha bisogno della nostra assistenza e della nostra solerzia, egli è infatti quella pecorella smarrita per il cui ritrovamento spirituale dobbiamo prodigarci.

Differente è, a mio avviso, il caso della Seconda Lettera di Giovanni.

“Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse.” (IIGio 9-11)

Qui si sta semplicemente mettendo in guardia i fedeli contro coloro che predicano dottrine diverse da quelle, vere, insegnate dagli apostoli di Cristo: si parla infatti espressamente della “dottrina” del Cristo. Quando dice che i predicatori della falsa dottrina non vanno nemmeno salutati, Giovanni sta usando un'espressione iperbolica, tipica del linguaggio semitico, proprio come quando Gesù invitava a cavarsi l'occhio che desse occasione di scandalo.

[Modificato da Trianello 14/04/2006 15.46]




Caro Trianello questa volta sono daccordissimo con te! Non potevi esporre quello che hai scritto in maniera migliore, complimenti.
Aggiungerei a quanto è stato detto che 1 corinti 5, anche se non si applicasse all'eucarestia, ma ad un semplice pasto, parla di persone che praticano il peccato quindi non vedo perchè si debba applicare questa scrittura a chi è stato disassociato da molti anni e non pratica piu il peccato per il quale è stato espulso.
E' evidente che dietro ci sono motivazioni diverse, tipo la paura che questi possano "contagiare" gli altri tdg, ed essere in qualche modo influenzati da loro.
Sarebbe preferibile che la WT parlasse chiaro su questo argomento in quanto svilisce l'inteligenza di chi studia le scritture.
Per quanto riguarda il togliere il saluto oltre quello che è stato detto (Giovanni parlava degli "anticristi", i quali rifiutavano Cristo venuto nella carne) risponderei con le parole di Cristo nel sermone del monte:

Mattheo 5:43-48
"43 Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". 44 Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, 46 Perché, se amate coloro che vi amano, che premio ne avrete? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? 47 E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno altrettanto anche i pubblicani? 48 Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro, che è nei cieli".

Un saluto a tutti, ma proprio TUTTI voi.
Mario

"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)
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