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Minucio Felice e la risurrezione dei corpi

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2006 06:11
10/02/2006 09:21
 
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Per chiunque mi sa aiutare, una domanda secca.

Sulla Svegliatevi 15/7/2002, viene citato quanto segue:

In seguito anche Minucio Felice, che si professava cristiano, scrisse: “Chi è tanto stolto o di vista corta da osar contestare che come l’uomo poté primamente esser creato da Dio, non possa parimenti da lui esser formato di nuovo?” Come i primi cristiani, i testimoni di Geova si attengono alla verità scritturale circa l’anima umana, la morte e la risurrezione.



Nella nota in calce si dice che il libro citato "Ottavio" , che io non ho letto.
L'intenzione di Svegliatevi è comunque di provare che Minucio , come tutti i primi cristiani, credevano in un anima mortale e nella risurrezione dei corpi in futuro sulla terra .

Qualcuno sa dirmi se Minucio davvero la pensava così , e cosa intendeva dire con quella citazione ?

grazie



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Il MALE sono quelli che impongono la propria autorità come verità assoluta e non si dispongono alla verità come autorità assoluta.



10/02/2006 14:01
 
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In effetti, questo brano, estrapolato dal suo contesto, potrebbe indurre alla conclusione voluta dai TdG. Anzi, mi meraviglia che essi non abbiano inserito nella loro citazione anche il periodo che segue, dove si dice testualmente che l'uomo non era nulla prima della morte e non sarà nulla dopo di essa.
Peccato, però, che poco sopra Minucio aveva lodato Pitagora e Platone per aver intuito una verità fondamentale sostenendo un differente destino per il corpo e l'anima dopo la morte: il primo destinato a dissolversi e la seconda a permanere (anche se poi aveva criticato la teoria della reincarnazione che questi avevano avallato). Qui l'autore sta utilizzando probabilmente una sineddoche (egli era infatti un ottimo retore), parlando di uomo per intendere il corpo.
C'è poi da notare che un contemporaneo di Minucio era, ad esempio, Giustino, il quale sostenne esplicitamente la sopravvivenza dell'anima dopo la morte. Quindi, anche ammettendo che Minucio qui sia stato un po' ambiguo, non è comunque possibile sostenere, come fanno i TdG, che i cristiani della sua epoca non pensassero all'anima come immortale.

[Modificato da Trianello 10/02/2006 23.59]


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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

10/02/2006 14:07
 
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per trianello!!!
All’inizio del II secolo, Giustino (ca 100-165) Dialogo con l’ebreo Trifone 80,4:

«Se voi doveste incontrarvi con certuni che si dicono cristiani, ma […]affermano che le loro anime verrebbero assunte in cielo al momento della morte, non riguardateli per cristiani.».
10/02/2006 14:47
 
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“Ma poiché a tutti coloro che sono vissuti rimane la sensibilità ed è apprestata una punizione eterna, non trascurate di persuadervi e di credere che queste sono cose vere.
La negromanzia, infatti, e le osservazioni di fanciulli incontaminati e le evocazioni di anime umane e gli spiriti che, presso i maghi, sono detti evocatori di sogni e loro assistenti e tutti i fenomeni che avvengono per opera dei conoscitori di scienze occulte, vi persuadano che anche dopo la morte le anime mantengono le facoltà sensitive.” Giustino, Apologia prima, 18,2-3

"Se dunque noi sosteniamo alcune teorie simili ai poeti ed ai filosofi da voi onorati ed alcune anche superiori e divine e, soli, possiamo dimostrarvele, perché siamo ingiustamente odiati più di tutti?
Quando diciamo che tutto è stato ordinato e prodotto da Dio, sembreremo sostenere una dottrina di Platone; quando parliamo di distruzione nel fuoco, quella degli Stoici; quando diciamo che le anime degli iniqui sono punite mantenendo la sensibilità anche dopo la morte, e che le anime dei buoni, liberate dalle pene, vivono felici, sembreremo sostenere le stesse teorie di poeti e di filosofi; quando diciamo che non bisogna adorare opere di mano umana, siamo d'accordo con il comico Menandro e con quanti espressero le stesse idee. Dimostrarono infatti che il creatore è superiore a ciò che è creato." Giustino, Apologia prima, 20,3-5

"Tutte le teorie formulate da filosofi e poeti sull'immortalità dell'anima, o sulle punizioni dopo morte, o sulla contemplazione delle cose celesti, o su simili dottrine, essi le hanno potute comprendere e le hanno esposte prendendo le mosse dai Profeti." Giustino, Apologia prima, 44,5



Non solo Giustino credeva nell'immortalità delle anime, ma anche che i filosofi che avevano sostenuto una tale dottrina l'avessero appresa dai Profeti.

Nel brano da te citato, leggilo nel suo contesto, Giustino dice che non sono veri cristiani coloro che non credono nella resurrezione dei corpi alla fine dei tempi e che pensano che solo le anime avranno la beatitudine eterna.

[Modificato da Trianello 11/02/2006 21.42]


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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

12/02/2006 06:11
 
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Finalmente sono riuscito a rintracciare la mia copia del Dialogo con Trifone di Giustino. Quella che ho io è una traduzione inglese, ma per rispetto dei lettori che non hanno dimestichezza con tale lingua inserirò le mie citazioni in italiano.
In primo luogo, ecco la citazione completa del brano da te riportato:

“Qualora tu avessi incontrato dei cosiddetti Cristiani i quali non ammettono questa dottrina del millennio, ma osano bestemmiare il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe asserendo che non c’è alcuna resurrezione dei morti, ma che le loro anime saranno assunte in Cielo nel momento esatto della loro morte, non considerare costoro come Cristiani.” 80,4

Come si vede, Giustino non dice che non sono Cristiani coloro che credono nell’immortalità dell’anima, bensì che non sono veri Cristiani coloro che non credono nella resurrezione dei morti alla fine dei tempi.
Ecco invece una citazioni dal medesimo Dialogo in cui Giustino asserisce esplicitamente la sopravvivenza dell’anima dopo la morte.

“Ora, è provato che le anime sopravvivono dopo la morte dal fatto che l’anima di Samuele fu invocata dalla strega, come aveva chiesto Saul.” 105,4

Onestamente, credo che questa citazione, pur nella sua brevità, sia sufficiente a dimostrare quanto da me sostenuto.

[Modificato da Trianello 12/02/2006 6.22]


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