Lunedì 21 Novembre 2005
LA STORIA. Aggressione a graffi e insulti davanti alla scuola di un paese della Bassa Bresciana, ora la denuncia
A
ssalita da una connazionale perchè senza velo
La donna marocchina sconvolta: «Ma io sono sempre stata una brava musulmana»
E’ stata graffiata e aggredita perché di comune accordo con il marito ha scelto di non indossare il velo pur professando la religione islamica.
La Bassa bresciana nei giorni scorsi è stata teatro di una storia di intolleranza al contrario, che ha visto protagoniste due donne, entrambe di religione islamica. A raccontare è Fatima (il nome è di fantasia per tutelarne l’incolumità), 40 anni, madre di tre figli, che abita in un paese a poca distanza dal confine con Cremona.
«Stavo portando mio figlio a scuola - ha spiegato - quando una donna mi ha aggredito come una furia, artigliandomi al volto e urlando che non porto il velo e quindi non sono una brava musulmana».
Dopo l’aggressione i segni addosso a Fatima sono evidenti: sul viso e sul collo.
«Quando tutto è successo ho detto a quella mia connazionale che non volevo litigare, di lasciarmi stare. Mi ritengo una buona musulmana. Leggo il Corano, prego e rispetto i valori della mia religione. Semplicemente non porto il velo d’accordo con mio marito. Ma il buono si vede da dentro, non da fuori».
Fatima abita da qualche anno in Italia e non ha mai portato il velo, nemmeno in Marocco, dove ha spiegato che sono accettate gonne anche un po’ corte e capelli scoperti.
A raccogliere le confidenze e la disperazione di Fatima, oltre al marito, due donne italiane residenti nella sua stessa cittadina, una cattolica e l’altra testimone di Geova, che prima l’hanno consolata e poi sostenuta quando ha deciso di denunciare i fatti, pur richiedendo l’anonimato.
«Quando Fatima è arrivata da noi - ha spiegato una delle due amiche - era visibilmente sconvolta. All’inizio, anche per sdrammatizzare, abbiamo scherzato e le abbiamo chiesto se fosse accaduto qualcosa a casa. Lei invece ci ha risposto con la voce rotta di essere stata aggredita da una connazionale, spiegando che la scelta di non velarsi le ha fruttato insulti e graffi che l’hanno ferita profondamente non solo nel corpo ma anche e soprattutto nell’animo. E’ davvero difficile credere che questo possa accadere tra chi professa la stessa religione. Noi stesse crediamo in modo diverso l’una dall’altra, ma ci rispettiamo profondamente. Mi pare un episodio di razzismo davvero intollerabile».
Ora Fatima è spaventata. Non vuole diventare un caso, né un simbolo. E’ stata al pronto soccorso, dove è stata medicata e ha sporto denuncia. La giustizia farà il suo corso anche se le ferite più difficili da sanare le resteranno nell’animo.
Milla Prandelli
Fonte:
www.bresciaoggi.it/storico/20051121/primapagina/SOST_G.htm