Per Catechista
"Infatti ti si potrebbe chiedere: ma tu adesso, citando il parer di Ciola stai offrendo il pensiero della Chiesa o di un membro del clero?"
Il parere della maggior parte dei teologi.
"E ancora:
perché la Chiesa, se sapeva che le cose stavano come oggi dice il Ciola,
ha lasciato parlare il suo clero a quel modo?"
Al massimo la domanda è "perché il magistero ha lasciato...". Ad ogni modo la consapevolezza di inferno e paradiso non come luoghi bensì come stati dell'anima si è imposta solo nel XX secolo. Il magistero dei secoli passati ha sempre affermato l'esistenza dell'inferno, tuttavia non mi risulta che abbia mai tematizzato la sua intima natura, né che ci siano stati dogmi ad indicare che si veniva torturati da demoni armati di forcone.
"E sarebbe anche interessante fare una ricerca su documenti del Magistero Ordinario per vedere se la Chiesa non ha mai dato ufficialmente adito a pensarla in quel modo sbagliato."
Se ci fossero allora avremmo imparato qualcosa di nuovo. Come disse Martin Heidegger, una celebre filosofo del novecento: "Si possono dire solo poche cose sulla filosofia. Anziché spiegare lungamente quale sia la sua essenza, ci limitiamo a dire che cosa faccia parte del filosofare: che il filosofo si riserva la possibilità di sbagliare. Questo coraggio dell’errore non significa solo che egli abbia il coraggio di sopportarlo, ma molto di più: il coraggio di ammetterlo, questo coraggio è cioè quello dell’intimo sacrificio del proprio se stesso nella capacità di ascoltare e imparare, il coraggio del dibattito positivo (M. Heidegger, Logica. Il problema della verità, Introduzione)
Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)