Un platonico telematico ci può stare, ma due cominciano a essere tanti…
Per Trutina:
Volgarmente, non credo che il papa abbia "errato" esultando per quella strage, anche se l'esempio da te portato è suscettibile di unanime adesione nell'aborrimento.
Un po’ come dire che “il rogo di Bruno fu un orrore, non un errore”. Non so se con questo avatar egizio in bella vista e questo nome ermetico sarai d’accordo anche su questa affermazione (chissà, magari gli avresti fatto compagnia volentieri sulla pira…).
Comunque, andiamo per gradi e “rimaniamo nel presente” seguendo l’invito di Trutina.
Per Polymetis:
Io invece non vedo alcun collegamento. Ho paura che tu confonda la pretesa di essere nel vero con il voler imporre quest’idea. Io credo che Cristo sia la Via, la verità e la Vita, lui stesso lo dice di sé, ma questo non implica che io andrò a tagliare la testa ai musulmani se non si convertono. Gli errori storici del passato in quanto contingenti non scalfiscono il mio ragionamento.
Io invece un certo collegamento con il tema del relativismo ce lo vedo, perché anche Gregorio XIII probabilmente credeva che Cristo è la Via, la Verità e la Vita. Eppure gli ha reso grazie in seguito a un massacro di esseri umani.
Voglio dire che il suo sistema di riferimento valoriale era senz’altro diverso dal tuo e dal mio.
Il valore che tutti attribuiamo oggi alla vita umana è diverso da quello che le si attribuiva fino a qualche secolo fa: oggi la vita dei singoli è un valore assoluto, primario. Su questo c'è generale consenso.
Qualche secolo fa le verità metafisiche o l’onore potevano valere molto di più della vita.
In che modo e perchè sono cambiati questi sistemi di riferimento?
Si capisce subito che relativizzare sul piano culturale o storico (riportare un certo dato al contesto in cui trova il suo senso) è un metodo ermeneutico fondamentale in moltissime discipline.
Altra cosa è l’approvazione sul piano etico, che richiama in causa la nostra coscienza (oggi il nostro comune sentire ci spinge a condannare questo evento).
Anche su questo piano io accetto un certo relativismo, perché mi riconosco nei principi del liberalismo.
Ma solo perché si riconosce la coesistenza di paradigmi diversi, non è certo detto che si debba accettare qualunque cosa, o che non ci si possa dedicare fino all’ultimo a ciò in cui si crede.
A presto
[Modificato da Ricercasulterzo 21/11/2005 10.19]