Avviso per i nuovi utenti

Per essere ammessi in questo forum è obbligatorio  
compilare il modulo di presentazione.

Cliccare qui

ATTENZIONE:
il forum è stato messo in modalità di sola lettura.
Le discussioni proseguono nel nuovo forum:
Nuovo Forum
Per partecipare alle discussioni nel nuovo forum bisogna iscriversi:
Cliccare qui
Come valeva per questo forum, anche nel nuovo forum non sono ammessi utenti anonimi, per cui i nuovi iscritti dovranno inviare la loro presentazione se vorranno partecipare.
Il forum si trova su una piattaforma indipendente da FFZ per cui anche chi è già iscritto a questo forum dovrà fare una nuova registrazione per poter scrivere nel nuovo forum.
Per registrarsi nel nuovo forum clicccare qui

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

"Perchè guardi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello quando non scorgi la trave che è nel tuo?"

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2005 17:19
11/11/2005 09:49
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 97
Registrato il: 03/10/2005
Utente Junior
OFFLINE
Re:

Scritto da: Polymetis 10/11/2005 19.23

"Però il gioco metafisico delle scatole cinesi (se tutto è relativo allora anche questo enunciato è relativo..) siete rimasti in pochi ad accettarlo."



E' pura logica, Aristotele lo chiamava élenchos, la confutazione che si confuta da sola. Nulla più del relativismo si distrugge da solo, e anzi, trovo intollerante che i relativisti ritengano che l'unica Verità sia la loro, cioè il relativismo.


"Comunque io non dimenticherei la distinzione fra relativismo culturale (che è importante nelle scienze umane) e relativismo etico (qui davvero il relativismo è pericoloso)."



Occorre mettersi d'accordo sulle definizioni, perché dal relativismo culturale può discendere quello etico. Se dico: "Io aborro la schiavitù solo perché sono nato in Italia nel XX secolo ma se fossi nato altrove magari..." sto facendo del relativismo culturale che sfocia in quello etico, tento di far derivare le norme etiche non da Dio ma dal contratto sociale.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 10/11/2005 19.26]




E' chiaro,e' pura logica,come il principio di non-contraddizione...il quale farebbe considerare anche il relativismo come situata in una posizione univoca....
Ma il fatto e' che il RELATIVISMO,nell'ambito della scienza,non intende affatto auto-assolutizzarsi,intende semplicemente porsi in relazione ad altri metodi,mettendo in risalto i limiti interpretativi di vari metodi scientifici....
E' appunto un metodo,al pari di altri metodi scientifici,
e qui si intende il metodo in senso EPISTEMOLOGICO,....
e non tanto in senso di strumentistica tecnica...

E' un'errore di fondo comune confondere il relativismo culturale con il relativismo etico....
In sostanza,per relativismo culturale,in ambito antropologico-culturale,mira a combattere l'etnocentrismo imperante fino all'inizio del '900...
Ecco qui un sito che riporta la definizione di RELATIVISMO CULTURALE dell'antropologia culturale:
digilander.libero.it/antropogica/relativismo_culturale.htm
Invece,quello che viene considerato come bestemmia dagli odierni teologi,e' una forma di RELATIVISMO CULTURALE che non coincide affatto con quello delle SCIENZE SOCIALI (SOCIOLOGIA,ANTROPOLOGIA CULTURALE) e della SCIENZA DELLA FILOSOFIA (O EPISTEMOLOGIA) in particolare...

Ed e' chiaro che io incentravo le mie discussioni sull'originario RELATIVISMO CULTURALE....che si sviluppa attorno a delle questioni di metodo...

RIporto alcune mie osservazioni
________________________________

" in questo caso uno dei vantaggi del RELATIVISMO CULTURALE sta proprio nel fatto che alcune teorie presentano dei limiti interpretativi che necessitano di accorgimenti migliorativi per trovare una prospettiva che si ritiene piu' adatta al contesto linguistico,filologico,e interpretativo..."

Compito dello scienziato infatti non e' CERCARE LA VERITA' (anche se non la nega)...
Qui si parla di relativismo come un "metodo" formale costruttivo per la descrizione
di un'aspetto concreto di realta',un metodo spesso usato nell'ambito delle varie discipline scientifiche....

"..Percio',il relativismo non intende affatto delegittimare delle interpretazioni ma solo vuole mettere in risalto il fatto che delle interpretazioni dovrebbero prescindere dal fatto di essere piu' o meno vere,perche' il conceto di VERO,in se' stesso,esclude ogni imperfezione dal punto di vista logico,
e' piu' giusto appunto dire che a fronte di alcune interpretazioni se ne possono affiancare altre apparentemente contradditorie....

"...
Si afferma che PLATONE ha confutato il relativismo piu' di 2500 anni fa,bene,allora coloro i quali appoggiano il relativismo popperiano,per esempio,nell'ambito della epistemologia o della filosofia della scienza,sono chiaramente da "condannare",senza contare poi il profondo contributo che ha dato il relativismo nell'ambito della Antropologia culturale..
E il relativismo culturale e scientifico consentono di sviluppare maggiore interdisciplinarieta'...."

"...senza contare poi il profondo contributo che ha dato il relativismo nell'ambito della Antropologia culturale..."

Secondo il principio di non-contraddizione,si deve tende ad affermare l'univocita' di una posizione,nel senso che comunque,nello stesso momento in cui si vuole relativizzare una teoria,ecco che in ogni caso si assume una posizione univoca...
Ma il problema non e' di logica formale,
Il problema del relativismo per l'appunto e',come hai detto tu citando KUHN,di non considerare definitivi i vari modelli di conoscenza...
Per l'appunto,non si preoccupa di delegittimare(=considerare false) le interpretazioni,che bisognerebbe disinteressarsi del fatto se una teoria sia vera o no,che allo scienziato non interessa autenticare o negare la verita',ma piuttosto,diventa una questione di metodo,il considerare che le teorie sono soggette a delle interazioni con teorie di diversa natura,che potrebbero in apparenza contraddirsi,ma la cui contraddizione puo' benissimo essere superata in un modello che ne comprenda appieno le caratteristiche tecniche e concettuali di tali teorie e modelli...

Tutta la mia argomentazione non verte sui contenuti ma sui metodi critici,e infatti non a caso ho detto ANTROPOLOGIA CULTURALE,non la societa' occidentale o la societa' orientale,parlavo di una scienza a livello di un metodo,che tale metodo ha fatto in modo di scardinare e superare alcune posizioni che impedivano di fatto una migliore comprensione nello studio delle civilta' primitive...
E il RELATIVISMO CULTURALE e' da riportarsi per l'appunto all'ambito dell'antropologia e anche della sociologia....

E parlando di metodi,non si intende sconfinare nella casistica morale comprendente il modo di giudicare o meno un talebano...

Il vero relativismo e' quello dei metodi,il fatto cioe' di poter adottare metodi non definitivi,non assolutistici,....

Il relativismo originario,quindi,che poi si e' degenerato in quel relativismo SOCIALE di cui hai dato un cenno...,

E si sa anche come nell'ambito della epistemologia scientifica si adotti il relativismo a livello di metodo,senza andare ad indagare o meno se quel modello adottato da quella scienza sia vero e se sia scartare un'altro metodo,semplicemente,un tale metodo lo si deve considerare "non definitivo", "non possedente la verita' in modo completo"....

E non e' escluso che anche nell'ambito della esegesi religiosa alcune interpretazioni derivino dei loro difetti proprio dalla incompletezza dei loro metodi di indagine....

E' anche vero che gadamer considerava ad esempio l'arte un'interpretazione del vero,ma lui lo intendeva nel senso di mettere l'accento su una questione metodica,che per l'appunto noi,qualora volessimo descrivere un'oggetto utilizziamo degli strumenti "interpretativi"....
Alcuni filosofi dell'era contemporanea(che ho gia' citato) si sono disinteressati dell'ente,dell'ontologico,si sono concentrati sugli strumenti con cui si arriva a descrivere tale ente,e,come si sa,tali strumenti possono dare descrizioni anche diverse proprio perche' dipendenti dal soggetto...



In merito alle varie Chiese,come giudichi allora la posizione delle chiese non cattoliche?
Pensi che allora sara' impossibile arrivare al seno di una religione universale condivisibile da tutti senza differenze?
Pensi che possa esistere una sola "vera" religione?
Ma sono davvero inconciliabili tra di loro tali chiese?

E? UN VERO PIACERE SCAMBIARSI DELLE OSSERVAZIONI IN UN MONDO COME QUELLO DELLA FILOSOFIA...

Valerio
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:40. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com