Polymetis scrive:
"...Stai facendo un errore che Platone ha confutato 2500 anni fa. Infatti se ci sono mille interpretazioni diverse ciò non che implica che siano tutte vere o tutte parimenti corrette, implica solo che qualcuno ha ragione e che altri si sbagliano, o che tutti si sbagliano, in nessun caso però le interpretazioni possono essere tutte giuste all’unisono giacché spesso contraddittorie. Poni il problema dei limiti dell’interpretazione, anche tu schiavo come tutti di teorie dell’ermeneutica quale esperienza di finitezza, del pensiero debole, del linguaggio che preesiste a noi e ci controlla eccetera. Se stessimo parlando di Omero ti darei ragione, infatti non posso sapere con esattezza che significato avevano determinate espressioni nell’ottavo secolo avanti Cristo, ma qui il discorso è diverso. La Chiesa è depositaria dell’insegnamento orale di coloro che il Nuovo Testamento l’hanno scritto e dunque sa qual è l’interpretazione corretta proprio perché tramada in sé la voce degli agiografi. La Chiesa conserva nella sua memoria storica la correrla interpretazione della Scrittura..."
E' chiaramente una tua "interpretazione",in realta' do' un diverso senso al mio precedente intervento che si discosta dalle tue osservazioni.
Si afferma che PLATONE ha confutato il relativismo piu' di 2500 anni fa,bene,allora coloro i quali appoggiano il relativismo popperiano,per esempio,nell'ambito della epistemologia o della filosofia della scienza,sono chiaramente da "condannare",senza contare poi il profondo contributo che ha dato il relativismo nell'ambito della Antropologia culturale..
E il relativismo culturale e scientifico consentono di sviluppare maggiore interdisciplinarieta'....
Mi ricordo di un esempio che fece Karl Popper in una sua lezione riportata dal nostro vecchio professore di filosofia:
"Vedete,ciascuna disciplina puo' considerarsi come una prospettiva su un certo oggetto,cosicche' si puo' dire che vi possa essere la possibilita' di poter integrare tali prospettive per l'evolversi stesso della scienza e della conoscenza in senso lato....E' come avere davanti un'oggetto di grandi dimensioni e tali discipline sono come degli obiettivi che focalizzano parti di tali oggetto senza peraltro essere in grado di possederne la prospettiva completa,e magari si potrebbe arrivare a tale prospettiva completa mediante integrazione interdisciplinare.."
E Karl Popper disse anche che gli odierni modelli di conoscenza sono come da considerarsi relativistici nel senso che rappresentano una certa prospettiva suscettibile di cambiamenti in modo da adeguarsi in maniera piu' comprensiva e completa all'oggetto...
Non sono schiavo di teorie dell'ermeneutica quale esperienza di finitezza,del pensiero debole,.....
Senza considerare i danni provocati dall'assolutismo dogmatico imperante in certe discipline,non mi risulta affatto che la moderna ermeneutica possa considerarsi schiava della esperienza,anzi,l'odierna ermeneutica che prende piede da HANS GEORG GADAMER afferma chiaramente che il suo e' un metodo e non e' affatto una categoria logica.
Non ho mai affermato l'apriori del linguaggio,ho semplicemente detto che il linguaggio risente degli influssi di contesti meta-linguistici....
In ogni caso,come potresti conciliare le differenze
che sussistono tra le varie Chiese? (Chiesa ortodossa,protestante,battista,e altre...)...
Intenderesti affermare che le verita' di fede della Chiesa Cattolica siano corrette mentre quelle delle altre Chiese sono
errori dottrinali?
Certo,le eventuali confutazioni dottrinali non sono riuscite in ogni caso a rassettare l'universo delle chiese...Ma e' solo una mia osservazione da non-addetto....
Valerio
[Modificato da paiboon 10/11/2005 17.42]
[Modificato da paiboon 10/11/2005 17.43]