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La quarta bestia di Daniele

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2005 18:20
29/11/2005 21:18
 
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Achille, non capisco il motivo della censura del mio u.p.
Achille, tu scrivi:

"Grazie per la precisazione. Sono certo però che la nota originale parlasse di argomenti "stolidi". Conosco questo scritto di Pellegrini da qualche anno e ricordo benissimo, dato che ne avevo stampato qualche parte, che in origine vi si leggeva "stolidi"."

Così mi induci a insistere, per amore di verità. Il testo "Quando la profezia diventa storia", di Pellegrini, io non l'ho consultato SOLTANTO da internet, ma ne posseggo una copia in cartaceo, edita in PRIMA EDIZIONE nel 1980. Il termine usato è "SOLIDI ARGOMENTI", non "stolidi argomenti". Lo puoi chiedere anche all'autore stesso.

Scrivi anche:

"Nota che comunque è una parte integrante del lavoro del Pellegrini e che non viene da lui né smentita né contraddetta."

A questo proposito è necessario capire l'opera del Pellegrini. Egli cita alcune MIGLIAIA di opere ed autori delle più diverse estrazioni, Sia che concordino con le sue proprie tesi (o con quelle avventiste), oppure no. In effetti, Pellegrini cita continuamente e indifferentemente Autori che sostengono il suo discorso oppure che propongono TESI OPPOSTE e in seguito le discute.


Il nostro discorso verteva sull'identificazione della 4a bestia. Riguardo a questo, a cominciare dai "Padri apologisti", continuando con i "Padri della chiesa", oltre che ad altri ecclesiastici cattolici e alla maggior parte dei commentatori della Riforma, moltissimi vi hanno visto L'IMPERO ROMANO.

Il "piccolo corno" dei capitoli 7 e 8 non ha niente a che vedere con la 4a bestia. Ovvero, il "piccolo corno" è uno "SVILUPPO STORICO SUCCESSIVO" della 4a bestia, indipendendemente che si voglia vedere o meno la figura di Antioco Epifane IV. Il "PICCOLO CORNO" NON E' LA 4a BESTIA stessa.

Riguardo al capitolo 11, la storia dell'esegesi del libro di Daniele insegna ad essere prudenti, anche se "prudenza" non significa inibire delle possibili proposte di discussione. In ogni caso, mentre Antioco Epifane ha regnato per 12 anni, la profezia danielica del piccolo corno si proietta nel futuro per oltre DUE MILLENNI, a partire dalla fine del regno seleucide.

A proposito di "acrobazie esegetiche", ne occorre fare moltissime affinché i 12 anni del regno di Antioco Epifane IV possano oscurare i DUE MILLENNI dell'attività del "piccolo corno" che, come dice il profeta, si sarebbe svolta dal tempo della conquista dei Romani FINO ALLA FINE DEI TEMPI.

Cito qualcuno che, molto tempo fa, aveva già compreso le profezie apocalittiche riguardanti l'attività di questo potere politico/religioso:

"Di voi pastor s'accorse il Vangelista,
quando colei che siede sopra l'acque
puttaneggiar coi regi a lui fu vista;
quella che con le sette teste nacque,
e dalle dieci corna ebbe argomento,
fin che virtude al suo martirio piacque.

Fatto m'avete Dio d'oro e d'argento:
e che altro è da voi all'idolatre,
se non ch'elli uno, e voi ne orate cento?

Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!"

(Dante:"La divina commedia"- Inferno, canto XIX, 106-117- cfr. con Apocalisse cap. 17).

Saluti, Agabo.

Nota:
Chiudo qui perché non gradisco le tue citazioni parziali e censurate, per conto mio, ad hoc. Buon proseguimento.
Visita:

"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
30/11/2005 05:50
 
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Agabo ha scritto:

Così mi induci a insistere, per amore di verità. Il testo "Quando la profezia diventa storia", di Pellegrini, io non l'ho consultato SOLTANTO da internet, ma ne posseggo una copia in cartaceo, edita in PRIMA EDIZIONE nel 1980. Il termine usato è "SOLIDI ARGOMENTI", non "stolidi argomenti". Lo puoi chiedere anche all'autore stesso.

Insisto anch'io nel sostenere che almeno l'edizione in rete dicesse, in origine, stolidi e non solidi. Comunque la questione è chiarita.

...Chiudo qui perché non gradisco le tue citazioni parziali e censurate, per conto mio, ad hoc.

Le citazioni che io avrei censurato ad hoc (e perché mai?), sono leggibili per intero nella pagina del Pellegrini che io ho linkato. Ne ho trascritto una parte per essere più sintetico, ma segnalandone il link ho dato a chiunque legge la possibilità di verificarne il contentuto.
Chiudo anch'io, sia perché non gradisco essere accusato di manipolare e censurare le parole altrui, sia perché in questo forum non si discute di interpretazioni e di dottrina avventista.
Buon proseguimento anche a te.

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 30/11/2005 5.58]

04/12/2005 14:12
 
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Achille Lorenzi ha scritto:

...Il Pellegrini si dimostra del tutto concorde con tale "esegesi", osservando, subito dopo la citazione di Hislop, che «Questo dio sconosciuto è Cristo Gesù nell’ostia che neppure i primi cristiani, i padri della Chiesa avevano conosciuto e viene proposto all’adorazione come Maozim. Questa forma di culto era sconosciuta anche agli antichi romani pagani», e «Questo dio che ha attirato a sé gli occhi e i cuori di tutti, viene mostrato nelle processioni e nelle messe». ... «Questo dio che dimora in fortezze tabernacoli e nei santuari è onorato nelle chiese dove l’Anticristo estende il suo regno e dove esercita la forma di culto da lui creata».

Come ho scritto anche nella sezione "Libri", mi è arrivato il commentario di Daniele di N.W. Porteous (link).
Si tratta di un commentario che si attiene strettamente ai fatti storici.
Il commentario conferma fra l'altro, in maniera scrupolosa, il fatto che nel libro di Daniele si parla indubbiamente di Antioco IV. Un solo esempio:
«... i vv. 36-39 [del cap. 11, ndr] descrivono in maniera così precisa quello che si sa della carriera di Antioco IV Epifane da consentire di respingere tranquillamente l'ipotesi che questi versetti rappresentino una profezia sull'Anticristo. Una tale concezione si basa su un'argomentazione aprioristica e non nasce spontaneamente dal testo. Invero essa non ha alcun valore teologico» (p. 207).

Un libro che raccomando a tutti coloro che vogliono studiare il libro di Daniele in maniera davvero seria, senza trovarsi di fronte a quelle bizzarre e stravaganti interpretazioni che caratterizzano un certo tipo di "esegesi".

Saluti
Achille
04/12/2005 18:20
 
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A pag. 211 del suo libro, N. Porteous espone alcune ipotesi e teorie sul significato dei numeri che compaiono alla fine del libro di Daniele (i 1290 e i 1335 giorni).
Porteous osserva poi che:

«Non abbiamo dati sufficienti per verificare tali ipotesi. Sembra preferibile credere che dietro questi calcoli misteriosi agisse una fede inestinguibile che accendeva e conservava una fede simile in molti che stavano vivendo in giorni di oscurità e di dolore. Questa riflessione può forse ispirare una maggiore indulgenza verso coloro che abusano oggi, in maniera irragionevole, del libro di Daniele usandolo come chiave per dischiudere gli eventi futuri, ma che anche in questo modo dichiarano la loro persuasione che Dio è veramente all'opera negli eventi dei nostri giorni. Al medesimo tempo costoro farebbero bene a riconoscere che è proprio perché l'autore del libro di Daniele era intento in prima linea a parlare dei suoi giorni che egli può venire letto con profitto ai nostri».

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 04/12/2005 21.17]

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