06/10/2005 23:05 |
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In realtà, da un punto di vista grammaticale è molto strano trovare in Giov 8:58 il presente “ egò eimì “, dove ci saremmo aspettati un “ io ero “ o “ io sono stato”.
Credo che Gesù abbia voluto far riferimento alla sua eternità in quanto Logos, Figlio Unigenito di Dio, definendosi “ Io sono”, cioè un eterno presente, atemporale e quindi, al di fuori dal tempo, in una dimensione che è del tutto ignota a noi esseri umani, che non possiamo concepire nulla che non sia in qualche modo legata al tempo e allo spazio.
Voglio osservare che questa espressione “ egò eimì” la troviamo altre due volte in questo capitolo del Vangelo di Giovanni in posizione enfatica.
Il primo versetto è Giov.8,24, “ Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono morirete nei vostri peccati”.
Anche qui quello “ Io Sono “ è strano, perché non è seguito da un aggettivo o sostantivo che dica chi sia Gesù. Ma se collochiamo accanto all” Io Sono del versetto 58, allora comprendiamo che anche qui ci si riferisce all’eternità del Logos, il quale è un eterno presente. Ne segue che l’aggiunta ( Il Cristo) posta tra parentesi nella Versione della Riveduta costituisce una interpretazione gratuita che a mi avviso altera il profondo senso dell’espressione.
Invece la traduzione della TILC in questo capitolo mette molto bene in risalto tutto il valore teologico di questa espressione: “ Io ve lo dichiaro solennemente: prima che Abramo nascesse, IO SONO”.
L’altro versetto nel quale si trova questa espressione è Giov 8 28 “ quando avrete innalzato il Figlio dell’ uomo allora saprete che Io Sono……”
Io sono chi? Ma quale costruzione sintattica è mai questa?
Perché Gesù in queste occasioni non ha detto espressamente chi fosse? Anche qui Gesù allude alla sua natura divina in quanto Egli esiste in un eterno presente.
Quando questi tre versetti vengono esaminati insieme, mi sembra che l’ interpretazione tradizionale sia più che accettabile.
Corollario delle mie osservazioni è l’autorevole “Grande Lessico del NT “
“ Ego eimi si trova come autodefinizione di Gesù in Giov 8:58 e 8: 24-28; 13:19.
In Giovanni 8:58 ( ego eimi) è chiaramente contrapposto a “ prima che Abramo fosse “. In esso Gesù esprime la consapevolezza della propria eternità, della propria trascendenza rispetto al tempo. Ciò che la Scrittura attribuisce al Padre VIENE QUI RIFERITO AL FIGLIO CHE E’ UGUALE AL PADRE” ( Grande Lessico del NT, G. Kittel – G Friedrich vol.III pag.189)
Saluti
Adelfos
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