Mi limito a considerazioni flash riservandomi di specificare meglio nel week-end giacché tra
internet cafe e terminali di biblioteche e università potrei dilapidare un patrimonio monetario mio e dello stato. Il verbo eimi è spesso usato come presente dell’azione passata ancora in corso, ergo “io sono e continuo ad essere”.Questo è una delle possibili letture del verbo insieme a chi come il sottoscritto lo ritiene usato in modo assoluto. Le problematiche che alcune traduzioni inglesi hanno cercato di risolvere non traducendo col classico “io sono” sono legate al fatto che l’inglese è una lingua intrinsecamente limitata ed è difficile rendere la continuazione di un’azione passata nella loro lingua usando il presente: da qui i vari tentativi a volte assai infelici. Tuttavia quel verbo è esclusivamente al presente, e nella nostra lingua non c’è motivo per renderlo all’imperfetto. “Io sono stato”, che alcuni consigliano, per me è una barbarie, giacché non dà l’idea della continuazione nel presente, “io ero” è altrettanto inadeguato. L’idea di intendere qui “eimi” nell’uso che si fa del azione per esprimere un’azione passata ma ancora in corso ha seri problemi, seppur grammaticalmente possibile, in quanto Gesù stava parlando del suo stato “prima che Abramo fosse”, il contesto non ha di mira ciò che sta succedendo nel presente, e dunque non ricade nella casistica dell’azione ancora in corso. Questo ovviamente non significa che Gesù mentre parlava non esisteva, ma semplicemente che in quel versetto stava parlando d’altro, cioè del “prima che Abramo fosse”. Non è uguale al caso “perché siete con me sin dal principio” di Gv 15,27 che può essere reso con “poiché
siete stati con me sin dal principio”, in questo caso infatti Gesù sta dicendo davvero di una situazione partita nel passato e che perdura nel presente, nel caso di Gv 8,88 invece Gesù parla di un preciso momento, ossia “prima che Abramo fosse”, e dice di sé “io sono”, quando avrebbe potuto dire benissimo “io ero”.
Ad maiora
[Modificato da Polymetis 06/10/2005 0.09]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)