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In verità io ti dico: oggi tu sarai con me in Paradiso

Ultimo Aggiornamento: 01/10/2005 14:47
01/10/2005 12:34
 
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Per Sea

“Quindi stando a quando tu dici Poly nelle scritture quando si parla di tempo o di altro in riferimento al paradiso e quindi ai luoghi celesti tutto ciò che si legge è relativo?”

Si tratta di identificare i generi letterari e affermare con Galileo che: “le quali proposizioni, sì come, dettante lo Spirito Santo, furono in tal guisa profferite da gli scrittori sacri per accomodarsi alla capacità del vulgo assai rozo e indisciplinato, così per quelli che meritano d'esser separati dalla plebe è necessario che i saggi espositori ne produchino i veri sensi, e n'additino le ragioni particolari per che e' siano sotto cotali parole profferiti: ed è questa dottrina così trita e specificata appresso tutti i teologi, che superfluo sarebbe il produrne attestazione alcuna. “

“Quindi quando si legge che Cristo mori è solo in senguito ascese al padre le cose non stanno così quindi dobbiamo intendere che Cristo appena è morto immediatamente si trovava nei luoghi celesti”

Non “appena è morto” ma ab aeterno, sin dall’eternità. Tu continui a pensare che mentre Cristo era sulla terra la Trinità fosse privata nei cieli di uno dei suoi membri… non è così. Qui sulla terra il tempo scorre ed esiste lo spazio, ma non c’è una corrispondenza sincronica tra ciò che avviene nel reame di Dio e ciò che avviene sulla terra.

“quando si parla in riferiemnto a fatti o a situazioni che accadono nel reame spirituale nulla è spiegabile in termini umani?”

Diciamo che la nostra mente è assai limitata (Gb 11,7-9), possiamo però provare a profferire qualche balbettio. Dal punto di vista terreno, ossia guardando da una prospettiva dove il tempo scorre, Cristo non era ancora salito al Padre, mentre da una prospettiva celeste e dunque di immutabilità, Cristo aveva realizzato l’incarnazione senza lasciare il seno del Padre, perché Dio avendo creato il tempo ne è fuori e dunque non può esserci un “prima” col Figlio, un “dopo” senza il Figlio e un “dopo ancora” col Figlio ritornato. Questo implicherebbe che Dio diviene, ossia che muta, ma il divenire implica il tempo che a Dio è estraneo. Cristo ascendendo non ha spiccato il volo, come se il paradiso fosse in qualche luogo sopra le nuvole, sappiamo che oltre le nuvole c’è ancora atmosfera e poi lo spazio aperto, null’altro. Se Cristo ha raffigurato nella mente dei suoi discepoli l’ascensione al cielo come una salita in verticale è perché nelle teologie primitive il cielo è sempre stato considerato la dimora di Dio, e dunque il Signore creò un’immagine che fosse comprensibile alla mente dei discepoli. Ma il paradiso non sta in qualche luogo della Via Lattea, per cui un’ascesa in verticale come se si stesse facendo un viaggio col proprio corpo verso un luogo fisico è impossibile. Ti rimando inoltre alla discussione che Achille ha ritrovato.

Per Bicchiere

Ti ho risposto nella discussione che hai aperto.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
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