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L'INFERNO

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2005 15:54
18/08/2005 15:25
 
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Gesu' mette in guardia
Gesu' Cristo ha parlato spesso dell'Inferno. Quando parlo' "dell'inferno...il fuoco inestinguibile" (Mt 25,31), Egli lo fece spinto da un senso di compassione, per mettere in guardia gli uomini da questa tragedia irreparabile, da questa "seconda morte" (Ap 21,8), con la sua permanente separazione dalla vita eterna di Dio, per la quale l'uomo e' stato creato.
Cristo parlo' energicamente con immagini comuni in quel tempo, di "inferno, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue" (Mc 9,47-48). Usando tali immagini Cristo non stava dandoci una descrizione letterale dell'inferno, perche' il male della separazione da Dio non puo' mai essere adeguatamente descritto.
Cristo invece voleva richiamare alla necessita' della conversione ed avvertire che quelli, che deliberatamente persistono nel male, andranno alla completa rovina.
Il Nuovo Testamento frequentemente si e' riferito al castigo infernale come castigo senza fine.
"E se ne andranno, questi al supplizio eterno e i giusti alla vita eterna" (Mt 25,46).
Questo ha fatto parte dell'ordinario insegnamento della Chiesa fin dal principio.
Alcuni teologi antichi, soprattutto Origene al terzo secolo, hanno affermato che tutti i peccatori, Satana compreso, avrebbero potuto eventualmente essere portati alla salvezza. Ma la Chiesa ha sempre respinto vigorosamente questo modo di pensare ed altri simili come incompatibili con la verita' rivelata, ed ha solennemente confermato la dottrina secondo cui il castigo infernale e' eterno.

L'albero del Bene e del Male
Dio aveva collocato Adamo ed Eva in un luogo delizioso detto Paradiso terrestre, che comunemente, si ritiene che sia quella regione che ora viene detta Armenia, perche' la Sacra Scrittura accenna a quattro fiumi che in essa scorrevano: il Fison, il Geon, il Tigri e l'Eufrate.
Tutte le ricchezze della terra vennero da Dio concesse all'uomo perche' ne usasse e ne disponesse.
Un'unica eccezione fece pero' il Signore nel concedere l'elevazione alla vita soprannaturale. Proibi', cioe', di mangiare il frutto di un albero misterioso che si trovava al centro del Paradiso terrestre e che Dio stesso denomimo' della scienza del bene e del male.
Ecco le parole di Dio: "Mangia del frutto di qualunque albero del Paradiso. Ma dell'albero della scienza del bene e del male non mangiare; perche' in qualsiasi giorno tu ne avrai mangiato, di morte morirai!".
Ma il demonio, invidioso della felicita' degli uomini primitivi, che erano stati da Dio destinati a prendere in Cielo il posto da lui perduto, si presento' ad Eva sotto l'aspetto di un astuto e insidioso serpente, e cosi' le parlo': "Per qual motivo Dio v'ha comandato di non gustare di qualsivoglia albero del Paradiso?". Eva rispose: "Del frutto degli alberi che sono nel Paradiso, noi ne mangiamo; ma del frutto dell'albero che e' in mezzo al Paradiso, Dio ci ha comandato di non mangiare e di non toccarlo, che' non abbiamo a morirne"
Ma il demonio assicuro' Eva con queste parole: "No davvero, che non morirete. Dio pero' sa che in qualunque giorno ne mangerete, vi s'apriranno gli occhi e sarete come dei, sapendo il bene e il male".
Ella guardo' il frutto con avida curiosita', vide che era bellissimo, stoltamente credette alla parole del demonio, s'avvicino' all'albero e con leggerezza colse il frutto proibito, che poi si presento' ad Adamo. Ne mangiarono insieme. I loro occhi s'aprirono e conobbero di aver peccato! Il primo peccato dell'umanita', che si chiama peccato originale, fu dunque un peccato d'orgoglio e di disubbidienza.
I nostri progenitori infatti presuntuosamente avevavo creduto di poter diventare come Dio, ed avevano disubbidito al comando divino.

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