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Geovismo e psicologia: autocritica, autoesame, auto ed eteroaiuto fraterno

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:59
27/02/2005 09:29
 
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In un post del forum di Sonny , sezione Esperienze, thread “I TdG? Dei bei sfascia-famiglie” (il 25/02/2005 21.19) Renj lamenta...

>Se il battesimo vuol dire :"UNA RICHIESTA FATTA A DIO DI AVERE UNA BUONA COSCIENZA "perchè ogni volta che uno deve prendere una decisione ci sono subito quelli che ci mettono il naso e vogliono fare le veci della TUA COSCIENZA ?

Ci rifletto sopra perché lo credo inerente alla nostra tematica psicologica
Io penso che la situazione psicologica che vige nel movimento geovista è la stessa (o per lo meno analoga) a quella che esiste (o piuttosto esisteva marcatamente fino a prima del Concilio) in un convento o seminario cattolico, ove l'Anziano fa la parte del Superiore e i normali TG sono tutti conversi/seminaristi.

Se è così, è normale sia la delazione che serve solo a far conoscere ai "medici" il difetto da correggere nei soggetti che altrimenti resterebbe occulto, sia il ficcare il naso dappertutto degli Anziani per fare in modo che la "malattia/contagio" non entri da nessuna parte, e si capiscono anche i loro drastici interventi affinché essa, entrata, non dilaghi ma sia curata al più presto.

Insomma il geovismo secondo me consiste in un gigantesco monastero invisibile senza mura ove ciascuno si sente sotto libertà vigilata (non a caso si è analogato il CD al "Grande Fratello" orwelliano).
E direi anche onestamente che, se è così, la dirigenza ha diritto di procedere in quel modo. Salvo a doversi studiare di contemperare un pò di più la rigidezza con la misericordia, comprensione e tolleranza. Ma questo dovere di dolcezza non intacca il diritto di ogni comunità di darsi quel dovere educativo. Questo dovere indica l’esigenza solo di "misura" nello stabilire regole comportamentali e intervento disciplinare, misura che solo persone sagge e prudenti acquistano col tempo e l'esperienza. Non si può certo aspettarsi che l'abbiano tutti gli Anziani. Soprattutto gli Anziani giovani d'età che vivono il loro ruolo con orgoglio e magari sono stati “nominati” tali per promozione dovuta al loro zelo di "produzione" e alla rigida esecuzione dei diktat Brooklyniani, e non già per una loro maturazione in saggezza ed umanità. Il che li rende non pastori delle pecore ma burocrati del regime. Atteggiamento che, come si legge ogni tanto sugli stampati, la Dirigenza cerca di ridimensionare (ma sembra appunto solo a parole del tipo qui lo dico e qui lo nego, qui ti freno e qui ti lodo).

In assoluto però, così come riteniamo lecito, giusto, e servizio teso al bene dei soggetti, questo dovere di sorveglianza protettiva dell'uomo di fede maturo rispetto al giovane in cammino, del pastore riguardo ai fedeli (che poi è lo stesso che compete anche ai genitori verso i figli)*, dobbiamo ritenere lecito che lo si applichi anche in casa Geova. Lamentando soltanto, così nel geovismo come nei seminari e studentati, l'eccesso irrazionale nella misura e nel modo di applicare in concreto e nei singoli casi il dovere di prevenire e curare l'infiltrazione del "male" (sia essa stortura dottrinale sia di comportamento morale). Ricordo una vignetta che mostrava una suora accucciata e distrutta davanti alla superiora che con fare altezzoso diceva “Per santa obbedienza...”
Bery
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* I quali genitori e pastori hanno pure lo stessissimo problema educativo di vigilare, intervenire tempestivamente, nella misura migliore, tenendo conto dell'età dei soggetti e quant'alro. E possono essere un giorno benedetti se in gamba o maledetti se stupidi e cattivi. Quindi è un problema che col tempo certamente riceverà i debiti "aggiustamenti" in casa Geova (ne va della sopravvivenza della ditta!), ma gli attori che devono e possono contribuire a questo cambiamento sono gli stessi soggetti (come nelle rivoluzioni popolari e la conquista dell'indipendenza). Mentre resta possibile e doveroso un aiuto esterno in relazione all'evidenziare che la dottrina su cui il Movimento si appoggia non è biblica. Cosa che i soggetti da soli molto difficilmente possono vedere. Prova ne sia che molti, usciti per motivi disciplinari e di insofferenza alla gestione, ne restano ancora convinti. Ed è su questo piano, strettamente dottrinale, che si situa l'aiuto prestato dal GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socioreligiosa) mentre quello inteso al cambiamento gestionale può venire sia dalle lagnanze dei soggetti che dal contributo di sociologi, psicologi e, perché no?, anche giuristi laddove si trasbordi contro i diritti umani.
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est modus in rebus
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