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Geovismo e psicologia: autocritica, autoesame, auto ed eteroaiuto fraterno

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:59
12/02/2006 10:27
 
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Nel post di Husai, del 10/02/2006 0.23 situato nella sezione “Forum Principale” 3D “Condizionamento e TdG” è stato segnalato il seguente link

www.geocities.com/Athens/Aegean/7208/condizio.htm

che rimanda a un articolo di Randall Watters sul condizionamento mentale e suggerimenti su come trattare i TG (familiari, parenti o semplici sconosciuti ma persone comunque da aiutare perché appunto “condizionate”) per far loro riesaminare la base della loro adesione al geovismo.

Si badi bene. Lo stesso fatto che si suggerisce di usare il dialogo dice automaticamente che si è convinti della libertà e capacità mentale fondamentale del Testimone. Quindi per “condizionamento mentale” non si deve intendere frettolosamente (la fretta è una cattiva consigliera!) che il soggetto non ragiona più. Si vuol dire solo che ha delle convinzioni, inculcate, che lui ha accolto liberamente e consapevolmente ma senza rendersi conto che da qualche parte erano difettose. Perciò, così come le accolse a suo tempo, ora è libero di rianalizzarle, aiutato da altri occhi e altre intelligenze che lo “vedono” da fuori e possono vedere ciò che il suo “cuore” (e non la sua mente) gli impedisce di vedere, e, fatto il debito “accertamento di ogni cosa” potrà liberarsi di tutto ciò che non è fondato “attenendosi solo a ciò che è eccellente”.
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est modus in rebus
21/02/2006 19:06
 
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Il cervello "capisce" solo ciò che vuole

Scritto da: duemulini 12/05/2005 9.06

Ma allora questa reazione dei TdG di fronte alla dimostrazione degli errori negli insegnamenti in cui credono è solo un fatto psicologico, una reazione psicologica? Io ero convinto che fosse una vera e propria strategia messa in atto perchè insegnata dalla WTS per difendersi in simili casi... oppure c'è anche questo?




Il numero 935 del Venerdi di Repubblica riportava la notizia di una ricerca, condotta alla Emory University di Atlanta dallo psicologo Drew Westen, che ha studiato i comportamenti di elettori democratici e repubblicani durante le presidenziali Usa del 2004.
Il team guidato da Westen ha raccolto, poco prima delle elezioni, un gruppo di sostenitori di Bush e altrettanti sostenitori di Kerry. A ogni volontario è stata fatta leggere una finta dichiarazione di Bush e una di Kerry, seguita da altre finte dichiarazioni in cui i candidati si rimangiavano quanto affermato in precedenza. I volontari dovevano dire quanto le due dichiarazioni fossero contraddittorie. Poi veniva fatta leggere loro una terza finta dichiarazione in cui Bush e Kerry spiegavano perché avevano cambiato idea. Il tutto mentre i simpatizzanti erano sottoposti a risonanza magnetica funzionale (Rmf), che consente di visualizzare momento per momento l'attività cerebrale.
L'analisi dei risultati è stata sorprendente: i sostenitori di ogni candidato coglievano le contraddizioni nelle dichiarazioni dell'avversario, mentre non vedevano quelle del proprio. A spiegare questa cecità partigiana hanno provveduto le immagini ottenute con la Rmf. Quando si riflette sulle dichiarazioni contraddittorie dei propri candidati, le aree deputate al ragionamento, come la corteccia cerebrale dorsolaterale, restano quasi inattive, mentre si attivavano aree, come la corteccia orbitale frontale, legate a emozioni molto particolari: disgusto, tristezza, disagio legato a un conflitto di giudizi, persino la sensazione di perdono.
«Sembra che i fan politici» spiega Westen «di fronte a fatti scomodi, non ragionino sui nuovi dati, ma si limitino a riorganizzare le conoscenze che già hanno, fino ad arrivare a una combinazione che li giustifichi, al fine di ridurre il più possibile le emozioni spiacevoli che provano». Infatti, appena il volontario terminava di leggere la terza dichiarazione, quella in cui si spiegavano i motivi delle contraddizioni, i circuiti delle emozioni negative si spegnevano e si attivavano quelli della «ricompensa», che producono le sensazioni di piacere. Secondo Westen, quindi, nelle discussioni politiche spesso il ragionamento è soverchiato dalle emozioni, che riescono a farci ignorare o distorcere i fatti che potrebbero farci cambiare idea.
Non vi pare che le conclusioni della ricerca di Westen possano essere mutuate nel campo religioso per spiegare anche le ragioni per cui i Testimoni di Geova sono prontissimi a cogliere le contraddizioni negli altrui impianti dottrinali, mentre non vedono quelle del proprio? [SM=x570872]
Cordialmente
geovologo

Cordialmente
geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
21/02/2006 19:23
 
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Re: Il cervello "capisce" solo ciò che vuole
Scritto da: geovologo 21/02/2006 19.06


Non vi pare che le conclusioni della ricerca di Westen possano essere mutuate nel campo religioso per spiegare anche le ragioni per cui i Testimoni di Geova sono prontissimi a cogliere le contraddizioni negli altrui impianti dottrinali, mentre non vedono quelle del proprio? [SM=x570872]
Cordialmente
geovologo
*************************+
Carissimo geovologo,
Rispondo sì alla tua domada, non come parere, ma come certezza.
Sono stato TdG per tanti anni e, guardando indietro nel tempo, vedo quel "meccanismo" in me e in molti altri TdG. Ha mica a che fare con quella che ho già sentito menzionare come "dissonanza cognitiva"? Lo abbiamo chiamato in diversi modi, il più calzante mi sembra "muro di gomma".

In ogni caso sappiamo che si può superare, l'amico Bery ne ha dato un motivo nel post precedente. E poi il fatto che siamo qui è una prova vivente che quella situazione mentale può essere abbattuta.
Mi piace ripeterlo spesso: continuiamo a fare del nostro meglio, i risultati si vedono.

Un saluto da
Matisse

[Modificato da Muscoril 21/02/2006 19.24]

La verita' non danneggia mai una giusta causa. M. K. GANDHI
21/02/2006 20:45
 
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Re: Re: Il cervello "capisce" solo ciò che vuole

Scritto da: Muscoril 21/02/2006 19.23
Carissimo geovologo,
Rispondo sì alla tua domada, non come parere, ma come certezza.
Sono stato TdG per tanti anni e, guardando indietro nel tempo, vedo quel "meccanismo" in me e in molti altri TdG. Ha mica a che fare con quella che ho già sentito menzionare come "dissonanza cognitiva"? Lo abbiamo chiamato in diversi modi, il più calzante mi sembra "muro di gomma".

In ogni caso sappiamo che si può superare, l'amico Bery ne ha dato un motivo nel post precedente. E poi il fatto che siamo qui è una prova vivente che quella situazione mentale può essere abbattuta.
Mi piace ripeterlo spesso: continuiamo a fare del nostro meglio, i risultati si vedono.

Un saluto da
Matisse

[Modificato da Muscoril 21/02/2006 19.24]




Vero, altrettanto vera é la paura di ciò che all’esterno ci riserva.
É questo il punto più importante, ovvero “ Cosa mi attende aldilà del muro di gomma “ nella consapevolezza che molte cose “ affetti, ecc. “ cesseranno di esistere.
Perdonatemi qualche parola forte, ma, Perché rimanere forzatamente a fare da soprammobile ed essere un numero per la Società Torre di Guardia. Solo la Forza di essere Se Stessi si riuscirà a far cogliere la verità ai propri cari, l’amico/a, il vicino di casa, ecc.
Già in un altro post dell’anno scorso ho evidenziato questo passaggio in altri termini, ma fintanto si rimanda a “ domani ... “ la vita affonda nell’inerzia, non più vivi.
Non basta essere “ inattivi “ e rimanervi dentro, bisogna dare Testimonianza, non quella virtuale.

Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
22/02/2006 14:03
 
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Io ho trovato questo

A nome di Francesco (nick “bandoss”), nella Sezione "Presentiamoci", 3D "Presentazione", Post del 12/12/2005 22.01
si legge la sua testimonianza in questi termini:

«Nell'inverno del 1999 fornivo le mie dimissioni perkè semplicemente nn ci credevo più. Alcune mie perplessità dottrinali non hanno trovato soddisfacenti risposte nemmeno dalla betel e da qui la decisione, per onestà intellettuale, di dimettermi da ogni incarico.
Quasi cintestualmente smetto anke di frequentare le adunanze per gli stessi motivi e per coerenza.
Nel settembre del 2004 vengo disassociato. Ho dibattuto tenacemente la decisione perkè la ritenevo (e la ritengo tuttora) semplicemente sbagliata con la ripromessa di dissociarmi volontariamente non appena il comitato di appello avesse revisionato la decisione. Così non è stato e kissenefrega. In fin dei conti sarebbe stata solo una vittoria di principio della quale in tutta onestà non mi interessava poi grankè...
Non mi ero mai preso la briga di dissociarmi semplicemente perkè non avevo più nessun interesse per il gruppo, lo han fatto loro e contenti loro contenti tutti :-))))»

La cosa interessante, a mio avviso, è notare che la Società fa di tutto per trasformare in disassociazione (o espulsione) quelle che nell'intenzione del soggetto sono dissociazioni.
Perché? Perché la disassociazione comporta tra le righe non solo la cosiddetta "apostasia" ma anche supponibili colpe di vario genere. Il soggetto si è reso indegno, ha trasgredito le alte norme morali di Geova, è un peccatore impenitente eccetera... E' importante che i fedeli che restano non abbiano neanche alla lontana il sentore che il disassociato potrebbe aver avuto degli ottimi motivi per dissociarsi liberamente (magari la scoperta di incongruenze dottrinali; un comportamento autoritario al limite della sopportabilità; un'invadenza nella propria intimità che offende la privacy o altro...

Francesco, a quanto pare, l'ha presa con filosofia spedendoli a quel paese. Ma avrebbe potuto con tutto diritto rimproverarli per ipocrisia, e querelarli almeno davanti a Geova che, a quanto dice la Bibbia, è un Dio che detesta la menzogna.
_________________________
Man hu? Cos'è?
22/02/2006 14:24
 
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Re: Io ho trovato questo

Scritto da: petitio 22/02/2006 14.03

Francesco, a quanto pare, l'ha presa con filosofia spedendoli a quel paese. Ma avrebbe potuto con tutto diritto rimproverarli per ipocrisia, e querelarli almeno davanti a Geova che, a quanto dice la Bibbia, è un Dio che detesta la menzogna.


Fortunatamente Francesco ha la testa e piedi ben ancorati, non come la WTS che naviga nelle nuvole lasciando una scia di intendimento nocivo oscurante la Verità.



Vitale
La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
08/03/2006 14:55
 
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Le ammonizioni fraterne di "Ingannato", pagate di persona
Segnaliamo, per i grandi risvolti psicologici, la lettura in questo stesso Forum Principale, di un 3D ormai finito in terza pagina. Cioè il 3D di “ingannato”, dal titolo 30anni da tdg, quante ne ho viste
Link: www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=3028&p=1

E’ un “lenzuolo” molto denso, ma si legge con piacere perché è aneddotico.
Qualche stralcio per farvi venire l’appetito…

___________________________________________________________

> Da questo comunque e da tanti altri aspetti traspare una caratteristica dei tdg non proprio bella da dire: la presunzione. Spesso io personalmente mi sono interrogato su come fosse possibile che io, sì proprio io, fossi stato così intelligente o fortunato tra i 6 miliardi di persone al mondo ad avere praticamente capito tutto, la soluzione ad ogni problema, i problemi attuali non mi sembrava vero che fossero solo passeggeri e che io sarei stato fra quelli eletti ad essere salvati nel giorno del giudizio.
E chi ci pensava a tutti gli altri ignari che sarebbero stati distrutti, quelli io personalmente gli ho sempre visti come delle semplici comparse che al massimo, come utilità, avevano quella di permettere a me e agli altri tdg di dimostrare quanto bravi eravamo.
Altro che amore cristiano, credetemi e non è colpa del tdg singolo, alla fine egli diventa un freddo esecutore automatizzato che non si rende nemmeno conto della portata delle cose in cui crede, non si pone il problema di tutte le persone che verranno sterminate da qui a poco, lui vede solo l’ora che accada ciò, questo perché semplicemente la sua mente accetta di buon grado di essere un eletto.

> Cambiando ancora tema – scusate se passo da un discorso all’altro – non posso non rammentare anche la quantità di divieti che esistono in una vita da tdg, divieti che ufficialmente servono a mantenersi puri agli occhi di Dio, ma in sostanza è molto più subdolo il tentativo da parte della WTS, ovvero è umanamente comprensibile che un fratello trovandosi in compagnia delle cosiddette “persone del mondo”e non potendo brindare, fare degli auguri di buon compleanno ecc, egli si senta bene o male un pesce fuor d’acqua, quindi non servirà nemmeno poi così tanto che la WTS ribadisca di non unirsi con tali compagnie per il semplice motivo che sarà il fratello stesso a non ricercarle perché automaticamente vuole evitare eventuali situazioni di imbarazzo. Sopraffino vero come metodo di isolamento non credete?

> Essere tdg vuole dire acconsentire a diventare degli automi spirituali, che magari non avranno la pericolosità di alcuni estremisti che vi sono al mondo, ma non sempre è vero anche questo, a volte è stato dimostrato che sono pericolosi anche per se stessi e i propri cari.
Forse questo forum è utile quasi esclusivamente a noi cosiddetti dissidenti, o a chi deve ancora entrare nelle fila dei tdg, ma ai tdg convinti nemmeno l’evidenza basta, sono in grado di negare anche quella.
Ma se a loro va bene così ad un certo punto lasciamoli pure lì, “lecchiamoci” le ferite fra noi poveri stupidi e ignoranti dissidenti- non è vittimismo questo -, ferite ne abbiamo di tutti i tipi, più o meno profonde, io personalmente, malgrado sono sempre riuscito a non farmi troppo coinvolgere dagli insegnamenti della WTS, ho un malloppo di insicurezze interiori che senza l’influenza dei tdg non avrei minimamente, le tare mentali che ancora ho e chissà per quanto tempo ancora mi tirerò dietro, quando sono in mezzo alle persone “del mondo”, non le avrei se non fossi stato tdg per tutto questo tempo.

Ecco qual è la verità, che io all’interno dei tdg non ci sono stato bene, ho sempre vissuto una forma di conflittualità interna enorme, che si è protratta così a lungo perché per tanto tempo avevo la convinzione, o illusione, che il gioco valeva la candela, o che ero io che non andavo, ho continuato a mettere in disparte un mio malessere interiore che però ad un certo punto ha sovrastato ogni mio tentativo di soffocarlo, ora mi sento di dire tutto quello che ho scritto in questo thread e in altri che sono contenuti in questo forum senza più fare finta che tutto vada bene, se non con la congregazione alla quale ancora mi associo – e per favore non criticatemi per questo-.

> Bisogna resettare tutto, ma che fatica sto facendo, sto sì cercando di ribellarmi a questa cosa che mi fa e mi ha fatto stare male, ma senza rendermene conto per alcune cose ci sono dentro fino al collo, per esempio il documento sul sangue ce l’ho ancora nel portafoglio, malgrado io sia cosciente che allo stato attuale una trasfusione, pur di salvarmi la vita, l’accetterei, senza pensare che farei un dispiacere a Dio, come la farei fare ad altri miei cari, eppure ancora non sono riuscito a gettarlo via, ho ancora quel documento nel portafogli.
E ancora, a volte, per quanto all’interno dei tdg io continui a non sentirmi bene, ma un pesce fuor d’acqua, ancora dicevo ho dei “cordoni ombelicali” che non mi permettono di allontanarmi da loro serenamente, ho paura a volte di essere io ad avere qualcosa che non va, dico fra me e me che forse è solo perché non ho voglia di impegnarmi in una cosa del genere, che prendo solo la palla al balzo leggendo quello che vi è scritto su tale forum per sentirmi meno biasimevole, volendo andarmene via da tale organizzazione, che se non mi sono mai trovato bene nella mia vita all’interno d’essa la colpa sia mia, che non ho mai studiato approfonditamente come sarebbe stato consigliato, che in sostanza nell’opera non mi sono mai dato da fare più di tanto, in più sono sempre stato un tipo che si è fatto spesso influenzare dal timore dell’uomo, quindi ho sempre faticato ad imporre la mia fede di fronte agli altri, vergognandomene spesso.

> Ad un certo punto il loro non è altro che un mal celato estremismo religioso – anche se pacifico- o fanatismo e personalmente mi accorgo che non riesco a nutrire più di tanto rispetto nei loro confronti, la loro presunzione è disarmante perché, se ci pensiamo bene, se trovano persone con le quali riescono ad avere un certo monopolio nella conversazione che gli permette di illustrare ciò che a tavolino hanno già deciso di trasmettere, tutto bene, altrimenti alle prime difficoltà si chiudono a riccio e fanno credere che siano gli altri a sbagliare di grosso.
E sapete perché sono sicuro di questo? Perché ero così anche io, quando mi dicevano “ ci sono un sacco di soldi che girano anche in mezzo ai tdg” io negavo, quando mi dicevano “ non pensate di essere nel giusto solo voi” io gli ridevo quasi dietro, quando mi dicevano “ la vostra bibbia è diversa dalla nostra” io rispondevo che non era vero, che la nostra traduzione era solo più moderna, al passo con i tempi ecc ecc.
Riuscivo a negare spudoratamente, o asserivo cose in maniera talmente sicura come se mi fossi documentato personalmente su ogni argomento che esponevo.
Ecco cos’ero, una marionetta niente più, appena ho messo il “naso fuori” mi sono accorto che negli anni ho detto un sacco di cose senza sapere nemmeno cosa dicevo.
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est modus in rebus
17/03/2006 09:21
 
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Sport, barba e scacchi? Sì, c'entrano anch'essi.
A mio parere è degno di nota il thread del 26/11/2005 19.15 “Sport, barba e scacchi” di “Gabriele Traggiai”, nella sezione “Costume e società”. E’ passato un po’ di tempo ma gallina vecchia fa buon brodo e poi queste non son cose che risentono del tempo.
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Nel post di Gabriele Traggiai si accenna al gioco del calcio, ritenuto pericoloso da una circolare che dice…

>“Riteniamo questo genere di svago altamente pericoloso per la spiritualità di molti sia perché può generare un malsano spirito di competizione specialmente nei giovani sia perché queste partite di calcio diventano argomento di conversazione in occasione delle adunanze di congregazione”
Poi però, evidentemente nella previsione che il divieto non sarebbe osservato, ci si adatta a tollerare tale sport purché non sia organizzato in squadre, tornei, congregazioni contro congregazioni eccetera.

Segue un post di Goccia azzurra che elenca una serie di “Non devi!” dicendo…
> Maddài!!
Come si fa a sostenere che la WTS non cacci il naso in ogni minimo dettaglio della propria vita??
Lo fanno relativamente allo studio (Università? Vade retro Satana!), riguardo alla musica che non deve'essere rockettara, sensuale, ecc., riguardo all'abbigliamento personale (gonne troppo corte - e non si parla di mini ma leggermente sopra il ginocchio - o troppo lunghe!), no a più di un foro ai lobi (femminili, di quelli maschili nemmeno a parlarne), no a barba e capelli maschili non corti pur se molto ordinati.. forse anche i tagli rasati che vanno di moda oggi sono "sconsigliati"..
La Wts s'intrufola anche in camera da letto: se si hanno "variazioni sul tema" con il coniuge ti fanno sentire sporca e depravata perchè Geova non gradisce, no a films e a letture gialle e di fantascienza: sono sataniche! Occhio al lavoro che fai perchè in qualche modo potresti sostenere cose detestabili a Geova (cioè la WTS).
Evita di frequentare persone (anche se moralmente fantastiche) al di fuori dei Tdg, attenzione ai cibi, cosmetici ecc. che potrebbero contenere infinitesimali tracce di sangue, occhio a Internet che è demonico, niente lotterie perchè non bisogna essere schiavi del Dio della Fortuna, meglio niente sport perchè per eccellere occorre spirito agonistico e ciò non è una qualità cristiana... Togli i Puffi ai tuoi bimbi.. rappresentano gli Gnomi, quindi figure sataniche!
Stendiamo un velo pietoso su Compleanni, Onomastici, ecc.ecc.
Ecchecavolooooooooo QUESTA si chiama DITTATURA!!!!
E certo quanto sopra non è a livello DI CONGREGAZIONE LOCALE!!!

E aggiunge che, anche quando si trattasse ufficialmente di “consigli”, in pratica si trattava di comandi

> Solo chi è stato o è un SINCERO TESTIMONE DI GEOVA è perfettamente consapevole che i consigli o suggerimenti dati dalla WTS vengono in pratica spacciati come COMANDI DI GEOVA! E poiché ci veniva/viene insegnato che Lui viene PRIMA DI TUTTO, anche di noi stessi, tali persone sincere osservano scrupolosamente quanto il CD attribuisce tassativamente alla “bocca” del Creatore!
Mi è venuto un nervoso..


Completa il terzetto “Bandoss” che, in rapporto alla barba, ci dice che…
Il problema della Barba è un'ingerenza tipicamente italiana.
E' quasi inutile disquisire sull'argomento dal momento ke è sufficente domandarsi come mai NESSUN TdG ha la barba e se casomai qualcuno la portasse state pur certi ke non ha nessun cosiddetto privilegio in congregazione.
La regola non è scritta ma è ampiamente utilizzata nel sottobosco.
In una occasione non mi è stato permesso dal locale sorvegliante ke presiede di svolgere un discorso pubblico alla domenica pomeriggio perkè mi ero semplicemente fatto crescere i baffi. Il sorvegliante in questione fu severamente redarguito dal sorvegliante di circoscrizione ma resta il fatto ke se nn mi fossi tagliato i baffi nn avrei potuto pronunciare il discorso.
E infatti i baffi nn li ho tagliati e quel pomeriggio ho trovato qualcosa di più utile da fare...
Provi qualsiasi TdG in italia a farsi crescere un semplice pizzetto e poi ci tenga aggiornati sulle conseguenze in fatto di privilegi.
Grazie...
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Insomma ne viene fuori una "forma mentis" che i Testimoni, lo vogliano o no, potrebbero con frutto confrontare con quella di altre persone. Vabene, vabene!... Escluse le malvagie, ricapando la campionatura magari tra quelle che sono in contatto con la Congregazione, simpatizzati o associati. L'importante è che lo facciano prima che intervenga l'omologazione da parte del CD con i loro controllori e rammemoratori di ciò che è "appropriato" e di ciò che non lo è.
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est modus in rebus
28/03/2006 11:03
 
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A BOTTA E RISPOSTA

Con un marcato senso di sconforto il forista Ancientofdays nel post del 08/02/2006 10.16
Che troviamo in “Forum Principale”, al 3D “WTS e profezie”, elenca una serie di pretese scuse da parte dei TG, messi alle strette circa la responsabilità della WT di fronte alle profezie fasulle.
Sembra al suddetto, e ad altri foristi seguenti, che quelle risposte denotino una forma mentale diffusa di autodifesa a cui i TG, per quanto inconsistente sia, si aggrappano per non dover tirare la conclusione di togliere la fiducia alla Watchtower.
Aggiunge anche che si rimane come disarmati non sapendo cosa obiettare a certe trovate che più che essere vere e proprie ragioni sembrano pretesti agli stessi TG che le adoperano.
Ma noi (intendi, noi del GRIS) siamo fiduciosi nella bontà fondamentale e profonda della natura umana che non perde mai del tutto la ragione, finché non è affetta da una patologia organica.
Perciò ci siamo fatti un dovere di riprendere e riportare qui, in sede psicologica, quelle risposte/toppa, e a prenderle sul serio controargomentando anziché riderci sopra. Chissà che qualche TG non ci veda tutto da buttare nella nostra valutazione.

_________________________________________________
Dunque le risposte di scusa alle profezie fasulle che Ancientofdays ha raccolto dai vari proclamatori “di mente aperta” sarebbero queste:

«1) Almeno la Società ci ha provato a dare indicazioni sul tempo della fine
2) Anche se ha sbagliato qualcosa , è stata pronta a correggersi
3) Anche se sta sbagliando ancora lo fa in buona fede
4) Anche se il Re del Nord e il Re del Sud non erano corretti, e non sappiamo ancora chi sono , la profezia di Daniele si adempirà
5) Anche se il 1914 potrebbe essere il 1934 sono solo numeri
6) Anche se sono sbagliati i tempi, la fine comunque deve venire, lo disse Gesù
7) Anche in passato i servitori di Dio non comprendevano appieno quello che profetizzavano
8) Non è che per una o due profezie che NON COMPRENDIAMO, mettiamo in discussione tutto il buono che c'è nella verità
9) Può darsi che non siamo ancora pronti per capire tutto»

E questa la sua desolata conclusione. Desolata perché non sa come far breccia per suscitare un po’ di logica nelle loro menti.

«Insomma, più riesco a parlare con qualche fratello e più scopro che TUTTI sono disincantati sulle profezie ma NESSUNO osa rivedere le cose per paura
Se faccio notare che le profezie dell WT non sono un aspetto "marginale" nella nostra fede e che dovendole insegnare dobbiamo risonoscerle e accettarle, a tutti pare irrilevante.
Sto scoprendo una realtà dove molti TdG sono "apostati" senza saperlo.»
-------------------------------------------
Tentando di aiutare la penetrazione della luce, riprendo le risposte, che essi ritengono logiche e vi aggiungo la mia contestazione

1) Almeno la Società ci ha provato a dare indicazioni sul tempo della fine

R- Ohibò, la state lodando perché ha fatto ciò che non avrebbe dovuto? Gesù aveva detto di non provarci “Non sta a voi conoscere i tempi… verrà come un ladro di notte…preoccupatevi solo di star pronti sempre” ecc…


2) Anche se ha sbagliato qualcosa , è stata pronta a correggersi

R- Parlate geovese? Che intendete per “pronta”? Per correggere la sbagliata proibizione dei trapianti ha aspettato 12 anni (dal ’68 all’80). Per il sangue è da un cinquantennio che sbaglia e ancora non si corregge… E le vittime che ci sono nel frattempo? Ve le buttate dietro le spalle?


3) Anche se sta sbagliando ancora lo fa in buona fede

R- Se non leggesse nulla di ciò che scrivono gli “oppositori” sì. Ma siccome risponde loro pubblicamente sulle riviste, non si può dire che il CD che dà il nulla osta alla stampa geovina sia in buona fede. Ad esempio il “mio Signore e mio Dio” di Tommaso va scritto con la “D” minuscola come in Giovanni 1,1, ma il CD si ostina a non correggerlo).


4) Anche se il Re del Nord e il Re del Sud non erano corretti, e non sappiamo ancora chi sono , la profezia di Daniele si adempirà

R- Come le profezie precedenti? E cosa vi impedisce di ammettere che anche la comprensione della profezia non è corretta? E, non essendo infallibili, che farete un domani che la stessa profezia sarà invalidata come attualmente lo sono stati i due Re?


5) Anche se il 1914 potrebbe essere il 1934 sono solo numeri

R- Nossignore. Sono profezie fasulle, il che significa pronunciamento del presunto profeta in rapporto ad una realtà tutt’altro che numerica. Cosa che crea danno fisico ed economico non piccolo a chi affida a quelle promesse le sue scelte in rapporto al futuro (vedi i giovani del 1969 a cui si è inculcato che non era il caso di laurearsi perché il mondo non sarebbe durato ancora gli 8/10 anni necessari per prendere la laurea e farla fruttare professionalmente).
Mille euro in meno nella vostra busta paga li considerate solo numeri o, escluso il caso di errore, furto da parte del datore di lavoro da denunciare?


6) Anche se sono sbagliati i tempi, la fine comunque deve venire, lo disse Gesù

R- Benissimo! Vorrà dire che assolveremo Gesù da ogni imputazione, poiché egli non ha fatto falsa profezia sul tempo della fine. Ma restano da sculacciare quelli che l’hanno fatta. E’ Deuteronomio 18,20 a comandarlo… Per la verità sembra che siano più che sculaccioni…


7) Anche in passato i servitori di Dio non comprendevano appieno quello che profetizzavano

R- Non mettiamo insieme i servitori di Dio che volete scusare, cioè la Dirigenza moderna dei TG, con i profeti del passato. State parlando solo delle profezie fatte dai primi no? L’accusa è che essi, i dirigenti che hanno profetizzato a vanvera, capivano perfettamente ciò che presentavano come profezia delle cose avvenire. “Non possiamo cambiare le date neanche se volessimo. Esse sono date di Dio, non nostre!” (Russell) “Perciò dobbiamo aspettarci che il 1925 vedrà….” (Rutherford) ecc… Il loro atteggiarsi a profeti non si chiama millantato credito?


8) Non è che per una o due profezie che NON COMPRENDIAMO, mettiamo in discussione tutto il buono che c'è nella verità

R- Alla nostra logica ne basta una sola. “Se alcun per bugiardo è conosciuto, anche se dice il ver non è creduto.” E la cosa da comprendere è così elementare che la capirebbe anche un bambino a cui è stato promesso: “Domani papà ti porta al cinema”, e poi non ce lo porta e per giunta, invece di consolarlo delle sue lacrime, lo colpevolizza dicendogli “avevi capito male. Io ho detto un domani, inteso secondo il tempo di Geova – sai? Mille anni=un giorno! - , e “ti porta” voleva dire “ti ci porterò, se campo mille anni”.
Perciò mettiamo a buon diritto in discussione tutto il resto che è venuto da quell’unica voce che si è autoproposta come “Canale”. Perlomeno lo metteremo sotto verifica in piena libertà.


9) Può darsi che non siamo ancora pronti per capire tutto

R- Forse voi no. Ma noi candidati ai cui viene prospettata la fede geovista sì. E non vi allargate dicendo “tutto”, non si tratta di capire tutto, ma solo di capire se uno fa il falso profeta o no. E la Bibbia ci insegna come si fa tale individuazione in Deuteronomio 18, 21-22.
E poi l'incriminazione non riguarda la comprensione dal basso (dei TG normali) ma l'enunciazione dall’alto della profezia e/o dottrina falsa (che viene dal Vertice). Che è falsa si comprende benissimo. E' tale comprensione che mette in moto la denuncia.

In concreto noi capiamo perfettamente che dobbiamo obbedire al suggerimento del CD che ha scritto:
«Conoscendo queste cose che farai? E' ovvio che il vero Dio che è il "Dio di verità" e che odia le menzogne, non guarderà con favore quelli che aderiscono alle organizzazioni che insegnano falsità. (Salmo 31:5; Proverbi 6:16-19; Rivelazione 21:8) E, realmente, vorresti ancora associarti con una religione che con te non è stata sincera?» (da E' questa vita tutto quello che c'è?, Brooklyn 1975, p. 46)
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est modus in rebus
08/06/2006 11:17
 
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Ah… mbeh! Mi sembrava strano che l’argomento psicologia venisse trascurato…
E invece eccoti un 3D che lo riprende alla grande e con considerazioni mai fatte finora.

Per cui non faccio che segnalarvelo e raccomandarvelo.
Intendo dire del thread intitolato “Dibattere con i Testimoni di Geova” che è nella sezione “Costume e società”. E per farvi venire l’acquolina in bocca stralcio di peso due POST, con una parola mia di prefazione.

Ho scelto i post dove si parla del meccanismo di “antielaborazione” che viene attuato quando un soggetto, invece di accogliere con apertura di mente ed “elaborare” il messaggio ricevuto approfondendolo in piena libertà, mette in atto un meccanismo di rifiuto, di “antielaborazione” perché se ne sente disturbato, minacciato, o semplicemente perché sente di non poterlo gestire.
Tutto il 3D, tra le molteplici preziose osservazioni, rileva anche questo meccanismo psicologico presente in molti Testimoni di Geova. Ma per onestà va detto che esso può essere presente in qualunque membro affiliato a qualsivoglia Nuovo Movimento Religioso e/o Religione storica che, per attestarsi e consolidarsi o proteggersi dalla disgregazione, ha bisogno di “fare catenaccio” come nel calcio fanno a volte i giocatori. Qui il “catenaccio” è interiore e viene attuato dal singolo soggetto.
Io direi però, ad onor del vero, che da tale manovra, che è ambivalentemente sia protettiva che impediente, non ne è immune alcuna persona al mondo, e che il meccanismo funziona non solo per le convinzioni religiose ma per tutte quelle che abbiamo consolidato da tempo e alla solidità delle quali affidiamo le nostre scelte di vita. Tuttavia la propria crescita culturale e il libero confronto, anche se faticosi e a volte perfino laceranti, sono di grande aiuto per ridurne al minimo l’influenza negativa che, se lasciata fare e subita passivamente, ci renderebbe del tutto ottusi e al limite incapaci di vedere oltre il proprio naso.



Dal post del 07/06/2006 19.23 di d@reDev1l_______________________

Antielaborazione della realtà

Occhi, orecchie e mente chiusi
L’antielaborazione è una resistenza all’elaborazione delle informazioni.
Si può osservarne un semplice esempio alla proiezione di un film horror. Alcune persone del pubblico chiuderanno gli occhi di fronte ad una scena particolarmente raccapricciante. L’immagine – l’effettivo concetto – causa troppo turbamento per poter essere affrontata.

Questo comportamento può essere paragonato al pensiero dei bambini: “se io non posso vederlo, lui non può vedere me” (o alternativamente “non esiste e non è lì”). Gli adulti trovano metodi più sottili per “chiudere i propri occhi”; sanno che possono evitare certe sofferenze semplicemente ignorando certe cose. Quando vedete una pubblicità che invita ad inviare denaro per aiutare i bambini che muoiono di fame, fate caso a quante persone nella stanza improvvisamente si affaccendino in tutt’altro.

Prendendo le distanze quando ci viene presentato del materiale che ci disturba, proteggiamo il nostro equilibrio mentale. Cosa rigettiamo dipende da cosa siamo in grado di reggere e gestire.

Gli esempi sopra dimostrano azioni fatte per evitare di affrontare informazioni che ci si parano innanzi. Questo è Antielaborazione.

Armatura invisibile
Le azioni di antielaborazione diventano abituali col tempo, e alla fine diventano riflessi condizionati..
Questo aumenta il loro potere protettivo, visto che siamo a malapena coscienti delle azioni che compiamo di riflesso.
L’antielaborazione è una cosa strettamente personale: ognuno ha il diritto di scegliere a che tipo di informazioni esporsi. Comunque quando si parla con un’altra persona, il processo di antielaborazione può condurre a frustrazione.. ‘interlocutore può esclamare “stai deliberatamente evitando il punto!” (o “sei cieco!”), mentre intanto voi non capireste perché la conversazione non progredisce. Visto che l’antielaborazione diventa un riflesso nemmeno vi accorgereste che la state attuando.

Un aspetto preoccupante dell’antielaborazione è che continua a fare il proprio lavoro fin quando è necessario. Diciamo ad esempio che abbiate messo alla prova un testimone con una discussione “devastantemente logica”. Potete renderlo atterrito e senza parole. Eppure il giorno successivo sembrerà lo stesso di sempre. Ciò che è accaduto è che lui sarà riuscito a ridimensionare e sminuire la questione in qualche modo. Può darsi che abbia deciso che la questione era “stupida” “senza né capo né coda”, o “più che evidente”. O forse si sarà semplicemente costretto a dimenticare, (una tecnica che i testimoni definiscono “attendere Geova”).
Potreste trovare necessario riprendere l’argomento dall’inizio. In tutti i casi non sareste in grado di farlo perché l’antielaborazione, che sta ancora funzionando, riconoscerebbe il pericolo. Richiamerebbe altri meccanismi difensivi per prevenire l’informazione dall’essere affrontata ed elaborata.

Fuggire il pericolo
L’antielaborazione potrebbe essere definita “l’evitare attivamente discrepanze cognitive”. State offrendo a qualcuno informazioni che non vuole, perché sono troppo disturbanti. Deve liberarsene in qualche modo.
Quando siete così vicini all’essenza più intima di qualcuno, tanto che egli reagisce in questo modo, sarebbe il caso di chiedersi se avete effettivamente delle probabilità di fare breccia nelle sue difese. Questa persona ha lavorato lungamente per mettere a punto la sua “strategia di antielaborazione”, ed essa ora lavora in modo eccellente. Se continuate a fare leva sulla questione, potrebbe essere percepito come un assalto mentale, e non potete prevedere cosa chi vi sta davanti potrebbe dire o fare in una simile situazione.

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Dal post del 08/06/2006 0.46 di Trianello_________________________

L’Effetto Parafulmine

Rifornimento
C’è un proverbio che recita “i fulmini non cadono mai due volte nello stesso posto”, ma questo ovviamente non è vero nel caso dei parafulmine. Quando la differenza tra il potenziale elettrico tra le nuvole ed il terreno diventa grande a sufficienza, il fulmine seguirà il percorso più semplice, e i parafulmine sono concepiti per provvedere questo percorso, ancora ed ancora.
Un fulmine ridurrà la differenza nel potenziale elettrico, ma il parafulmine non rimane “neutro”; questo è connesso con il terreno e riacquisterà una carica.
Una cosa del genere succede quando dibattete con qualcuno, lo convincete di qualcosa, e poi lasciate che ritorni al suo “terreno” (cioè le persone che condividono le sue stesse convinzioni). La sua fede viene rifornita, e questo gli dà la forza di scrollarsi di dosso le vostre argomentazioni.


Acquisire il Parafulmine
Uno dei primi passi dell’indottrinamento consiste nell’isolare le persone, fisicamente o psicologicamente, dalle opinioni differenti. Questo è il motivo per cui i Testimoni sono messi in guardia dall’associarsi con “le persone del mondo” (cioè i non-Testimoni): il loro “terreno” deve essere la Società Torre di Guardia, e devono rimanere collegati a questa per rifornire la loro carica dottrinale.
Questo è un aspetto della natura umana – e la Società Torre di Guardia lo conosce. Gli atteggiamenti delle persone sono profondamente modificati da coloro con cui si identificano; tornare tra queste persone può riportarci velocemente al nostro stato consueto, dal momento che abbiamo fatto di loro una parte significativa della nostra identità. Come dice l’adagio, “Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei.”


Mantenere il Parafulmine
E’ davvero difficile provocare un qualche effetto permanente su delle persone se queste continuano a tornare alla sorgente delle loro motivazioni. Questa è la ragione per cui le persone in libertà vigilata vengono avvisate di stare alla larga dagli amici implicati in attività criminali; la pressione dei nostri pari amplifica il desiderio di tornare alla vecchie abitudini.
La Società Torre di Guardia ricorda continuamente ai suoi aderenti di “stare in mezzo al gregge” per evitare di essere condizionati dalle “influenze esterne”. Si tratta di una questione sia di cameratismo che di rifornimento della convinzione.
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est modus in rebus
28/06/2006 06:24
 
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Viva Davidemax
Che ha rinfocolato l'interesse per la psicologia con il suo
"ex TG e problematiche interpersonali"
contenuto in questa stessa sezione.
Il suo 3D è complementare a questo che ormai ha assunto la dignità di un trattato, ed è bene che chi nutre uno specifico interesse per lo "gnoti seautòn" (conosci te stesso), principio di ogni scienza equilibrata, sappia che parlando là potrebbe utilmente ascoltare cosa si è detto qua.

[Modificato da berescitte 17/07/2006 10.55]

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est modus in rebus
17/07/2006 10:57
 
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E viva anche "Terminetor"...

...che con il suo 3D intitolato "Testimoni e salute mentale", aperto l'altroieri, ha sollecitato la riflessione sull'aspetto patologico derivante dalla singolare psicologia del TG "educata" dal Corpo Direttivo di Brooklyn.

Chi è interessato a questo nostro 3D (che abbiamo garantito "perenne" a un grande Amico ex TG) potrà spulciare e copiarsi anche dal 3D di Terminetor, che è pure in questa stessa sezione del "Forum Principale", sia gli interventi che i riferimenti linkati trovasse più significativi e annetterli nella propria "riserva aurea" di questo 3D memorizzato nel proprio PC.
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est modus in rebus
28/07/2006 12:29
 
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Un chiodo fisso tratto da un altoparlante
Dobbiamo vivere come se il giorno di Geova venisse domani.
(dall’Assemblea di distretto di Caltanissetta “la liberazione è vicina”)

Però, a questo proposito i cosiddetti “membri della cristianità” sono più bravi perché dicono che si deve vivere come se l’incontro con Dio dovesse avvenire stasera.
Ma forse dicono così perché per loro è ben altro che “il giorno di Geova”…

Quello che è buffo è che, se andiamo a scavare nell'effetto psicologico, dall’insieme dei discorsi fatti nell’assemblea di distretto si ricava non solo il tanto insistito “senso di urgenza” ma un concomitante TIMORE. Timore che sembra contrastare nettamente con il titolo dato all’assemblea.
O forse che i Testimoni di Geova temono davvero di essere liberati?
E perché? perché piace loro essere prigionieri della Torre?
_________________________
Man hu? Cos'è?
08/08/2006 07:35
 
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R come rammemoratore...
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29/08/2006 19:20
 
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Mi sembra che anche questo articolo

www.associatedcontent.com/article/56573/jehovah_witness_murder_fetish_a_psychologi...

potrebbe trovare spazio in questa sezione, in cui si parla di TdG e di psicologia.
Solo che l'articolo è in inglese e bisognerebbe tradurlo...

«Jehovah Witness Murder Fetish (A Psychological Model)
Perhaps it is Only a Matter of Time Before the Cult is Sued for Inciting Murder»...

Achille
30/08/2006 01:06
 
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Re:

Scritto da: Achille Lorenzi 29/08/2006 19.20

Solo che l'articolo è in inglese e bisognerebbe tradurlo...

Achille



Ta daaaaaah! Ciao Achille, l'articolo parla dell'assassinio come centro focale dell'attenzione nella religione dei testimoni di Geova, il che è secondo me abbastanza vero, Geova è visto come potente dio di guerra che distrugge i malvagi (questa centralità dell'aspetto violento viene chiamata dall'autore dell'articolo "feticcio dell'omicidio"). Trovo anche che possa istigare alla violenza, ma in base alla mia esperienza personale, e volendo ampliare un po' il concetto all'Italia in generale, direi che la situazione descritta nell'articolo per una realtà come la nostra è un pochettino esagerata. Non so esattamente cosa succeda negli stati Uniti, ma da noi gli "omicidi Watchtower" come vengono chiamati nell'articolo di Peper non mi sembrano all'ordine del giorno, e relativamente agli abusi sui bambini in congregazione, argomento sul quale preferisco sempre andare molto cauto, non ne ho mai avuto riscontro nella realtà intorno a me, pur essendo cresciuto fra testimoni ed avendo conosciuto molte realtà di congregazione. Comunque riporto l'articolo di cui parlavi, e mi piacerebbe sapere che punti ti hanno interessato particolarmente.

Ciao, buona notte! dD


Il Feticcio (oggetto idolatrato n.d.t.) dell’Assassinio nei Testimoni di Geova (un ritratto psicologico)
Forse è solo una questione di tempo prima che il culto sia chiamato in giudizio per istigazione all’omicidio.

Di Christian Peper

(Nota degli autori: Lo scopo di questo articolo non è quello di offendere. Si spera che possa essere fatta luce sul problema degli omicidi relativi alla Watchtower esaminando un aspetto di questi crimini che prima era passato inosservato. Questo articolo verte su di un inusuale feticcio in maniera clinica ed obiettiva. Si prega di mantenere i commenti riguardo a questo articolo su un tono appropriato.)

Cosa spingerebbe una madre che normalmente è amorevole a svegliarsi una mattina assolata e decidere di trucidare i propri bambini? Cosa farebbe sì che un placido ed amorevole padre di famiglia decida di assassinare l’intera propria famiglia per poi sottrarsi alle autorità? Perché tanti americani apparentemente equilibrati e ben sistemati commettono suicidio o uccidono le loro famiglie? La Watchtower è come minimo una risposta parziale a questa domanda.

Dato che il culto è ossessionato da morte e distruzione, un’esposizione a lungo termine a tali temi può condurre all’omicidio. Una possibile spiegazione psicologica di ciò è il modello di “feticcio dell’omicidio”.

Mantenere una sessualità positiva è importante per la salute mentale e fisica. Ai membri del culto non è permesso avere niente che vada vicino ad una normale vita sessuale. La sessualità solitaria è proibita dall’organizzazione. Ci sono stati molti disassociati a causa di baci e addirittura di appuntamenti inappropriati.

Perfino il sesso matrimoniale è regolamentato. In accordo con la pagina 93 della pubblicazione Watchtower intitolata “Prestate attenzione a voi stessi e al gregge”, “Porneia .. include il sesso orale e anale o reciproca masturbazione fra persone non sposate fra loro…” A pagina 142 scrive, “Visto che le pratiche perverse sono errate, se all’interno del matrimonio qualcuno è attualmente coinvolto in esse o lo è stato in passato, non significa che tale persona perderà necessariamente i suoi privilegi di servizio. Se tale condotta diviene nota agli anziani, essi dovranno considerare: La pratica è recente o in atto, o è qualcosa accaduto in passato e attualmente definitivamente sconfitto? L’individuo sta promuovendo tale condotta come uno stile di vita appropriato? Il suo atteggiamento, mostra pentimento? Se l’individuo è sinceramente pentito e la situazione non è a conoscenza di altri, potrebbe non essere necessario rimuovere i privilegi di servizio. ” Questa citazione è la prova che gli anziani controllano il sesso all’interno del matrimonio. Forse è questo il motivo per cui in proporzione la Watchtower ha quattro volte il numero di molestie sui bambini rispetto alla Chiesa Cattolica.

Una sessualità distorta può risultare molto distruttiva. Quando la sessualità viene incanalata verso la morte e la distruzione, nasce un feticcio di omicidio. Il moderno culto Watchtower dei testimoni di Geova ha reindirizzato la sessualità della congregazione verso l’omicidio e la morte. Il testimone medio viene cibato regolarmente con una dieta di distruzione e morte sia nelle pubblicazioni che alle adunanze.

dai diamanti non nasce niente...
30/08/2006 06:54
 
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d@reDev1l ha scritto:

Ta daaaaaah! Ciao Achille, l'articolo parla dell'assassinio come centro focale dell'attenzione nella religione dei testimoni di Geova, il che è secondo me abbastanza vero, Geova è visto come potente dio di guerra che distrugge i malvagi (questa centralità dell'aspetto violento viene chiamata dall'autore dell'articolo "feticcio dell'omicidio"). Trovo anche che possa istigare alla violenza, ma in base alla mia esperienza personale, e volendo ampliare un po' il concetto all'Italia in generale, direi che la situazione descritta nell'articolo per una realtà come la nostra è un pochettino esagerata. Non so esattamente cosa succeda negli stati Uniti, ma da noi gli "omicidi Watchtower" come vengono chiamati nell'articolo di Peper non mi sembrano all'ordine del giorno, e relativamente agli abusi sui bambini in congregazione, argomento sul quale preferisco sempre andare molto cauto, non ne ho mai avuto riscontro nella realtà intorno a me, pur essendo cresciuto fra testimoni ed avendo conosciuto molte realtà di congregazione. Comunque riporto l'articolo di cui parlavi, e mi piacerebbe sapere che punti ti hanno interessato particolarmente.

Ho trovato la notizia con un motore di ricerca e mi sembra interessante cone analisi. In America vi sono stati diversi casi di assassini avvenuti in famiglie di TdG (vedi per esempio qui www.watchtowerinformationservice.org/index.php/tag/Murder ). L'articolo cerca di dare una spiegazione al perché accadono queste tragedie.

Potresti tradurre anche la seconda parte dell'articolo?
www.associatedcontent.com/article/56573/jehovah_witness_murder_fetish_a_psychological.htm...

Ciao e grazie
Achille
01/09/2006 07:06
 
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se posso dire la mia...
Credo che sia sbagliato cercare cause di efferatezze come l'omicidio, cominciando dalla religione di appartenenza di un assassino,
è come dire che i preti pedofili sono pedofili perchè sono preti, al massimo si potrebbe pensare che alcuni si son fatti preti perchè erano pedofili,
un pedofilo, un assassino, sono tali
a cominciare da loro stessi e null'altro,
quindi questi articoli/studi/ritratti/profili psicologici,
per me valgono quanto le ultime avventure amorose di sabrina ferilli su novella 2000
[SM=x570865]
06/09/2006 10:57
 
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goccia dopo goccia, tessera dopo tessera, il mosaico continua

La citazione tratta da “Il Ministero del Regno” del… futuro Ottobre 2006 esibita e commentata dal forista brunodb2 (il 05/09/2006 23.59 nella sezione “Pubblicazioni della Watchtower”, 3D intitolato “da: IL MINISTERO DEL REGNO di ottobre 2006”) sottolinea uno dei quattro tipi di controllo che il CD dei TG quale "culto abusante" (come lo definirebbe geovologo) esercita sui propri affiliati, cioè il controllo sulle informazioni.
Gli altri tre sono il controllo sulle emozioni; sul comportamento; sul pensiero.

Uno studio molto interessante in merito è quello fatto Da Steven Hassan (ex monista divenuto psicoterapeuta) in Mentalmente liberi; come uscire da una setta, Avverbi Edizioni (cf i quattro punti nel capitolo 4 “capire cos’è il controllo mentale”, alle pagine 85-115).
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est modus in rebus
20/09/2006 15:22
 
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Estate 2006

Tra il milione di libri che occhieggiavano seducenti esibendo, e non senza ragione, la propria importanza e perciò gridando silenziosamente “Leggi me, leggi me…” quest’estate ho preferito un ritorno alle origini e alla semplicità.
Così ho scelto due libretti, apparentemente lontanissimi tra loro ma, come mostrerò in seguito, con una sintonizzazione unisona per una certa questione.
Il primo è stato “Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint Exupery. Una lettura di tutto riposo, direte, ma che unita a un altro libricino di commento mi ha fatto ricordare che “Nel proprio mondo è celato qualcosa che appare soltanto quando ci s’incontra con un altro mondo”.*

Il secondo è stato “Càpita” di Gina Lagorio, una scrittrice scomparsa da poco, che mi ha ricordato come ci si possa autoilludere di avere “quattro volte vent’anni” finché non ci si accorge di colpo, per la prepotenza di un qualcosa che “càpita”, di averne ottanta.
Quel qualcosa è stato, per la scrittrice quattro volte vent’enne, un ictus, unito poi a trombosi e a un tumore, che l’ha mezza paralizzata e portata via in breve tempo. Una amara, terribile, lezione della vita che, prima che a lei, era capitata, in forme diverse, ad altri e che lei non aveva mai pensato che avrebbe potuto capitare anche a sé. Ne è stata tanto colpita che quasi tutti i capitoli del suo saggio biografico iniziano con la parola “càpita”.

Tutto sommato ne sono uscito fuori con l’accettazione tranquilla di dover rinunciare (nella pressante consapevolezza dei miei 128 anni, che - ahimé! - non sono "sei volte venti"), a potermi incontrare con tutte quelle persone interessantissime che mi parlerebbero dalla mia vasta biblioteca. I libri sono persone, si sa, ma si farà quel che si può e se Dio vorrà; preponendo, tassativamente e di proposito, a questa piacevolissima gratificazione intellettuale e spirituale il rispondere agli appelli di aiuto che altri, in situazioni meno serene della mia, mi rivolgono nel forum e altrove. E questo finché non càpiti qualcosa che me lo impedirà definitivamente.

Insieme (tornando a "Il Piccolo Principe" e come scuola per me forista) da queste letture ho tratto la riconferma della importanza del dialogo e del confronto con “mondi” diversi dal mio per fare emergere ciò che sonnecchia in entrambi, così da intessere uno scambio reciproco di dare e ricevere, motivato dall’affetto, che arricchisca le parti in gioco.
La volpe, ne “Il Piccolo Principe”, chiedeva a questi di addomesticarla, perché solo se si addomestica qualcosa/qualcuno si entra nel suo mondo e la/lo si capisce e ama.
Infatti il libretto non lo dice ma addomesticare fa riferimento a “ad domus” che non sta per soggiogare ma per accogliere nella propria casa.
Ed io credo di non sbagliarmi se penso di essere stato sia addomesticato dal forum e dai suoi partecipanti che di averlo addomesticato a me stesso, cioè introdotto nella mia casa, tra le cose più care, così che mi sentirei lacerare la coscienza abbandonandolo senza esserne stato costretto da un qualcosa che sia più forte della mia volontà e che ancora non mi è... capitato.

Ovviamente, sia per il passato che per il futuro, chiedo perdono ai TG che, per questo mio interessamento si sentissero infastiditi. Ma li invito a riflettere sul fatto che non sono stato io a dire che la realtà profonda del proprio mondo mentale si disvela solo quando ci si confronta con un altro mondo, sia esso somigliante in parte al nostro sia del tutto dissimile. E’ psicologia sicura, tratta da esperienza, e prelude, nel rispetto reciproco, ad un arricchimento non immaginabile fin quando si resta chiusi nel proprio mondo. Una chiusura che può avvenire anche in mezzo ad un mare di folla, nel proprio stesso mondo.

Ma è tempo di lasciare la parola all’Autore del commentino. A me è stata utile e suppongo che lo sarà anche ai miei fratelli (in Dio Padre) Testimoni di Geova, a partire da quelli “aperti al pluralismo”.
___________________________
* MAURITIUS WILDE, Io non ti capisco: il viaggio del cuore del Piccolo Principe, Ed. Messaggero, Padova, p. 48)

(seguita)
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04/10/2006 09:52
 
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INIZIO CITAZIONE
Avvertenza
Ne “Il Piccolo Principe” i vari “mondi/pianeti” sono metafora delle “persone”.
Stralciamo qui di seguito alcune riflessioni dal libretto di MAURITIUS WILDE, Io non ti capisco: Il viaggio del cuore del Piccolo principe, Ed. Messaggero), che riteniamo utili alla psicologia del dialogo, perciò utili sia ai TG “aperti al pluralismo” (ma sarebbe sufficiente una “apertura al confronto”) che poi sarebbe apertura all’arricchimento interiore personale, sia ai “presuntuosi” cattolici che si ritengono detentori di tutta la verità.
------------------------------------------------------------

“Nel proprio mondo è celato qualcosa che appare soltanto quando ci s’incontra con un altro mondo. E così la mia vita si arricchisce durante il viaggio di mondo in mondo: non perché io porti via concretamente qualcosa dall’altro mondo, ma perché quest’ultimo risveglia in me un qualcosa che in fondo possedevo da sempre come talento, ma doveva essere scoperto. Non si tratta di sottrarre qualcosa all’altro – cosa che non si deve affatto fare o solo temporaneamente -, ma di scoprire quello che l’altro suscita e fa emergere in me. Quanto più una persona mi è estranea, tanto più ha qualcosa da dirmi, e tanto più la mia vita può mutare e arricchirsi quando l’incontro.

Quale importanza vitale abbia e quanto arricchente sia il viaggio di mondo in mondo, lo vediamo nel rapporto tra il Piccolo principe con il suo fiore. Un bel giorno egli dovette abbandonare il proprio pianeta perché non sapeva come cavarsela con questo fiore. Lo affascinava, ma non era in grado di proteggersi dai suoi rimproveri. E così aveva abbandonato frettolosamente il suo mondo. Lungo la via incomincia a capire qualcosa sulla rosa: dall’uomo d’affari il Piccolo Principe viene a sapere che per il suo fiore è bene che lui lo possieda. Presso il geografo prova per la prima volta rimorso per averlo abbandonato, perché apprende che è effimero, vale a dire che sul fiore incombe la minaccia di scomparire. Avendo solo poche spine esso ha bisogno della protezione del Piccolo principe. Sulla terra il Principe incontra un fiore con tre petali, «un piccolo fiore da niente…». Quant’è bello il suo fiore in paragone! Quando sale sui monti del deserto, che rimandano attraverso l’eco la sua voce senza un po’ di fantasia, capisce chiaramente quanto vitale sia il proprio fiore: «A casa avevo un fiore che parlava sempre per primo…». Incontro dopo incontro cresce la nostalgia per questo suo fiore.” (pag. 48-49)
(seguita)
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“Il Principe acquisisce un’importante conoscenza nel giardino delle rose, in cui trova improvvisamente cinquemila fiori della stessa specie della sua rosa. E’ molto infelice, infatti, egli aveva ritenuto che la sua rosa fosse l’unica al mondo. Anche se adesso il Principe è triste e si rotola sull’erba piangendo, questa delusione è la fine di un’illusione. Adesso ha imparato che la rosa – in quanto rosa! – non è nulla di particolare.D’ora in poi non sarà più tentato di fissarsi su di lei. Anche se essa si ritiene unica, ora il Principe sa per esperienza che non lo è. Cioò gli permette un certo distacco, la necessaria distanza che finora gli era mancata nel rapporto con questo fiore.
Non è forse così, quando si è innamorati? Si vede solo la propria amata, e nient’altro. Lei è l’unica e il tutto.«L’amore rende ciechi», dicono allora quelli che ci stanno attorno, perché da innamorato, io taglio veramente fuori qualcosa e la mia vista è offuscata. Ma un giorno mi accorgo che i sono molte altre ragazze di cui mi potrei innamorare e allora mi si aprono nuovamente gli occhi. La mia amata appare un po’ più banale. Ma adesso l’amore può situarsi a un livello superiore, perché io ho scelto proprio questa ragazza fra tutte le altre.
Con la volpe si chiarisce ancor meglio l’immagine che il Principe ha del suo fiore.
«Comicio a capire», disse il Piccolo Principe, «C’è un fiore… credo che mi abbia addomesticato…». Sebbene essa sia solo una delle tante rose, è diventata la sua, la sola per lui in tutto il mondo. Le altre rose sono veramente belle ma vuote. La sua rosa invece gli è familiare; lui l’ha innaffiata, l’ha messa sotto una campana di vetro, riparata con un paravento e l’ha sentita vantarsi. Questo è il tempo che ha perduto per lei e che rende preziosa la rosa ai suoi occhi.* Prima, quando era affascinato dalla bellezza esteriore della rosa, non l’aveva visto. «L’essenziale è invisibile agli occhi». Gli occhi vedono solo una «rosa», una delle cinquemila o più. Il cuore vede l’essenziale, il tempo che lui le ha dedicato, l’amore che le ha donato.” (pag. 49-50)
____________________________________
* Letteralmente è ciò che mi è successo questa estate. Da un “bruscolino” è nata una pianta di zucca che per due settimane ha fatto solo fiori. Poi si è decisa è ha prodotto una zucchina. E’ stata l’unica di quella pianta per tutta la durata delle ferie. Ed io che le stavo appresso, la innaffiavo e la vedevo crescere, notavo che cambiava colore, la rigiravo per evitare che si fracicasse sotto… insomma ne è venuta fuori una zucca più grande della mia (e dire che sono uno "zuccone" me lo dicono in tanti!) E pesa 6 chili e mezzo. Ed è anche vero che, a suo modo, la sento vantarsi. Di sicuro deve avermi “addomesticato”, al punto che ora non ho coraggio a mangiarla.
(seguita)
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est modus in rebus
09/10/2006 08:59
 
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Segue dal post 3755

“ «Tu sei responsabile per tutta la vita di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…», gli rivela la volpe. E lui se n’è andato dal proprio pianeta! Ecco allora che le parole della volpe sono come un richiamo per indurlo a ritornarvi di nuovo.
Sebbene il Piccolo Principe l’abbia abbandonata, nel suo viaggio nessuna cosa è più presente della rosa. A ogni incontro non può fare a meno di parlarne e si strugge per lei. Chi abbandona il proprio mondo per incontrare altri mondi, non deve temere di aver perduto il proprio. Esso gli diviene sempre più presente. In fondo non si può abbandonare il proprio mondo. Ma è un mistero che io lo riscopra veramente solo incontrando altri mondi.
La rosa è divenuta una parte così essenziale della vita del Piccolo Principe da risplendere ed essere visibile ad altri, proprio in lui. (pag. 50)

(. . .) Dopo che sono entrato in contatto con un mondo, esso è una parte di me e così la terra rimane una parte del Piccolo Principe. [egli è approdato anche ad essa provenendo da un altro pianeta – ndr] E allora non è più possibile dire quale pianeta sia la propria patria. Ogni mondo diverso e straniero diviene la propria patria, così come la propria era divenuta straniera.
Che cosa sia effettivamente il proprio mondo, che cosa sia veramente la rosa per lui, il Piccolo Principe quindi l’ha scoperto nel suo viaggio. Gli si è svelato passo dopo passo. Chi vuole trovare se stesso deve cominciare a cercare gli altri. Chi si occupa solo di sé, trova ridicolo il Piccolo Principe. E’ ridicolo, perché il Piccolo Principe si lascia morire per arricchire in sommo grado la propria vita, e cioè, per trovare se stesso.
Viaggiare in altri mondi non è un arricchimento generico ma un azionare, un mettere in moto il proprio essere, la propria natura. Perché per natura ogni mondo è un viaggio tra i mondi.* Ogni mondo è sorto nel viaggiare di mondo in mondo, così come al Principe il suo fiore è apparso nel suo vero significato solo durante questo viaggio. Viaggiare, andare, pellegrinare, questa è la nostra natura. Non ruotare intorno a se stessi, rimanere fermi, ristagnare. (pag. 51-52)

(. . .) Il viaggio di mondo in mondo aiuta il Piccolo principe a imparare a conoscersi e corregge il suo modo di vedere le cose del proprio mondo. Questa correzione è deludente, ma salutare. Ora, infatti, lui può veramente cominciare ad amare il proprio mondo. Quando aveva abbandonato il proprio pianeta, era «troppo giovane per poter amare il suo fiore». La via che porta ad accettare e amare se stessi è una via molto lunga e talora disagevole. Ogni cosa in me desidererebbe essere amata, ma quanto è facile dirlo e difficile farlo. Ogni cosa desidererebbe essermi amica. (pag. 52)
________________________________
* Le persone sono definite proprio dal loro essere costituzionalmente relazionali. La teologia della “cristianità” ci vedrebbe l’immagine di Dio che è appunto in continua relazione perché tripersonale.
(seguita)
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est modus in rebus
10/10/2006 09:21
 
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segue dal post 3778 - e TERMINA
"Il fatto che gli uomini e interi popoli siano estranei fra loro e non si capiscano non deve spaventarci. Al contrario: dobbiamo imparare dal Piccolo principe che l’estraneità e la diversità fanno parte di ogni incontro e che proprio attraverso di esse possiamo scoprire il mistero dell’altro.
Ci dovremmo spaventare invece dove si parla con troppa superficialità di «comunità», di «grande famiglia», di «noi». La comunità e l’armonia devono prima nascere, e questa è una «prestazione» in cui tutti i partecipanti devono perdere, per meglio ritrovarsi. Chi può dire all’altro. «Io non ti capisco», lo rispetta, e prende sul serio lui e il suo mondo. E dà anche la sensazione di voler imparare a conoscerlo, proprio come lui stesso si conosce. Solo su questa base, che non è una base comune, ma crea un pezzo di mondo nuovo, la comprensione può crescere.
Da tempo immemorabile l’«Io non ti capisco» è anche un’importante preghiera della teologia. Dio – il totalmente altro – di cui io non capisco le vie. Dio – che per me rimane oscuro e incomprensibile (e ciononostante continua ad agire!). Si dovrebbero guardare con sospetto tutti i gruppi religiosi che danno l’impressione di sapere perfettamente chi sia Dio come se l’avessero «in tasca». Dio si sottrae alla nostra presa. Proprio per questo è per noi così misterioso e attraente. Il mistero, che egli ci nasconde, ci mette in moto. Chi comprende Dio, non ha bisogno di muoversi. Se ne sta seduto sul proprio pianeta e tralascia di avventurarsi in viaggio tra i mondi."* (pag. 52) - FINE
_______________________________________________
* Viene da continuare il periodo aggiungendo: così accade che chi resta seduto e relegato nel suo piccolo mondo non incontra infine neanche Dio nell’unico luogo ove egli si rivela di preferenza: le persone, fatte a Sua immagine.
Invero è solo confrontando la propria cassa acustica con altre che si può valutare la sua vera qualità. Il che è sempre un bene, anche se dovesse deluderci il constatare che non era la migliore fra tutte.

[Modificato da berescitte 10/10/2006 9.23]

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est modus in rebus
18/10/2006 15:14
 
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Ancora conferme utili e... un rebus

Stando a quanto riportato da "La voce del popolo", verso 1l 1988 (vado a memoria perché non ho sottomano il documento ma la sostanza è certa) un intervistatore, ammirato dall'imponenza organizzativa di una assemblea di distretto geovista, avrebbe chiesto a un dirigente:
- Ma tutta questa organizzazione che frutti porta?alcuni
E questi di rimando, quasi testualmente:
- Alcuni divengobn Testimoni di geova. Altri rimangono nauseati della loro religione e non la praticano più.

Insomma un successo o pieno o parziale dell'opera di proselitismo geovista.
E' quello che mi è tornato in mente leggendo la testimionianza che qui di seguito vado ad indicare e caldeggiarne la lettura...
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La testimonianza di majo.RAFFA, che si firma Elisa (cf il post del 17/10/2006 13.51 nella sezione “Presentiamoci”, al 3d “MI PRESENTO”) e la sua quotazione e conferma ad opera di nellius (cf il post del 17/10/2006 20.51, nello stesso luogo) confermano l’importanza che il sito di Achille si provveda non di uno ma di un’equipe di psicologi e psichiatri, atti, se possono, a risolvere questi rebus mentali che hanno dell’umoristico se non si trova un fattore serio in profondità.

Dico “umoristico” perché da un lato risulta che questi fuoriusciti hanno realizzato che la WT non può essere la vera Chiesa di Dio e che perciò ha mentito sia pretendendo di spacciarsi per tale, sia sostenendo una dottrina che non è Biblica; dall’altro però, di tutte le affermazioni false che hanno rifiutato ne mantengono come vera la prima e più grossa, che ha fatto da leit-motiv per la loro apostasia dalla fede cattolica: la bugia che ha presentato loro la Chiesa cattolica come la capolista di Babilonia la Grande.

Così accade che uno esce dalla WT ma di sicuro (salvo eccezioni) esclude che possa tornare nella chiesa di origine. E’ così sicuro che da demonizzazione della Chiesa Cattolica fatta dalla WT non fosse una bugia che la mantiene come cosa sicura, indiscutibile. Talmente indiscutibile da rifiutare perfino di sottoporla ad un esame un tantino più serio di quando l’ha espulsa dal suo cuore e dalla propria vita come madre snaturata.

E magari questa persona resta attaccata alla Bibbia come unica fonte di fiducia, senza sapere che se naufraga la Chiesa Cattolica come vera chiesa di Cristo naufraga anche la Bibbia: libro scritto da ecclesiastici cattolici in vari manoscritti sparsi e codificato come Parola di Dio da un consesso di vescovi cattolici verso la fine del terzo secolo.

Io quindi, in attesa che la Provvidenza ci doni questo team di psicologi, mi provo a fare una mia piccola introspezione psicologica sulla base della realtà suesposta e mi dico che quando, a suo tempo, il proclamatore TG e poi la relativa letteratura, bevuta tanto avidamente quanto acriticamente dal nuovo “pesce”, hanno imbottito il pescetto di calunnie, banalità e falsità, atte a denigrare la Chiesa Cattolica, egli aveva già un alleato al fondo della sua testa: un anticlericalismo viscerale ( che vuol dire di tipo ottuso), che ha favorito la condivisione e assimilazione di quelle sciocchezze.

Chi sa che direbbero queste povere vittime, perse ormai in un oceano pieno di squali e senza più neanche un guscio di noce a cui aggrapparsi, se sentissero sia il sottoscritto che il Cardinal Biffi dichiarare, con tutta sincerità e pronti a dimostrarlo con dovizia di argomentazioni e motivazioni, che
Anch’io sono anticlericale
E però resto cattolico perché esiste anche un anticlericalismo intelligente, proprio lei “laici” cattolici e anche dei consacrati che amano stare al loro posto invece di fare la parte del prezzemolo…

Mentre quindi noi aspetteremo l’avvento o, alla geovese, la presenza degli psicologi, loro, i pascetti delusi, dovrebbero andare in cerca di rebusisti che svelino loro la verità del nostro rebus, se almeno credono che non stiamo celiando ma – come chi ci conosce da tempo sa bene – stiamo esponendo l’idea teologicamente corretta di cosa sia la Chiesa di Cristo e lo facciamo sulla base della ragione, della storia, e del vangelo. Senza ridurci a personaggi che difendono la propria denominazione per… dovere pirandelliano.
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est modus in rebus
25/10/2006 11:10
 
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Da “Comunicazioni personali”, 3D “Domanda e suggerimento a Marco Piccioni”

Copio e incollo - omettendo ciò che riguardava altro - il contenuto dei post che hanno fatto ritenere utile trasferire in questa sede la tematica emersa là . Capirete di che si tratta strada facendo; è evidenziata in neretto e a caratteri ingranditi.
Essa costituisce uno specifico invito, soprattutto ai TG ancora aderenti alla WT (ma anche ad ex che però si impegnino a ricordare come la pensavano quando erano ancora associati) perché ne venga fuori un caleidoscopio psicologico che aiuterà tutti a capire meglio il “guazzabuglio del cuore umano” (Manzoni); anzi di quei cuori umani che albergano nel petto dei credenti (beninteso, compreso il mio personale guazzabuglio di cattolico, e compresi quelli aderenti a qualsiasi denominazione religiosa, perché Dio solo sa quali e quanti svariati motivi spingono ciascuno ad aderire alla propria fede. Tuttavia in questo forum siamo interessati alla analisi del “guazzacuore” geovista, perché è solo comprendendo che si può aiutare in maniera più mirata ed efficace).
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Post di Berescitte del 23/10/2006 13.09
Domanda e suggerimento a Marco Piccioni

Ho ascoltato con molta attenzione le due trasmissioni ed ho notato che la WT si è premurata di smentire e rettificare alcune cose affermate dagli intervistati.
Tra queste ha negato di averti espulso ma dichiara di aver preso atto della tua decisione di non essere più TG. Il che è del tutto contrario alle tue dichiarazioni in quanto ti senti tuttora e vuoi restare un Testimone di Geova.
Ora, mentre per chi ascolta sia le affermazioni degli intervistati che quelle della WT sono solo asserzioni che hanno pari valore, così che bugia e verità posso stare da entrambe le parti, e siamo costretti a prenderle con beneficio di inventario…
Nel caso tuo, per te personalmente, no! La dichiarazione suddetta, fatta dalla dirigenza geovista, che è in netto contrasto con la tua, tu sei sicurissimo che è falsa. E che la falsità potrebbe anche riguardare la loro asserzione di aver dato agli inquirenti tutte le informazioni possibili.
Ti pongo la domanda: come fai a passare sopra a tale menzogna dichiarandoti ancora Testimone di Geova? La menzogna è attribuibile alla imperfezione che va scusata o sta nella categoria del peccato che Geova detesta? Davvero vivresti seraficamente fiducioso sotto tali “fratelli che prendono la direttiva” se un domani ti riaccogliessero a braccia aperte?
(...)




Post di MPA (Marco Piccioni) del 23/10/2006 14.00 che quota Bery e risponde

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Ti pongo la domanda: come fai a passare sopra a tale menzogna dichiarandoti ancora Testimone di Geova? La menzogna è attribuibile alla imperfezione che va scusata o sta nella categoria del peccato che Geova detesta? Davvero vivresti seraficamente fiducioso sotto tali “fratelli che prendono la direttiva” se un domani ti riaccogliessero a braccia aperte?
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E' una domanda molto complessa, difficile.
In questo mio travagliato anno di vita mi sono ritrovato con un padre scomparso, una famiglia sofferente ed espulso da una comunità che è stata tutta la mia esistenza e non una semplice confessione religiosa.
Quindi mi sono chiesto cos'è per me essere un testimone di Geova.
Penso sia difficile spiegarlo a parole, ma essere Testimone di Geova è per me molto più che una semplice etichetta che identifica un individuo quale appartenente alla sua religione.
Come più volte ho obbiettato agli stessi Testimoni, io non appartengo ad un ente legale, non appartengo a un'organizzazione umana. Quando mi sono dedicato e battezzato è stato a Dio e a suo figlio.
Nessuno mi potrà privare in alcun modo di questa relazione se non Dio o suo figlio.
La scrittura di Romani il capitolo 8, i versetti da 35-39 spiega davvero bene quello che penso. Per cui non trovo strano o contaddittorio pensare di essere ancora un testimone di Geova e non accettare il comportamento menzognero che Geova detesta utilizzato dall'ente legale umanamente costituito conosciuto come Congregazione Cristiana dei testimoni di Geova.
Non significa abiurare la propria fede ma piuttosto rivendicarla come espressione di totale devozione verso il Creatore e suo Figlio.
Credo che questa dovrebbe essere la vera peculiarità dei Testimoni di Geova, la ricerca della verità, accettando il fatto che nel corso della storia,dalla morte di Cristo a oggi, i veri Testimoni di Geova sono stati tutti quelli che hanno continuato a studiare la Sua parola cercando umilmente di fare la Sua volontà. (. . .)
Ciao Marco Piccioni



Post di parliamonepino del 23/10/2006 14.18

Comprendo quello che scrive Marco!
La sua analisi e la sua risposta a Bery la trovo onesta e corretta.
Da circa un anno, Marco e famiglia hanno subito una tremenda catastrofe.
Tutto questo ha portato Marco ad una continua riflessione sulle sue posizioni.
In questi frangenti ci si trasforma, molte cose che prima erano punti fermi, oggi, sono da rivedere.
Un punto fermo per Marco Piccioni è il suo rapporto con Dio, che non ha bisogno di "passaporto"!
Saluti

Pino Lupo - Amministratore - www.soccorsospirituale.org - PER I DIRITTI FONDAMENTALI DEI SINGOLI


Post di Berescitte del 23/10/2006 20.05

Ringrazio Marco per questa sua apertura.
E dichiaro di sentirlo ancor più fratello.
Anch'io, ma da più tempo di lui, ho imparato a distinguere il mio rapporto religioso con Dio e suo Figlio (e anche lo Spirito Santo giacché sono cattolico) dal rapporto che ho con gli uomini di chiesa che per me sono venerabili se sono santi e criticabili se lasciano a desiderare.
Poi ho altre sfumature, come la distinzione tra Chiesa sposa di Cristo (=Istituzione) e Chiesa fatta di uomini (clero e laici insieme) ma sono cose risapute per chi conosce il cattolicesimo.

Il problema però che emerge dal discorso di Marco, per "coloro che prendono la direttiva" nel geovismo e sono al servizio del "Rimanente" sta nel fatto che essi non si ritengono istituzione umana, fatta dal basso, ma teocratica, diretta direttamente da Dio. Il che comporta una contraddizione a mio avviso insuperabile.
Cioè se Marco vive la sua religiosità così come la dice, lui è semplicemente un cristiano, seguace di Gesù e adoratore di Geova, ma non credo che ufficialmente questo lo qualifichi come TG, anche perché - va da sé - la sua posizione lo ha già aperto al pluralismo in quanto critica l'aspetto basilare istituzionale proveniente dalla istituzione umana; una istituzione che, come può avvenire per uomini di chiesa da noi, può cadere nell'inganno e non solo nell'errore.

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Post di MPA del 24/10/2006 6.54 che quota una parte del mio precedente

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Il problema però che emerge dal discorso di Marco, per "coloro che prendono la direttiva" nel geovismo e sono al servizio del "Rimanente" sta nel fatto che essi non si ritengono istituzione umana, fatta dal basso, ma teocratica, diretta direttamente da Dio. Il che comporta una contraddizione a mio avviso insuperabile.
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Non so. Io prendo ad esempio il popolo scelto da Dio cioè Israele.
Quando penso all'Israele antico, non come entità politica, ma come popolo scelto da Dio non posso far a meno di notare come Dio abbia spesso punito gli stessi vertici nel caso si discostassero dalle Sue leggi.
Ma non ha mai smesso di considerarlo il "Suo" popolo fino alla venuta di Cristo.
Evidentemente Dio non la considerava una contraddizione.
E poi è difficile spiegare cosa s'intende con "teocrazia diretta da Dio". Io riconosco come unica autorità la Bibbia ed è in questo senso che chiunque la applica è diretto da Dio in modo teocratico.
Ora, si può obbiettare che non è sempre chiaro quello che la Bibbia vuol dire, ed è per questo che sono nate le religioni con dei "vertici" direttivi che hanno lo scopo di "spiegare" o "interpretare" le parti oscure della Bibbia.
Ma essendo per loro stessa ammissione assolutamente non ispirato, il corpo direttivo dei testimoni di Geova può, al massimo, dare una sua spiegazione delle parti oscure della Bibbia senza farle diventare dogmi. Nel momento in cui un vertice religioso di qualsiasi confessione decide di spiegare dogmaticamente qualcosa, lo sta facendo sotto la sua responsabilità e se un cristiano, leggendo la Bibbia, non è d’accordo, ha il dovere di rimanere fedele a quello che ha letto e non ad un'istituzione umana.
Questo senza assolutamente apostatare dalla sua fede, che è in Geova Iddio e in suo Figlio nel mio caso o nel tuo, anche nello Spirito Santo.
Non riesco a capire come, uno studioso della Bibbia che cerca di applicarla nei limiti dell'umano, possa essere considerato qualcos'altro che un Testimone di Dio.
Ed è per questo che, pur ammettendo errori, valutando quello che dice la sola Bibbia mi sento un Testimone di Geova.
Se poi i vertici non si ritengono un'istituzione umana è un problema loro e sarà Dio a giudicarli, ma questo è un fatto che accomuna praticamente tutte le organizzazioni religiose umane oggi presenti.
Ciao Marco Piccioni


Post di berescitte del 24/10/2006 10.50 in cui nasce la proposta

Carissimo Marco

I Padri conciliari, nell'esprimere il loro voto, avevano un'opzione intermedia tra il PLACET e il NON PLACET, e si esprimeva con il PLACET JUXTA MODUM (=sono d'accordo ma con alcune riserve).
Mi sbaglio o la tua posizione del tutto personale, e io penso legittima, come TG, sia quando eri dentro sia ora che ti ritengono esterno, è quella di un PLACET JUXTA MODUM? Io la ritengo una posizione molto matura e responsabile che, essendo tu assai giovane, ti fa onore.

Ma pensando all'utilità che ne potrebbero trarre i tuoi fratelli di fede, che ne pensi allora se trasferissimo queste nostre conversazioni nella sezione "Geovismo e psicologia"?

Mi figuro e spero vivamente che tanti tuoi confratelli ne prenderebbero spunto per esprimere, protetti dall'anonimato, il loro modo di autocomprendersi, la loro posizione psicologica rispetto a Dio/Gesù/Bibbia e mondo soprannaturale da un lato e all'organismo WT che dice di rappresentare Dio in terra dall'altro.

Ovviamente li riporterei citando l'essenziale di questa tematica di confronto e togliendo ciò che attiene alla scomparsa di tuo padre.

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Post di MPA del 24/10/2006 13.04 che quota e approva

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Ma pensando all'utilità che ne potrebbero trarre i tuoi fratelli di fede, che ne pensi allora se, in omaggio al rispetto per le persone e anche perché ciascuno possa far chiarezza a se stesso di come si vede relazionato con la propria Dirigenza, trasferissimo queste nostre conversazioni nella sezione "Geovismo e psicologia"?
________________________________________


Certamente.


Seguono alcuni brevi post di altri foristi che non aggiungono nulla di nuovo (li si può controllare se si vuole)


Post di Bigpuffo del 25/10/2006 2.14 che risponde a Trianello quotandolo interamente

Re:
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Scritto da: Trianello 24/10/2006 23.30
Ehm... lui è stato disassociato, a quanto ho capito, quindi...
________________________________________
Beh,disassociato propio no!!!!!

Anche loro hanno ammesso che non è stato preso nessun provvedimento disciplinare nei confronti di Marco,cosa assolutamente essenziale nei casi di disassociazione.

Di me ,dimissionario come Marco,dicono che sono un dissociato,relegando la dimissione dall'ente, alla stregua della dissociazione dalla confessione religiosa dei tdg.

In realtà Marco (correggimi se sbaglio),dopo aver subito il comitato giudiziario e non avendo dato segno di pentimento, non troncando ogni rapporto scritto e orale con ex o presunti ex tdg,avendo capito di esser stato condannato alla disassociazione,ha agito di anticipo consegnando la sua lettera di dimissioni,pensando come il sottoscritto,che la cctdg rispettasse lo statuto da essi firmato,rispettando la sua decisione ,con la conseguenza di non poter attuare nei suoi confronti l'ostracismo che rivolgono in maniera deplorevole a tutti gli espulsi.

Purtroppo,al momento sembra che l'abbiano vinta loro,ripeto al momento;


puo'un uomo nascere due volte? viva la liberta e la rinascita di un uomo nuovo


Post conclusivo di Berescitte del 25/10/2006 5.42 in cui si propone e attua il trasferimento a questa sede

Dice Bigpuffo

>avendo capito di esser stato condannato alla disassociazione,ha agito di anticipo consegnando la sua lettera di dimissioni

R- Non mi sembra che siano andate così le cose.
Nel filmato Marco dice di essere stato disassociato non di aver dato la lettera di dimissioni, e la WT invece dice che non l'ha espulso ma ha preso atto della sua dichiarazione di dimissioni.

Per questo io ho parlato di menzogna palese da parte della dirigenza. Menzogna però che solo a Marco risulta evidente ma non a chi ascolta perché per chi ascolta c'è la possibilità che sia lui ad aver mentito invece che la Congregazione.
E Marco, rispondendomi non mi ha detto che ho capito male. Ha confermato che è andata come lui ha detto e che tuttavia questo non è per lui motivo sufficiente per tagliare i ponti con il geovismo.

Cosa che appunto per me è talmente sorprendente che mi induce a trasportare la vicenda nel settore della "psicologia" per capire come funzionano i meccanismi interiori della adesione al credo geovista da parte anche di altri adepti. Invero la cosa sarebbe per me accettabile se, dicendo che lui dentro di sé vuole essere e resta un Testimone di Geova, lo fa perché da un lato realizza l'adesione ad una fede e dall'altro la separazione dalle persone che ufficialmente dirigono quella fede/denominazione. Cosa che è possibile a chiunque da un punto di vista teorico ma che non è lecita nel geovismo che predica la riprovazione di Geova per chi non si sottomette in modo convinto alla conduzione decisa dalla dirigenza/Canale.

Io cioè ci vedo una presa di posizione legittima e possibile ma che per un autentico TG dovrebbe comportare la coscienza di essere fuori asse. Cosa che Geova che scruta i cuori vede e che comporta la Sua riprovazione.
E' esattamente come la questione dell'articolo 5 che, da un punto di vista giuridico è lecita e la WT dovrebbe rispettarla (aderisco alla fede ma non alla Società WT) ma che, dal punto di vista della dottrina geovista, è inconcepibile proprio perché quella fede comporta - come cosa essenziale - di non poter aderire a Geova-Dio e al contempo rifiutare l'adesione al Canale/CD/Società che dice di rappresentarLo.

E' questo precisamente che, in sede psicologica, dovrebbe essere tematizzato, per evidenziare se questa posizione mentale di Marco è condivisa da vari altri adepti. Se così fosse avremmo davvero un nuovo genere di TG "fuorilegge" per la Dirigenza, ma davvero aperto a quel pluralismo che la Dirigenza demonizza e teme perché è la porta che schiude la libertà.


E anzi facciamo così. Chiudo qui il 3D di questa discussione e in giornata la trasferisco (Marco si è già detto d'Accordo), riportandovi questi primi post, nel 3D "Geovismo e psicologia" perché venga sviluppata e non vada perduta da chi, nuovo, non immagina che si stia trattando una cosa così importante nel settore "Comunicazioni personali" dove di norma sono contenuti brevi scambi privati tra singoli.
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est modus in rebus
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e quindi via al seguito, augurandoci che siano molti a voler collaborare a questo aiuto fraterno che proviene dall'interno (se si è TG) e dall'esterno (se si è ex)

Berescitte
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12/12/2006 06:17
 
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Nessuno raccoglie l'invito del precedente post? Allora diamo la parola a Fromm...
Ho trovato queste pagine di Fromm che ritengo utili a mantenere desta la nostra tematica.
Forse qualcuno potrebbe ravvisarci, almeno parzialmente, la situazione psicologica dell’adepto e della Dirigenza geovista (semplici Anziani compresi). Una unione simbiotica spirituale deprimente ma che si può superare, come annuncia in fine la possibilità di un “amore maturo”.
E sia ben chiaro che segnalando questo non escludo che tale rapporto “non maturo” possa esistere anche altrove, casa cattolica compresa. Quello “passivo” è facile ritrovarlo nella banda, nella mafia, nel rapporto tra giapponese e l’impero, tra il dipendente e il capofabbrica, l’alunno e l’insegnante, l’americano e la sua “grande e potente nazione”, il credente e la sua Chiesa… Nessuno ha mai la totale maturità; è un problema di misura! E il troppo che rende la cosa patologica.


«L’unione simbiotica ha il suo modello biologico nella relazione tra la madre e il feto. Sono due, eppure uno. Vivono insieme (simbiosi), hanno bisogno l’una dell’altro. Il feto è parte della madre, riceve tutto ciò di cui ha bisogno da lei; la madre è il suo mondo; lei lo nutre, lo protegge, ma anche la sua vita è intensificata da esso. Nell’unione simbiotica fisica, i corpi sono indipendenti, ma lo stesso genere d’unione esiste psicologicamente.

La forma passiva dell’unione simbiotica è quella della sottomissione, o, per usare un termine clinico, del masochismo.
Il masochista sfugge all’insopportabile senso di separazione e solitudine rendendosi parte di un’altra persona che lo domina, lo guida, lo protegge; che è la sua vita e il suo ossigeno, per così dire. Il potere al quale ci si sottomette è sublimato, sia egli un essere umano o un dio; lui è tutto; io non sono nulla, a meno che non diventi parte di lui: parte di grandezza, di potere, di sicurezza. Il masochista non ha da prendere decisioni, non ha da correre rischi; non è mai solo, ma non è indipendente; non ha autonomia; non è ancora pienamente nato. Nel concetto religioso, l’oggetto di adorazione è chiamato idolo; nel concetto secolare di rapporto d’amore masochistico, il meccanismo essenziale, quello dell’idolatria, è lo stesso. Il rapporto masochistico può essere confuso col desiderio fisico, sessuale; in questo caso non è solo una sottomissione alla quale partecipa la mente dell’individuo, ma anche l’intero corpo. Può esserci la sottomissione masochistica al destino, alla malattia, alla musica ritmica, allo stato orgiastico provocato dalle droghe, o sotto influsso ipnotico: in tutti questi casi la persona rinuncia alla propria integrità, fa di se stessa lo strumento di qualche cosa o di qualcuno al di fuori di se stessa; non ha bisogno di risolvere il problema di vivere mediante l’attività produttiva.”

(seguita)

[Modificato da berescitte 13/12/2006 5.45]

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est modus in rebus
13/12/2006 05:49
 
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«La forma attiva di fusione simbiotica è il dominio o, per usare il termine psicologico corrispondente al masochismo, il sadismo. Il sadico vuole sfuggire alla propria solitudine e al proprio senso d’isolamento impossessandosi di un’altra persona. Sublima se stesso incorporando un altro essere, che lo idolatra.
Il sadico è legato al succubo così come quest’ultimo è subordinato al primo; non può nemmeno vivere senza l’altro. La differenza sta solo nel fatto che il sadico domina, intraprende, offende, umilia, e il masochista è comandato, offeso, umiliato. Questa è una differenza considerevole, in senso realistico; ma in un senso più profondo ed emozionale, la differenza è irrilevante, rispetto a ciò che ambedue hanno in comune: fusione senza integrità. Se si capisce questo, non ci si meraviglierà di scoprire che una persona reagisce sia nel modo sadico che masochistico, verso oggetti diversi. Hiltler agì in un primo tempo in modo sadico, verso il popolo; ma in modo masochistico verso il destino, la storia, l’ “alto potere” della natura. Il suo suicidio tra la distruzione generale è altrettanto caratteristico quanto il suo sogno di successo, di dominio totale.

In contrasto con l’unione simbiotica, l’amore maturo è unione a condizione di preservare la propria integrità, la propria individualità. L’amore è un potere attivo dell’uomo; un potere che annulla le pareti che lo separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso d’isolamento e di separazione, e tuttavia gli permette di essere se stesso e di conservare la propria integrità. Sembra un paradosso ma nell’amore due esseri diventano uno, e tuttavia restano due.»

(ERICH FROMM, L’arte di amare, Mondadori, Milano 1991 8a ed., 30-31)
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est modus in rebus
21/12/2006 10:46
 
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Stavolta cito me stesso e faccio il cattivo...
Rispondendo alla domanda con cui The Red Baron ha aperto un suo thread nel Forum Principale e che suonava...
Ma la WTS almeno una di dottrina l'ha azzeccata, secondo Voi???
...oggi ho risposto come segue. E lo posto anche qui perché costituisce proprio un meccanismo psicologico che secondo me fa parte di tutte le BIG LIE e quindi anche delle maglie della rete geovista strutturata dalla Watchtower.


Sicuro! Ha indovinato quella che è una derivazione* della BIG LIE e suona così:

"Se noi riusciamo a raggiungere milioni di persone
e i nostri oppositori solo quattro gatti
noi possiamo infischiarcene dei nostri oppositori
e continuare a dire le nostre bugie facendole passare per verità".

____________________________
* Dico derivazione perché la BIG LIE consiste nel dire grosse balle e nel far loro enorme pubblicità. Il recettore della balla resta sull'inizio perplesso e contrariato, ma poi si dice "Ma ti pare che se non era vera l'avrebbero detta? Ti pare che quelli dell'altra parte non l'avrebbero smentita clamorosamente? Se dunque non c'è la smentita clamorosa significa che la notizia è vera."

Nel nostro caso la smentita c'è ma non è clamorosa, così che questo funzionamento da me esposto sopra è una derivazione del sistema BIGLIECISTICO. Coerente con esso.
Possiamo perciò sperare di salvare solo pochi
fin quando almeno la gente non tornerà a ragionare
e a capire che una cosa non è vera o falsa in base al numero di gente che la dice e/o la ripete
ma in base alle prove da cui è supportata.

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est modus in rebus
24/01/2007 15:11
 
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Nuovo rivolo d'acqua per il mulino...
Nel Forum Principale, thread Fobie instillate dai culti come quello dei Testimoni di Geova, al link http://freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?
f=47801&idd=6220
abbiamo un elenco di ammennicoli, escogitati dalla Dirigenza geovista, atti a condizionare mentalmente gli adepti.

Saranno cose diaboliche?
E se qualche TG dovesse riscontrare che rispondono a verità?

L'autore si firma con il nick "jwscientist" che credo si debba interpretare così:
jw = jeowah witness
scientist = scienziato
ovvero Testimone di Geova che ha coniugato la proposta di fede geovista con una analisi critica "scientifica" del movimento.

Vedete un po' voi...
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est modus in rebus
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