Scelgo di proposito di usare il termine antiquato "cattolicismo" per esprimere il rispetto della par condicio dal momento che, per brevità, mi è comodo definire "geovismo" la dottrina dei Testimoni di Geova. Ne ricavo anche il vantaggio di tirare l'attenzione sul Movimento e quindi addebitare la sua dottrina alla sua Dirigenza invece di far riferimento al popolo dei TG fedeli, quasi che la dottrina derivasse da loro.
I "SANTI" SECONDO LA DOTTRINA GEOVISTA
Mi correggano i TG esperti se sbaglio.
Secondo la dottrina, che il CD dice di ricavare dalla Bibbia, i "santi" sarebbero gli Unti, una categoria di sole 144.001 persone (l'unesima è Gesù stesso Capo degli altri 144.000).
Essi sarebbero qualificati tali per scelta di Geova e non per meriti personali.
Pur se di loro si magnificano ogni tanto le virtù di dedizione, disprezzo della vita donata in sacrificio, umiltà, fedeltà e quant'altro, essi non sono santi per questo motivo. Anzi, moralmente sono peccatori come tutti i TG.
Questa concezione singolare ritengo che derivi da remora ereditata dal protestantesimo (di cui il geovismo è un ramo "degenere" a detta delle grandi Chiese protestanti). La stessa dizione preferita nei loro riguardi che suona "dichiarati giusti" a preferenza di "giustificati" è espressiva della convinzione che essi non ottengono, attraverso il Battesimo (né quello di acqua né quello interiore dello spirito) una rigenerazione, non diventano "nuova creatura" come dice Paolo, realmente giustificati nel senso di essere rinnovati nel fondo, ripuliti, rigenerati, senza ombra di colpa né residua originale né di azioni peccaminose attuali. Essi, secondo il geovismo/protestantesimo, sono bensì "coperti" nelle loro brutture - che restano! - e appunto perciò non possono essere che "dichiarati" legalmente giusti, anche se nella realtà profonda non lo sono poiché restano peccatori e "sporchi".
Questa interpretazione della "giustificazione" (nonostante le chiarissime parole di S. Paolo che parla di nuova creatura) credo che derivi dalla concezione del peccato come "imperfezione fisica" più che come colpa morale spirituale. Se si limita il peccato al solo influsso deleterio sul fisico è evidente che, nonostante ogni forma di battesimo, l'imperfezione fisica e anche quella psicologica, come tendenza al male, rimangono. E perciò, in tal senso, l'uomo resta "peccatore" finché non sarà restaurato dalla risurrezione.
Preciso subito che, per contro, stante tutto questo discorso, secondo la dottrina cattolica il peccato adamico, poiché colpa morale, ha causato come primo danno assoluto la perdita della grazia/vita divina e che la giustificazione cattolica ripristina totalmente con il battesimo, dando alla luce (all'uscita dal fonte battesimale) una nuova creatura del tutto risanata quanto a questo aspetto. Ciò nonostante sia anche permanentemente debilitata nelle sue tendenze al male (per cui la vita cristiana sarà una lotta continua) e deprivata di quelli che sono definiti i "doni preternaturali" che Adamo aveva, tra cui l'immunità dalla malattia, dolore, morte, per cui il fisico anche dell'uomo rinnovato "nella grazia e verità" resta soggetto alla involuzione fino a "tornare polvere".
Nessun merito dunque per essere santi nel geovismo. Nessuna pretesa o diritto possibile per far parte del numero. Geova avrebbe scelto tale classe "dalla fondazione del mondo" e non come singoli individui (che non poteva preconoscere in alcun modo) ma come "classe" indistinta.* Così che Egli (spero che i TG notino il rispetto della "E" maiuscola!) li ha scelti come, dove e quando ha voluto e vuole durante la storia, a partire dalla Pentecoste. E quando un Unto rinuncia Egli lo sostituisce.**
Sugli Unti ci sarebbe da dire molto: il fatto che prima erano creduti l'unica categoria di salvati, poi affiancata (dal 1935) dalla scoperta delle "altre pecore"; il fatto che la loro categoria non dovrebbe "passare del tutto" perché ne deve restare un campionario fino al Dopo Armaghedon; il fatto che la loro unzione è testimoniata loro interiormente dallo/con lo "spirito santo" ed è perciò insindacabile dal di fuori; il fatto che solo loro hanno diritto ad assumere gli "emblemi" del pane e vino durante la Commemorazione poiché solo loro sarebbero stati inseriti da Gesù nel "patto per un regno"; la risurrezione ed entrata nel reame dei cieli nel 1918 di tutti gli unti morti prima di quella data***; la trasformazione istantanea con dono di "corpo spirituale" e assunzione nel Reame dei cieli per gli unti che muoiono dopo il 1918; la loro funzione di Canale della dottrina e della direzione teocratica delegata al Corpo Direttivo di Brooklyn**** e tante altre cose interessantissime...
Ma a noi interessa limitarci per ora alla qualifica di Santi. Come abbiamo spiegato si tratta di santità a cui si dà una accezione molto diversa da quella in uso nella cristianità e nel vocabolario comune.
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* la negazione della prescienza di Geova è motivata dal confonderla con il concetto di "predestinazione" che sarebbe costrittivo della libertà umana e colpevolizzerebbe Geova che, se avesse saputo che Adamo ed Eva avrebbero peccato, avrebbe dato il comando di evitare quel tal peccato predisponendo insieme le cose affinché i suoi figli "si mettessero di sicuro nei guai" (cf Ragioniamo p. 101)
** Ma su questo c'è da fare un discorso critico attento poiché questo schema non sembra sia tanto lineare nella concretezza dei fatti... con tanto di matematica alla mano!
*** E anche qui c'è una incongruenza notevole su cui il CD dovrebbe fornire spiegazioni circa le proprie credenziali e la propria legittimità...
**** Il che a mio avviso costituisce il top delle difficoltà che il CD dovrebbe dipanare poiché coinvolge direttamente la divinità o meno di Geova...
E SECONDO LA DOTTRINA CATTOLICA
Secondo la dottrina, che la Chiesa Cattolica (e anche molte altre Chiese cristiane) dice di ricavare dalla rivelazione, sia essa rivelazione derivante da Traditio Apostolica che dai documenti definiti "Bibbia", la santità ha una duplice accezione:
1)- Una universale, donata: sono Santi tutti i battezzati, poiché il Battesimo non è un simbolo ma un sacramento con cui Dio dona la partecipazione alla vita divina tramite l'inserimento nella Vite/Corpo del suo Figlio Gesù, il quale, santo in quanto Capo del corpo, rende sante tutte le sue membra della sua stessa santità. Ne sono esclusi solo i tralci staccatisi dalla Vite.
Nessuna copertura di brutture dunque. Il Battesimo (e successivamente la Riconciliazione che è il sacramento del perdono) rende l'uomo nuova creatura, bello, immacolato come lo era Adamo non appena uscito dalla mani di Dio Creatore. Si tratta di una santità che va definita "innocenza".
2)- Una selettiva, acquisita: e consiste nella "statura del Cristo" che le persone, grazie al proprio impegno di virtù umane, lasciandosi condurre dalle virtù teologali della Fede/Speranza/Carità costruiscono in se stessi, configurandosi al Modello Gesù e vivendo eroicamente nella grazia di Dio a costo della vita, il loro ruolo di sacerdoti, profeti, re.
Di questo tipo di Santi ve ne sono una schiera innumerevole, di tutte le categorie, età, luoghi geografici e periodi storici. Sono quelli la cui festa, che li accomuna tutti, è celebrata in Italia il primo Novembre (Ognissanti).
Tra di loro la Chiesa ha scelto/sceglie alcuni da proporre ad esempio/emulazione rendendoli Santi "canonizzati", ovvero sui quali essa ha dichiarato, dopo approfondito esame e conferma della firma divina tramite miracoli ottenuti per la loro intercessione, l'eroicità delle virtù esercitata ininterrottamente per un congruo periodo di tempo fino alla morte. Così si posso avere santi canonizzati che in passato hanno trascorso una vita peccaminosa e poi si sono convertiti (Zaccheo, Agostino...).
In paradiso (leggi, saranno ammessi nella gloria di Dio dopo la morte) solo Santi in chiccheri e piattini, cioè senza l'ombra di una qualsivoglia residua adesione interiore al male. Di qui la convinzione che il purgatorio sia la condizione che attende pressoché ogni essere umano prima di poter entrare nel "gaudio del proprio Signore". Purgatorio, ossia condizione esistenziale di purificazione dopo la morte fisica, che attende gente sostanzialmente santa ma ancora bisognosa di un tocco di perfezione finale. L'opposto speculare al santo è il peccatore; l'opposto degli Angeli santi, i Demoni.
In conclusione possiamo dire che nel geovismo santi... si nasce, ma non è vera santità; nel cattolicismo (e penso che in questo posso farmi interprete anche del sentire di tutte le denominazioni della Cristianità) lo si diventa, ed è santità vera.
Il geovismo, a mio modo di vedere pecca su vari fronti in rapporto a questa dottrina biblica:
1) Intende il concetto di "santo" in maniera univoca. Mentre noi accettiamo sia la designazione biblica di "santi" estesa a tutti i battezzati (tratta da Paolo), sia quella... specialistica riservata ai santi in base al proprio comportamento di vita e del loro essere in grazia (concetto che è pure molto sottolineato nella Scrittura, anche veterotestamentaria);
2) Riserva la "santità" alla sola categoria di 144.000 individui, accettando che al fondo restino peccatori. E qui compie sia uno sbaglio esegetico per aver travisato l'interpretazione del numero 144.000 di cui parla Apocalisse, sia perché ammette una santità puramente legale che concede stranamente una "immeritata benignità" divina (deformazione del concetto di "grazia") e una compartecipazione addirittura al Regno a persone non realmente purificate sin nel fondo.
3) Poi vi sono le gratuite stranezze della resurrezione dei Santi nel 1918, la loro obbligatoria dotazione di un "corpo spirituale" ricavata dal travisamento del Paolino "corpo e sangue non possono ereditare il regno di Dio" e altre cose di cui parleremo in altri post, nel dibattito.
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est modus in rebus