DOPO LA SENTENZA DEL TAR
Religioni, ecco i luoghi di culto «fuori norma»
Chiara Bert
Dai valdesi ai testimoni di Geova ai focolari
E c’è anche la chiesa di Centochiavi
Andreatta: Se passasse la linea adottata dai giudici per la moschea a Gardolo molte sedi non avrebbero i requisiti urbanistici TRENTO. Ci sono valdesi e avventisti che si ritrovano a pregare nella sala della circoscrizione di Melta. I Testimoni di Geova che hanno trovato «casa» a Roncafort. C’è il Centro Mariapoli di Cadine, del movimento dei Focolari. E c’è addirittura una chiesa, quella di Centochiavi, che si trova in una zona non classificata per attrezzature religiose. Se passasse l’interpretazione del Tar, che ha stoppato i lavori della nuova moschea di Gardolo, tutti questi luoghi religiosi diventerebbero automaticamente «fuori norma».
Il «caso moschea» è tornato ieri mattina sul tavolo della giunta comunale, nella prima seduta dopo le dimissioni di Alberto Pacher. Il sindaco reggente Alessandro Andreatta ha relazionato ai colleghi sull’ordinanza del Tar che ha accolto il ricorso di Gianni Bort, titolare dell’Hotel Capitol di via Soprasasso, e sospeso i lavori del centro culturale religioso voluto dalla comunità islamica. Secondo i giudici amministrativi quello in costruzione è un luogo di culto vero e proprio, e come tale necessita di una destinazione urbanistica specifica, ovvero zona per attrezzature religiose.
Un’interpretazione della norma che, se venisse confermata nel giudizio di merito, porrebbe un problema serio all’amministrazione comunale, mettendo in discussione la regolarità di tutta una serie di luoghi di culto. «La questione è delicata - ribadisce Andreatta - si tratta di capire che cosa si intende per luogo di culto, se una chiesa, o anche solo una cappella, o un capitello». In quest’ultimo caso, se passasse la linea del Tar, si arriverebbe al paradosso di dover chiudere perfino le cappelle delle case di riposo.
Senza arrivare ai casi estremi, è evidente che il problema si pone non solo per la nuova «moschea» di Gardolo. Gli esempi di luoghi religiosi e di culto non previsti a livello urbanistico sono diversi in città. In molti casi riguardano confessioni che da tempo chiedono un luogo dove potersi incontrare per professare il proprio culto. È il caso dei Testimoni di Geova, che hanno la sede dell’associazione a Roncafort, in un edificio classificato produttivo. O dei valdesi, che condividono la sala della circoscrizione di Melta con altri gruppi evangelici: «Abbiamo portato gli armadi, le bibbie e un armonium - spiega Salvatore Peri - noi celebriamo la domenica, la Chiesa avventista del 7º giorno il sabato. Un altro gruppo evangelico si ritrova a Canova. In attesa che si realizzi la promessa di Pacher di un centro multireligioso». C’è poi il Centro Mariapoli di Cadine, dei Focolari, che si trova in zona classificata residenziale: non propriamente luogo di culto, ma centro culturale e religioso. E infine la chiesa di Centochiavi, ai Solteri: qui il piano regolatore classifica la zona «direzionale», ovvero per uffici. È la seconda chiesa dei Solteri, la più recente: vi si celebra messa, regolarmente. Un luogo di culto a tutti gli effetti, che però non ha mai sollevato proteste. E tantomeno ricorsi al Tar.
Intanto oggi la comunità islamica festeggerà nel palazzetto di Gardolo la fine del Ramadan.(30 settembre 2008)
Fonte:
espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Religioni-ecco-i-luoghi-di-culto-%C2%ABfuori-norma%C2%BB/2...