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TEST & KAT adventures

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:57
14/10/2008 13:13
 
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18. RUMINAMENTO DELLA “TEST” SUL DIALOGO PRECEDENTE

Però mica scemo quel KAT! Non ci avevo mai pensato ma è ovvio che, se i cattolici si comportassero come noi TG in relazione allo ascoltare o meno diverse proposte religiose, noi non avremmo mai conquistato alla nostra fede geovista nessun cattolico. Avrebbero tutti adoperato lo “scudo della loro fede” già strutturata a paradigma; non ci avrebbero neanche fatto entrare in casa e si sarebbero barricati con doppio catenaccio, figurativamente parlando.

Infatti essi avrebbero visto la nostra proposta come Laocoonte vide l’idea di portare nella città di Troia il cavallo di legno (ovvero di introdyrlo dentro la “cittadella della nostra fede” come disse quel tal prete Minuti paragonando il cavallo di Troia alla Traduzione del Nuovo Mondo): una autentica mattata autolesionista! E aveva ragione perché, come dice il racconto, la verità era che il cavallo è apparso agli occhi dei Troiani come un dono alla dea, quindi un qualcosa da onorare per catturare la di lei benevolenza, ma di fatto era lo strumento approntato dai nemici per la loro distruzione.

Questo paragone tratto dalla mitologia è calzante anche perché, sempre stando al racconto, risulta che i troiani ebbero più di un allarme adatto a dissuaderli dal portare in casa il cavallo:
1) dapprima ci fu Laocoonte che sollevò il dubbio dicendo espressamente che forse nel suo ventre potevano annidarsi i nemici;
2) poi ci fu una sorta di prova quando Laocoonte stesso gli conficcò una lancia nella pancia e si sentì che rimbombava a vuoto;
3) poi accadde che la dea fece venir fuori i due draghi che si papparono Laocoonte e figli; ma questo evento, anziché essere visto come una punizione per il disprezzo manifestato da Laocoonte, avrebbe potuto benissimo essere interpretato come una mossa di una dea alleata dei greci per mettere a tacere l’unica voce (“profetica” direbbe la Bibbia) che li avrebbe potuti salvare;
4) infine ci fu l'avvertimento di pericolo quando, durante il tragitto, il terreno accidentato fece oscillare il cavallo e si sentì tintinnare i ferri delle armi al suo interno.
Ebbene pare proprio che neanche questo bastò a far dire ai troiani “Aspetta un po’, perché non facciamo una verifica? Perché non gli facciamo un buchetto sotto a quel pancione e ci mandiamo dentro del fumo? Hai visto mai?...” Niente! Si sono lasciati prendere tutti dall’entusiasmo (oggi diremmo “fanatismo”), dal desiderio di vantaggio (la proposta della “terra paradisiaca” direbbe il nemico!) e questa attitudine ha fatto abbassare loro i centri inibitori del controllo razionale. C'è davvero da trarne una grande lezione di prudenza in relazione a qualsiasi tipo di avvertimento di pericolo!

Certo però che siamo fortunati non poco noi geovisti se i cattolici sono così sempliciotti da passare sopra allegramente ai segnali di pericolo, quando qualcuno attenta alla loro fede, sia che si tratti di una proposta religiosa diversa sia che si tratti di inquinare il loro credo o addirittura di gettarlo alle ortiche per un vantaggio personale terreno!
Chissà, forse questo dipende dal fatto che non hanno mai sofferto troppo per la loro fede come noi che dedichiamo alla causa del Regno cinque ore a settimana più la preparazione a casa e i congressi e la predicazione porta a porta. E' di scienza psicologica, oltre che di pubblicità reclamistica, la persuasione che ciò che non costa non ha alcun valore… Perfino se la mitologia fosse storia, si potrebbe star certi che, come i poveri troiani, tanti cattolici esclusivamente "anagrafici" ci cascherebbero nella trappole dei miraggi proposti loro dalle quasi 700 denominazioni religiose che esistono in Italia (tutte imbroglione e strumento di Satana sviatore, salvo la nostra che è l'unica vera). Insomma anche se l'episodio del cavallo di Troia fosse storia, verrebbe confermata la massina di Bernard Shaw che disse: “la storia insegna che gli uomini non imparano mai nulla dalla storia”.

E veramente, come TG, non possiamo augurarci niente di meglio che la situazione della fede dei cattolici resti a questo livello (che il solito Minuti definì assai propriamente di persone “culturalmente indifese”, sia quanto a cultura generale che, e rimarcatamente, quanto a conoscenza biblica), così noi TG potremmo continuare a mietere senza ostacoli nuovi adepti tra i cattolici, le "pecore perdute della casa d'Israele". Avremmo sempre un mare molto pescoso, al punto da poter trascurare le varie porte che si chiudono – tanto si tratterebbe di persone con il “cuore non sincero”, e “non giustamente inclinate per la vita eterna” – e bussare ad altre che certamente si aprirebbero.

Ma proprio a me mi doveva capitare di incontrare questo tal Bery così coriaceo e informato?

Mi turba però il fatto che, realmente, se noi agiamo così, e cioè:
1) adoperando per nostra difesa il paradigma che le proposte religiose altrui non vadano neanche prese in considerazione giacché sono contro ciò che ci dice il nostro Canale, e:
2) pretendendo che altri non adoperino, a loro difesa, lo stesso metro di giudizio (o paradigma che sia), noi di fatto invitiamo le persone ad agire contro coscienza, cioè le istighiamo a peccare. Anche se la cosa è fatta a fin di bene giacché crediamo che loro sono nell’errore e quindi l’uscire dalla loro fede sarà per loro un vantaggio, sta di fatto che, mentre sono nella loro fede, noi dovremmo rispettarne la coscienza. Del resto non lo diciamo che sono liberi e dovrebbero comportarsi con libertà finché non sono convinti che il nostro messaggio è vero? Non diciamo che non vogliamo convertirli ma solo far conoscere il nostro messaggio? Quindi dovremmo rispettarli nel desiderio di tutelare quella che, in buona coscienza, loro credono sia la vera fede e non proporre loro di riesaminarla inoculando in loro il dubbio che, già come dubbio realmente creduto tale, li rende peccatori davanti alla loro coscienza e al loro Dio (che poi è il vero Dio giacché è il Dio biblico, salvo che non è trino).
Invece noi violentiamo la loro coscienza sia prima, spingendoli a peccare, che poi:
3) quando esigiamo, una volta portati al nostro discorso, che alzino la barriera difensiva che per catturarle abbiamo voluto abbassata. In questo caso noi li invitiamo ad adoperare "doppio peso e doppia misura". Un insulto quindi alla verità, sia umana, sia, se stiamo a Proverbi 20,10 e 20,23 anche divina.

E’ vero che il nostro CD ci ha insegnato che qualunque cosa faccia brodo alla causa del Regno quella diventa lecita, compresa la menzogna, giacché abbiamo a che fare con “nemici” a cui non si è ovviamente tenuti a dire la verità, e abbiamo a che fare anche con il supernemico ingannatore Satana il Diavolo che è il “principe di questo mondo” che “svia tutta la terra abitata” e tiene in schiavitù tutti coloro che non sono Testimoni di Geova.
Ma il bello è proprio qui. Metti il caso – ipotesi di lavoro che non pongo come realmente probabile nella mia mente altrimenti peccherei contro la mia fede – metti il caso che questo meccanismo, di “metti e leva” la barriera di difesa, sia stato escogitato ad arte anche da altre denominazioni sedicenti religiose, ecco che avremmo per antipaticissimo risultato, il fenomeno che noi TG troveremmo sbarrate non qualcuna, ma tutte le porte! E non potremmo neanche invitare le persone che vogliamo aggregare al nostro carrozzone ad esaminare criticamente il funzionamento di tale meccanismo, perché il solo farlo già per loro costituirebbe un insulto alla loro fede, come lo è per noi se volessimo applicarlo seriamente al riesame della nostra credenza geovista, ottenuta proprio con l’abbassamento di quello scudo.

Insomma qui c’è davvero qualcosa che non quadra. Ma… potrò mai chiedere a Brooklyn la quadratura del cerchio? Non mi risponderà che Geova mi farà capire tutto un bel giorno? E non mi ricorderà piuttosto, e a tinte forti, che c’è poco tempo per riflettere e porsi problemi giacché Armaghedon incombe e c’è tanto da fare? E che se non mi do da fare con tutta l’anima potrei non raggiungere “una condizione approvata ai suoi occhi”?
Non mi spaventeranno additandomi i nomi dei grandi disassociati e, senza minimamente ipotizzare che avessero almeno una qualche ragione, non mi direbbero che a tale deplorevole degrado di fede si giunge proprio quando si comincia a fidarsi del proprio intendimento, anziché della pura Parola di Dio che solo il CD (per conto dello Schiavo, dice lui!) sa interpretare nel modo giusto?

L'esperienza mi preavverte che farebbero sicuramente così, anche se non capisco come possa entrarci lo spauracchio dell'altolà ricavato dalla Parola di Dio in relazione al problema di questo meccanismo che sto considerando e che è squisitamente e puramente psicologico, cioè di scienza umana, inventabile da tutti.

Hai visto, però che era vero? Ho adoperato la ragione e sono rimasta scossa. Evviva la Parola di Dio che mi avverte dicendomi: “…vi preghiamo 2 di non essere presto scossi dalla vostra ragione” (2 Tessalonicesi)
Chissà però se me la potrei cavare, dal peccato del farmi scuotere, appellandomi a quel “presto”? Se quell’avverbio ispirato deve avere un valore dovrebbe significare che magari “tardi” cioè alla lunga, aggiungendo prove su prove e ragionamenti su ragionamenti, potrei essere più che scusata nel fatto di scuotermi.
Comunque sia, la precisazione rappresentata da quel “presto” mi assicura che la Bibbia non esclude che io faccia funzionare magari "tardi" la mia ragione, il che è confermato anche da Romani 12, 1 che dice “vi supplico per le compassioni di Dio, fratelli, di presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio, sacro servizio con la vostra facoltà di ragionare.” Quindi procederò nel ruminare e confrontarmi. La mia intelligenza lo esige e… Bery mi aspetta.

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PS
La correzione riguarda solo la parola "greci" con quella di "troiani".
[Modificato da berescitte 20/10/2008 19:09]
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