17. PICCOLO OMAGGIO... ESTIVO ALLA LOGICA
KAT - Niente di trascendentale, sa, ma ho pensato così, tra una passeggiata e l'altra sulla spiaggia di Berea...
TEST - Di Berea? Ma che dice?
KAT - Ma sì, parlo "figurativamente", via! Noi due, giovanissimi, tu Testimoniessa di Geova e io Cattolico de Roma, non solo stiamo passeggiando su una spiaggia sotto l’mplacabile sole d'Agosto, ma figurativamente parlando (noi cattolici diremmo "metaforicamente"), stiamo passeggiando sulla spiaggia di Berea, cioè situati sul livello di analisi critica sia di ciò che pensiamo sia di ciò che ci viene detto in rapporto alla religione e alla fede. Nel senso ovvio che cerchiamo di essere entrambi persone che "sanno rendere conto, dare ragioni logiche del perché abbiamo certe speranze e da quale fede esse siano alimentate e quali ragioni abbiamo per avere quella determinata fede che abbiamo a livello religioso" (cf 1 Pt 3,15).
TEST - Uh, quante storie per ricordare semplicemente che cerchiamo di non avere una fede appoggiata a quella degli altri ma avendola motivata personalmente.
KAT - Brava! Lo dicevo io! In fondo abbiamo tutti da imparare qualcosa. E io in questo caso apprezzo la sua brevità, essenziale e precisa. Ma veniamo al dunque. Io ho una domanda, anzi una serie di domande correlate, tutte intorno ad un argomento. L'argomento della fiducia.
TEST - Sentiamo.
KAT - Poniamo il caso che io volessi esplicitamente invitarla a disobbedire al suo Corpo Direttivo o a non credere espressamente a un insegnamento che esso ha dato in maniera ufficiale, lei come reagirebbe? Come mi vedrebbe?
TEST - Ovviamente come un emissario di Satana che tenta di farmi inciampare.
KAT - E in che considerazione terrebbe la mia proposta?
TEST - Come qualcosa da respingere con tutte le forze. Come una tentazione, anzi come una esplicita istigazione a disprezzare il Canale che Geova mi ha fornito per trasmettermi la sua verità.
KAT – Ah!
TEST - Cos'altro si aspettava che le rispondessi? Cos'altro potrebbe rispondere qualsiasi Testimone coerente con il suo credo? Lo sa o no lei che è assolutamente necessario che ogni TG sia in comunione con il Canale? Lo sa che tra Bibbia, Gesù Cristo, Geova, Servo fedele e discreto (che poi sarebbe il Canale di trasmissione che Geova adopera) e in concreto con il Corpo Direttivo di Brooklin, e in definitiva con la Società Torre di Guardia e tutto ciò che lei stampa, così infine come con gli Anziani, siano essi sorveglianti viaggianti o Anziani di Congregazione… lo sa che esiste un legame così profondo che, in pratica, nominare uno di essi equivale a nominare e coinvolgere tutti gli altri anelli della catena?
KAT - Altroché se lo so.
TEST - E allora che domanda mi fa? Che risposta si aspetterebbe diversa da quella che le ho data, e cioè di assoluto e incondizionato omaggio e perfetta e totale obbedienza?
KAT - Forse stavolta toccherebbe a me ad esclamare "Uh! che sproloquio per dire semplicemente che lei starebbe assolutamente dalla parte dello Schiavo senza deviare né a destra né a sinistra.
TEST - Già e, se lo appunti, senza neanche prendere in considerazione in che cosa lei volesse invitarmi a disobbedire o a non essere in comunione di vedute! E' insomma come avere a che fare con Dio in persona. Che insegnò Gesù al riguardo, quando Satana tentò di distoglierlo dalla fede in Dio? Tagliò netto e non si mise neanche a considerare le ragioni che Satana volle addurre per motivare la disobbedienza. Che sfacciato poi! Pretendeva perfino di trasformarla in adorazione per sé al posto di Geova! Ma che impudenza!
KAT - Grazie, basta così. Posso fare una piccola applicazione di questo paradigma?
TEST - Che paradigma?
KAT - Diciamo di questo schema di comportamento. Che per i TG dovrebbe essere paradigmatico, cioè fare da metro di riferimento contro qualsiasi tentazione di staccarsi dalla comunione con lo Schiavo e anelli della catena annessi. Cioè un TG dovrebbe, non dico senza dar adito a dubbio reale ma neanche a dubbio metodico, cioè facendo finta che... non dovrebbe mai neanche accettare come ipoteticamente probabile o da esaminare a fine di verifica una proposta di "verità" che differisca da quelle che lo Schiavo gli ha comunicato come Parola di Dio. A lui insomma basta e avanza il fatto che l'Autorità a cui egli si è affidato e alla quale offre perfino l'omaggio di ogni suo intendimento biblico, si sia espressa chiaramente in maniera contraria da quella che gli viene prospettata da "uno di quelli di fuori". Vuoi che questo tale sia un apostata vuoi che non lo sia, tanto basta perché tale proposta venga rifiutata e perché tale nuova "verità alternativa" venga considerata come una sicurissima falsità, un inciampo, un laccio per deviare dalla retta fede. Giusto?
TEST - Giusto!
KAT - E' questo raffronto che io chiamo paradigma. L'avere cioè in testa questo schema di pensiero logico che funge sia da illuminatore del pericolo sia, insieme e al contempo, come facile soluzione di ogni problema che tenda a insinuare dei dubbi di fede nell'adepto di una certa aggregazione religiosa. La soluzione consisterà nel mettere a fuoco che la proposta è quella di deviare dalla fede già conosciuta e data per certa, e di poter bocciare come certamente falsa la nuova dottrina - questo è il bello - senza aver neanche l'onere di confutarla con ragioni. Giacché l'unica ragione, necessaria e sufficiente a scartarla, è quella che essa cozza contro il paradigma.
TEST - Lo sa che me la segno? Questa parola mi comincia a piacere. Sì io ritengo, e penso che dovrebbe farlo ogni mio fratello TG, di dovermi rifare a questo paradigma di fronte a chiunque venga a propormi una fede diversa. E non voglio fare la saccente ma potrei citare qui Paolo ove dice "se anche io stesso o un angelo dal cielo venisse ad annunziarvi un vangelo diverso...". Evidentemente è lui che deve aver fabbricato questo paradigma.
KAT - Dicevo, con il suo permesso... che vorrei farne una immediata applicazione; così per vedere l'effetto che fa su di voi TG, qualora lo stesso paradigma lo applicassero altri, ciascuno a difesa della propria fede.
TEST – Uhm… mi sa che lei mi sta tirando un laccio...
KAT - No, solo un invito a logica bereana. O davvero credete che la logica funziona solo in casa Geova? Se una cosa è logica è logica per tutti. Se questo paradigma devo ritenerlo intelligente e valido, senza eccezioni di sorta, esso sarà utile anche a me e alla mia fede. Se non lo fosse, se dovesse avere eccezioni, allora anche per voi dovrebbero darsi eccezioni e lei dovrebbe rivedere tutti i suoi "assolutamente" con cui ha ritenuto di mettersi al riparo da ogni contropiede.
TEST - Lo applichi un pò...
KAT - Ma è cosa già fatta. Basterà cioè che di fronte alla proposta geovista di rivedere uno qualsiasi dei punti della mia fede - punti che io, come voi, ho basato paradigmaticamente sul mio "Canale" di trasmissione della verità divina che è il Magistero della mia Chiesa - di fronte dico a qualsiasi proposta (e prima ancora che essa venga appoggiata da pretese ragioni, che saranno certamente “subdoli sofismi”) basterà che io non ci veda affatto, come voi desiderate, un invito a scoprire una nuova e diversa verità, ma un diabolico e maligno e astuto laccio di Satana per indurmi in errore. Così che la mia reazione ovvia dovrebbe essere non quella di aprirvi la porta e starvi a sentire (come a voi fa tanto piacere e supplicate che avvenga), neanche se tentate di entrare col pretesto di un corso biblico gratuito! La mia reazione giusta dovrebbe essere quella di dirvi "vade retro Satana! perché sarebbe sicurissimo - paradigma garantente! - che tu dal momento che mi proponi una cosa diversa da quella che mi ha insegnato il Magistero, mi stai proponendo un errore. E non quindi non un arricchimento in conoscenza biblica, come pretendi che sia, ma un impoverimento terribile."
TEST – Non posso, bereanamente, negare la logica di questa applicazione. Anche se, come Testimone, debbo augurarmi che siano ben pochi i cattolici ad avere una tale lucidità della situazione e altrettanta coerenza.
KAT – Cioè il vostro ideale è quello di incontrare cattolici mezzi mezzi? All’acqua di rose? Che dicono di credere ma non sanno né percome né perché e di fronte a quattro argomentazioni più o meno abborracciate cadano ai vostri piedi dicendo “Questa sì che è la verità!”? Andate cercando insomma gente che non applichi affatto quel paradigma che a voi vi fa da scudo e da torre dove vi rifugiate quando incontrate una persona intelligente che vuole farvi capire che il vostro sistema, le vostre convinzioni, la vostra barca fa acqua da qualche parte? Insomma siete a vostra volta il paradigma vivente della applicazione del doppio peso e doppia misura, condannati dalla Bibbia?
TEST – Ma per noi questo parallelismo non vale, perché noi abbiamo la verità! E perciò NOI giustamente possiamo e dobbiamo ritenere errore, a prescindere da qualsiasi argomento, ogni proposta diversa, mentre VOI. Che siete nell’errore, dovreste aprirvi al nostro annuncio.
KAT – E perché non a quello dei Mormoni? Di Scientology? Degli Hare Krshna eccetera? Sorellina, please, risalga sul piedistallo della bereanità e ragioni. Il vostro sistema difensivo, se deve avere un valore, non può che averlo come sistema automatico di prevenzione. Cioè da applicare prima e a prescindere dall’apertura dei negoziati; prima di entrare in argomento per vedere cosa di diverso viene proposto a credere e come e perché venga proposto. Il paradigma crea una muraglia previa, e quindi va applicato (come lei ammette che voi fate per tutelare voi stessi!) prima di entrare in argomento. Pertanto, dal momento che esso prescinde dall’esposizione delle ragioni, deve essere lecito che qualsiasi altro essere umano (voi siete umani, vero?) lo accetti e applichi; non può essere riservato ai soli Testimoni. Avremmo l’assurdo che voi invitereste il soggetto a non tenere conto del meccanismo per fargli aprire la porta e ascoltarvi, e poi, una volta passato dalla vostra parte, gli chiedereste di applicare il paradigma sennò… sennò aprirebbe ipso facto la porta a Satana.
TEST – In altre parole lei mi sta dicendo che noi qui, a fare i bereani come facciamo, non teniamo conto né lei né io di questo paradigma?
KAT – Esattamente! O per essere più precisi: lei non lo so come funzioni nella sua mente. Ma io e in genere i cattolici adulti nella fede ne teniamo conto solo come norma di prudenza. Norma che ci farà chiudere la porta senza neanche sentire la novità se non siamo culturalmente attrezzati a sostenere un confronto e poterlo valutare criticamente, e norma che invece ce la farà aprire con tranquillità ma insieme molta circospezione e predisposizione a non regalare niente laddove fossimo preparati ad un dialogo di confronto. Anzi, io ci metterei anche un pizzico di benevola apertura ad accogliere tutto ciò che di positivo l’argomentare altrui può contenere (giacché ogni errore viene sempre supportato anche con argomentazioni parzialmente vere) e due pizzichi di discernimento per vedere quanto e come possiamo noi aiutare l’interlocutore a vedere le falle-incoerenza del proprio discorso, quando non dei veri e propri buchi nella sua barca. Questo lo chiamiamo dialogo interreligioso, da fare con dolcezza e rispetto, come vuole la Bibbia.
Ma mi rendo conto che la maggior parte dei cattolici che abbordate non hanno tale struttura mentale e basta che prospettate loro una terra paradisiaca che cadono ai vostri piedi pronti a barattare la loro primogenitura con il vostro piatto di lenticchie (in geovese “minestra”). Indubbiamente se Gesù, invece di prospettare la croce avesse fatto una squadra di calcio o si fosse fatto banditore di “Dio ci conduca dove si mangiuca” avrebbe avuto dei tifosi capaci di stare a Messa con una fedeltà assoluta e perfino… pagando il biglietto.
TEST – E’ una carenza, la vostra, dovuta alla vostra organizzazione catechistica. Noi i nostri TG li rendiamo tetragoni ad ogni influsso, applicando proprio il paradigma di cui lei ha parlato. Ma voi avete dei punti di dottrina sicuri? Tali cioè riferendosi ai quali voi potreste applicare il paradigma che vi fa individuare la verità da noi proposta come sbagliata?
KAT – Ce li abbiamo sì e non pochi. Chi conosce il Catechismo per gli adulti li organizza nella propria mente come un castello di fede in cui ogni giuntura tiene armonicamente nel tutto. E il tutto forma appunto il paradigma di giudizio che ci permette di inquadrare a volo le novità proposte da altri Movimenti religiosi come non bibliche, cioè non derivanti dal messaggio biblico che la nostra Chiesa (come per voi lo Schiavo) dice di “leggere” nella Bibbia. Molte di queste verità sono state oggetto di decisioni (è il senso della parola greca “dogma”) pronunciate solennemente dalla rappresentanza di tutto il Corpo ecclesiale.
Chiudo con un esempio riguardante l’immortalità dell’anima. Un esempio che, se i cattolici lo conoscessero e avessero per il loro Magistero la stessa devozione, fiducia e attaccamento che voi testimoniate avere per il vostro Schiavo, allora nessuno di loro vi aprirebbe la porta. O meglio ve la aprirebbe solo per offrirvi un’aranciata ma poi vi congederebbe subito con gentilezza quale gente la cui sedicente “verità” cozza contro il loro paradigma.
TEST – Stavo per chiederglielo. Vorrei un esempio che dica con chiarezza il pensiero della vostra chiesa su un argomento preciso. L’immortalità dell’anima mi va bene, soprattutto perché noi insegniamo proprio il contrario. Che ha detto dunque il vostro “Canale” in proposito?
KAT – Il nostro Canale, quando fa decisioni solenni di questo tipo, parla in latino, cioè una lingua che è sopranazionale e non può essere equivocata (se la si studia ovviamente). E io gliela cito nella formulazione dogmatica originale prima di tradurgliela. «
Si quis dixerit animam intellectivam mortalem esse anathema sit”. Se qualcuno sosterrà che l’anima intelligente (intendi “umana”) è mortale sia scomunicato.
TEST – Ah, certo che se noi avessimo una sentenza espressa così non avremmo dubbi, il dialogo con chiunque venisse a proporci l’idea contraria sarebbe rifiutato. E se poi fosse un ex fratello a dircela allora lo rifiuteremmo a doppio titolo, sia perché sarebbe un seminatore di errore, sia perché in situazione di non comunione dichiarata.
KAT – Ecco perché qualcuno ha giustamente detto che “L’inverno delle Chiese è la primavera per le sette”. La vostra fortuna è basata sulla ignoranza e scarsità di fondamento che i cattolici hanno per la propria fede. Ma, come lei sa, le cose stanno cambiando…
[Modificato da berescitte 14/10/2008 12:31]
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est modus in rebus