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Lettera a La Stampa.

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2007 13:06
03/07/2007 19:25
 
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Stamane, sul giornale La stampa, è uscito un'articolo che spero Achille potrà riportarvi, che entusiasmava l'enorme cifra di ben 20 battezzandi, di cui il più giovane aveva solo 11 anni!

Interessante notare che i tdg criticano i cattolici che battezzano i neonati e i bambini in tenera età, ma ovviamente, quando si tratta dei loro bambini, allora essi sono adulti e responsabili! Rimane poi da vedere cosa ne pensano all'età matura, quando, come stanno mostrando parecchi casi, essi capiscono la solfa e si danno alla doppia vita o se ne escono arcistufi degli innumerevoli divieti assurdi che li privano della loro personalità e individualità!


Non ho potuto fare a meno di scrivere agli addetti ai lavori del giornale riferendo quanto vi ripropongo sotto:


Spett.le Direttore, ho letto un vostro articolo di oggi, sul Suo giornale, redatto da Nadia Bergamini su un'assemblea dei testimoni di geova di Leinì.

L'articolo, risaltava che il più giovane dei battezzandi, aveva solo 11 anni!

La giornalista sottolineavva la felicità e la fierezza di questo loro figlio che aveva preso l'encomiabile decisione di divenire a tutti gli effetti un testimone.

Vorrei, se fosse possibile, che la giornalista potesse tornare da questa famiglia e gli chiedesse:

Ma se vostro figlio, fra una decina d'anni, quando sarà veramente adulto e responsabile, cambiasse idea sulla sua religione e se ne uscisse, come sarebbe trattato in famiglia?

O se scoprisse che la loro bibbia è manipolata in maniera davvero vergognosa per sostenere le loro assurde dottrine e per tale motivo decidesse di abbandonare, verrebbe ancora salutato dai suoi confratelli? O sarebbe isolato come se avesse la lebbra?

Quello che i lettori non sanno, è il tremendo ostracismo religioso di cui si cade vittima quando si abbandona appunto il loro movimento.

Glie lo dice un padre e una madre che hanno militato dentro la loro setta per ben 25 anni e dopo aver scoperto le tremende cose nascoste non hanno più potuto reggere il gioco del vile ricatto morale a cui erano stati sottoposti, e hanno perso così inesorabilmente i loro figli, in quanto questi, considerandoci dei rinnegati, ubbidiscono ai dettami geovisti, non rivolgendoci più la parola, non mangiando più nemmeno un boccone con noi e non venendo più nemmeno a trovarci solo per vedere come stiamo!

Hanno addirittura dimenticato il comandamento cristiano di onorare padre e madre!!!

Quello che segue, è la toccante lettera di mia moglie che è stata pubblicata in diversi giornali e che spero Lei possa pubblicare anche sul Suo quotidiano. Sperando d'essere capiti e aiutati in questa campagna d'informazione pubblica, la Saluto cordialmente. Piero Villaverde.


Ho allegato la famosa lettera di mia moglie che per coloro che non la conoscessero, riporto nuovamente in ultimo a questo post.


Sperando in una loro risposta, ma soprattutto se ribattono con un articolo che mostra la mia lamentela, sarebbe molto informativo per l'opinione pubblica che viene ingannata con le loro mielose argomentazioni, come potete leggere in fondo all'articolo menzionato! Sempre di larga propaganda i nostri amici tdg, non è vero? Saluti a tutti. Segue lettera di mia moglie:



"Ho conosciuto i tdg nel 1980, e sono rimasta con loro per 25 anni, finché un giorno mi sono scontrata con delle realtà e dei fatti a mio avviso gravi, fatti che prima di allora ne ignoravo l’esistenza e che mi hanno spinto ad
andarmene dai tdg.

Secondo la mia coscienza addestrata dagli stessi ad amare la verità e la giustizia, per questi principi decisi di raccontare ai miei figli il dramma interiore che stavo vivendo.

Questa è la mia colpa che mi ha portato a subire la "segnatura" attraverso un comitato giudiziario tenuto da quattro dirigenti dei tdg.
Quando ho chiesto le motivazioni della segnatura, mi è stato risposto così:
"Perché hai riferito ai tuoi figli i tuoi dubbi; essi sono prima di tutto dei testimoni di Geova e poi i tuoi figli".
(I fatti confrontabili tutt’ora erano diventati i miei dubbi)
Voglio precisare che la segnatura per un tdg è una grande vergogna, un’onta grave; infatti la propria buona reputazione, guadagnata con sforzo per anni, viene dissolta con un discorso di pochi minuti fatta a tutta la congregazione per mettere al corrente tutti i conservi, che all’interno d’essa c’è un componente che si comporta in maniera disordinata e ribelle, che va tenuto d’occhio.
Con questa persona non si può più mangiare assieme, svagarsi, si può solo andare a predicare e salutarlo, affinché si vergogni e si ravveda;
anche i miei figli hanno dovuto aderire a questa regola e i nostri rapporti sono quasi inesistenti.

Di cosa dovevo vergognarmi o ravvedermi, mi chiedo? Inoltre, può un ribelle rappresentare Dio andando a predicare?

Avere scoperto delle cose e averle dette ai miei figli, questa è la mia colpa?
Se un tdg scopre qualcosa o ha dubbi di qualche natura, non può parlarne a nessuno eccetto che ai dirigenti della congregazione; se la fa ugualmente, prima viene segnato come avvertimento e se continua viene "disassociato" così
nessuno più gli rivolgerà neanche un saluto.
In questo modo si preserva la purezza della congregazione; aggiungo che è un ottimo metodo per non far giungere notizie extra che porterebbero le persone
riflessive a fare delle scelte. Io ho scelto di andarmene dissociandomi da questa organizzazione, a 48 anni ho dovuto ricostruirmi una vita, cercarmi dei nuovi amici, ma i figli non si sostituiscono né si possono cercare
altrove, spero che un giorno anch’essi capiranno."

Una madre ferita.
04/07/2007 10:23
 
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Post: 376
Registrato il: 04/11/2005
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Non ho letto l'articolo ma vale la pena di mostare alla gente l'altra faccia della medaglia....

spero quindi di leggere presto la lettera di Silvana sulla STAMPA e diffonderla ovunque !!!

bravo Piero, nun te sfugge nulla.... [SM=g27811]

un caro saluto



04/07/2007 13:06
 
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sto cercando la stampa tra tutti i colleghi [SM=x570875]

grande Sonny, come sempre [SM=g27811]
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