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La Bibbia è completamente ispirata?

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2006 21:15
27/09/2006 21:54
 
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La Bibbia, vecchio e nuovo Testamento, è completamente ispirata? Ovvero, è ispirata dalla prima all'ultima parola?
28/09/2006 06:25
 
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E' completamente ispirata, e perciò parola di Dio
ed è completamente composta da terrestri e perciò parola di uomo.

Assegnare a Dio anche la parte che è dell'uomo forma la base
- per tutti i travisamenti
- per la presunzione di parlare a nome di Dio dicendo cose umane
per dire cioè quel che gira nella propria testa dietro il paravento della Bibbia
- per fondare una propria piccola chiesa
- per "forare" a vanvera come un bronzo che tintinna
per... e in questo gioco fanno la loro parte anche il meno il più e il diviso [SM=g27823]
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est modus in rebus
28/09/2006 11:54
 
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2Timoteo 3:16 (è S.Paolo che scrive)
Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona



2 Pietro 2:1
16 Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17 Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». 18 Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19 E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. 20 Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, 21 poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.




nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione



Il chè significa che nessuno può arrogarsi il diritto di "cambiare" a proprio uso e consumo ciò che la Scrittura dice, come invece è accaduto con la "teoria" che alcune siano "parole di uomo" diverse da quelle che in realtà voleva dire DIO e quindi "interpretabili" come meglio si crede dando poi, a chi si attiene a ciò che è scritto degli "eretici".

Sarebbe poi come dire che DIO, l'Onnipotente, in realtà non sia abbastanza potente da far dire, a chi Lui ha usato quello che voleva dire [SM=g27829]



Su questo, caro Sasori, ragiona da solo e trai le tue conclusioni.


Ciao [SM=g27823]

28/09/2006 12:43
 
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La Scrittura è parola di Dio al 100% e parola dell'uomo al 100% ma su piani diversi. Come infatti specifica la Costituzione Conciliare Dei Verbum.

Parola di Dio interamente:


"Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità , affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte.

Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona».



Parola dell'uomo interamente:


Poiché Dio nella sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana, l'interprete della sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole.
Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l'altro anche dei generi letterari. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in altri generi di espressione. È necessario adunque che l'interprete ricerchi il senso che l'agiografo in determinate circostanze, secondo la condizione del suo tempo e della sua cultura, per mezzo dei generi letterari allora in uso, intendeva esprimere ed ha di fatto espresso. Per comprendere infatti in maniera esatta ciò che l'autore sacro volle asserire nello scrivere, si deve far debita attenzione sia agli abituali e originali modi di sentire, di esprimersi e di raccontare vigenti ai tempi dell'agiografo, sia a quelli che nei vari luoghi erano allora in uso nei rapporti umani.

Perciò, dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta, per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede. È compito degli esegeti contribuire, seguendo queste norme, alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della sacra Scrittura, affinché mediante i loro studi, in qualche modo preparatori, maturi il giudizio della Chiesa.



"chè significa che nessuno può arrogarsi il diritto di "cambiare" a proprio uso e consumo ciò che la Scrittura dice"

Non esiste il dato che prescinda dall'interpretazione, c'è sempre un circolo ermeneutico tra il testo e le nostre categorie di lettura. Ne è la prova il fatto che tutti i protestanti dicono di attenersi al Sola Scriptura ma chissà perché di sette protestanti ce ne sono mille e ognuna è convinta di attenersi a quello che ha letto.

" Sarebbe poi come dire che DIO, l'Onnipotente, in realtà non sia abbastanza potente da far dire, a chi Lui ha usato quello che voleva dire"

Dio ha fatto dire quello che voleva, ma il problema è che non c'è un solo polo della relazione, perché oltre a Dio ci siamo anche noi. Se dunque Dio sceglie di parlare in parole umane sceglie di assumere per comunicare con noi i limiti di trasparenza del linguaggio umano. Pietro stesso diceva che alcuni fraintendevano le lettere di Paolo. Ecco perché siccome Dio voleva farsi capire ha ideato non quell'anacronistica anarchia chiamata Sola Scriptura bensì la catechesi orale apostolica che in caso di versetti dubbi spiegava qual era la retta interpretazione, e che anzi per quanto riguarda il NT ha creato i versetti che poi oggi si prendente di intepretare fuori di essa, giacché essi non sono altro che la trascrizione di parte della catechesi orale dei discepoli di Cristo.

Ad maiora

[Modificato da Polymetis 28/09/2006 12.45]

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Intervengo dalla brumosa Albione per aggiungere una piccola considerazione a quanto detto dal confratello Polymetis.
Cosi' come Dio non puo' far si' che un cerchio sia rettangolare, non puo' fare in modo che l'uomo, un ente limitato e storicamente condizionato, non sia tale. Ecco perche' la Parola di Dio risente delle condizioni storiche in cui operarorono gli agiografi che la scrissero con parole umane.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

28/09/2006 20:36
 
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Ma che la Bibbia sia ispirata lo si può affermare in base al fatto che ciò è scritto nella Bibbia stessa, oppure si può affermare ciò in base ad altre fonti esterne alla Bibbia?
29/09/2006 00:23
 
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Non esiste una prova dell'ispirazione della Bibbia, esiste la ragionevolezza di questa ipotesi data da delle tracce.

Ad maiora
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Re:

Scritto da: Polymetis bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture


l'interprete della sacra Scrittura, per capir bene ciò che egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi abbiano veramente voluto dire e a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole.
Ad maiora

[Modificato da Polymetis 28/09/2006 12.45]


Pensi veramente che a Dio sia "PIACIUTO" essere descritto come un Dio che uccide innocenti,massacra bambini e tortura uomini?

Dire che nella Bibbia ,specie nel V.T. ci sono un bel po di invenzioni e leggende non sarebbe piu semplice e più coerente?
mi apro alla chiusura
29/09/2006 06:38
 
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scrive Claudio41
>...come invece è accaduto con la "teoria" che alcune siano "parole di uomo"

R- Fai almeno uno sforzo per capire cosa stiamo dicendo?
Nella Bibbia non "alcune" ma TUTTE sono parole di uomo. Dio non ha DETTATO nulla.


>diverse da quelle che in realtà voleva dire DIO

R- Dio hon ha voluto "dire" nessuna "parola" ma ha voluto, e lo ha fatto lasciando all'agiografo che scegliesse le parole che esso-uomo credeva più congeniali per dirlo, ha voluto solo comunicare i suoi PENSIERI circa le verità soprannaturali-di fede relative alla salvezza.


>e quindi "interpretabili" come meglio si crede

R- Questa è una calunnia e una ingenuità.
Ingenuità perché è un'auto illusione che chi fa questa lagnanza non interpreti. E dipende dal suo equivocare il senso del termine interpretare che significa semplicemente "capire e trasmettere il vero senso" così che chi si vanta di non interpretare la Bibbia è come se confessasse di non capirla!
Calunnia perché si accusa l'interprete di essere libero di interpretare come meglio crede, quando la verità è che l'interprete è invece obbligato a stare al testo e al senso filologico che le parole esprimono nel contesto. Ed è tanto più valido e bravo quanto più riesce ad oggettivare il processo interpretativo liberandolo dal suo parere personale.
Che poi tale libertà interpretativa sia affibbiata ai cattolici e non a chi, staccandosi dall'uinica chiesa cattolica millenaria ha fondato centomila denominazioni protestanti, ciascuna con la sua "interpretazione", gabellata per attinenza al testo, è proprio grottesco.


>E dando poi, a chi si attiene a ciò che è scritto degli "eretici".

R- Eretico non è chi si attiene a ciò che è scritto, ma a chi sceglie parti del messaggio rifiutandone altre.


>Sarebbe poi come dire che DIO, l'Onnipotente, in realtà non sia abbastanza potente da far dire, a chi Lui ha usato quello che voleva dire [SM=g27829]

R- Questa oservazione avrebbe senso se l'Onnipotente avesse dettato. Ma basta notare gli stili differenti degli scrittori per capire che non lo ha fatto.
E si dà il caso che la Sua onnipotenza non ha impedito che certi scrittori sacri scrivessero che Dio "manda" anche il male, quando è sicuro che Dio voleva dire che invece Lui "permette" il male.


>Su questo, caro Sasori, ragiona da solo e trai le tue conclusioni.

R- Ragiona da solo vuol dire che non deve tener conto di ciò che gli dici? [SM=x570867]

Bery (il "bannato") [SM=g27823]
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29/09/2006 16:12
 
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Re:

Scritto da: Polymetis 29/09/2006 0.23
Non esiste una prova dell'ispirazione della Bibbia, esiste la ragionevolezza di questa ipotesi data da delle tracce.

Ad maiora



quali sarebbero queste tracce?
30/09/2006 13:09
 
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Personalmente ho sempre ritenuto la morale e la saggezza che trasparivano dalle sue pagine una traccia distintiva, ma sopratutto il mio faro è Gesù Cristo. La sua figura e i suoi insegnamenti sono così grandi che a mio avviso non possono essere umani. Se invece vuoi altri tipi di tracce, come l'accuratezza scientifica già nei millenni or sono, le profezie avveratesi, ecc. puoi rivolgerti agli opuscoli dei TdG perché da me non le avrai di certo. Pascal diceva che il cuore ha le sue ragioni che la ragione non comprende, e io penso allo stesso modo che la prova migliore della verità della Bibbia sia sentirla diventare per te fonte d'acqua viva. “Se non avrete prima creduto, non comprenderete”, dicevano i Padri. Vale a dire che Dio in teoria non ti deve nulla, è solo per pura gratuita che s'è rivelato, e non si mostra allo sguardo cinico e distaccato di chi vuole oggettivarlo e analizzarlo sul tavolo operatorio, non sono cioè dell’uomo le regole del gioco per combinare quest’incontro. L'unico modo per incontrarlo è fare il salto e provare a viverla questa fede, nell'abbandono al Padre. Se poi provando a fare così non l'avrai ancora trovato, puoi sempre tornare indietro, ma se nel frattempo la tua vita è cambiata e ora riesci a sentirlo, allora non avrai corso invano. Ci sono vari modi per rendersi conto della verità della fede cristiana, dallo studio storico della verità dei Vangeli e dunque di quello che raccontano, alla ragionevolezza filosofica dell'esistenza di Dio. Ma tutto ciò fa solo stare sul perimetro, Dio si sperimenta quando decidi per il rischio e ti butti al centro del cerchio, giacché se ti inoltrassi dentro il perimetro del circolo sorretto non dall'abbandono a Dio ma dalla certezza dell'aver capito tutto, allora stai pur certo che non hai trovato Dio ma un fantasma della tua mente, perché se Dio è Dio allora è metarazionale, non contro la ragione ma oltre la ragione. Dicevano i Padri "se lo comprendi non è Dio".

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01/10/2006 12:07
 
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Innanzitutto ti ringrazio per la risposta.


Volevo chiederti questo (specifico che non è una provocazione ma una domanda seria): come si fa a distinguere un testo ispirato da uno che non è ispirato? Mi spiego meglio, cos'ha in più la Bibbia rispetto ad esempio alla Baghavad Gita o al Corano o a qualsiasi altro testo considerato "sacro"?
Faccio un esempio, supponiamo che ad una persona che non conosce nessuno di questi libri sacri venga detto "uno di questi testi è ispirato, quale?" come potrebbe questa persona indovinare qual'è il testo ispirato?
Cioè, riassumendo, esistono dei criteri oggettivi in base ai quali si può affermare con certezza che la Bibbia è ispirata mentre gli altri testi sacri no?

[Modificato da Sasori 01/10/2006 12.14]

01/10/2006 13:10
 
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Dubito che qualcuno li abbia mai stabiliti, il criterio dovrebbe essere la verità, sia storica che morale. In questo caso si confronti ad esempio la storicità dei miracoli del Corano con quelli del Nuovo Testamento, in seguito è utile un confronto delle concezioni di Dio e della morale che tali libri propugnano. Un aiuto potrebbe essere questo bel libro appena uscito:
http://www.ancoralibri.it/catalogo/cat_schedapprofond/approfondi.php?libro=88-514-0370-8

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01/10/2006 17:44
 
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innanzitutto grazie di nuovo per la risposte.

Dunque, riassumendo, che la Bibbia sia ispirata non è un dato di fatto, chi crede che la Bibbia sia ispirata ha tratto questa conclusione in base a considerazioni strettamente personali. Questo implica che un altro, sempre in base a considerazioni strettamente personali, potrebbe benissimo essere di parere contrario e quindi rifiutare l'ipotesi che la Bibbia sia ispirata.

Aggiungo questo, il fatto che la Bibbia affermi al suo interno di essere ispirata non è assolutamente una prova. Non si può dire: "La Bibbia è ispirata perche nella Bibbia c'è scritto che la Bibbia è ispirata", ci vogliono fonti esterne alla Bibbia che affermino ciò.

In definitiva, a me sembra che il credere che la Bibbia sia ispirata sia più vicino ad un atto di fede che ad una conclusione logica.




Ma torniamo alla domanda iniziale "E' la Bibbia completamente ispirata?".
In uno dei post precedenti hai riportato una passo della "Costituzione Conciliare Dei Verbum" in cui si dice:

"Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità , affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte."


Volevo, con il tuo aiuto, analizzare con precisione il passo riportato.

"Dio scelse e si servì di uomini"
1) ciò significa che Dio si è servito di esseri umani (tutti maschi) per scrivere la Bibbia e che li ha scelti Lui stesso personalmente uno ad uno

"nel possesso delle loro facoltà e capacità"
2) questi uomini che Dio ha scelto erano tutti nel pieno possesso delle loro facoltà e capacità, ovvero erano tutti sani sia di mente che di corpo e non avevano assunto nessuna sostanza stupefacente mentre scrivevano

"affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo"
3)ecco questo è, a mio avviso, un passo oscuro. Cosa vuol dire "agendo egli in essi e per loro mezzo?". Significa forse che, magari sotto forma di voce della coscienza, Dio letteralmente dettava loro cosa scrivere? In che cosa consisteva l'azione che Dio esercitava in essi?

"scrivessero come veri autori"
4)anche questa non l'ho capita. Cosa significa "veri autori" opposto a "falsi autori"? Che se scrivevano qualcosa di sbagliato la colpa era tutta loro e non di Dio?

"tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte"
5)questo secondo me è il passo più importante. In questo passo si sostiene chiaramente che tutte, ma proprio tutte, le cose che sono state scritte nella Bibbia sono state scritte perchè è stato Dio stesso a volere che fossero scritte. E non c'è nient'altro nella Bibbia oltre a ciò che Dio voleva fosse scritto.
In poche parole: se Dio voleva che una cosa fosse scritta, quella cosa è stata scritta. Se dio voleva che una cosa non fosse scritta quella cosa non è stata scritta. E' stato scritto solo tutto ciò che Dio, non gli umani, ha voluto fosse scritto.
Ma allora sorge spontanea una domanda, perchè nella Bibbia ci sono, ad esempio, degli errori scientifici o delle contraddizioni? Perchè Dio ha voluto che fossero scritte cose errate?

01/10/2006 18:17
 
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Innanzitutto quando si dice "tutte e sole le cose che egli voleva" si intende "in ordine alle cose utili per la salevzza individuale e la fede", come diceva il cardinal Baronio "la Bibbia insegna non come è fatto il cielo ma come si va in cielo". Inoltre si intende che egli non ha dettato le parole ma i concetti, poi messi per iscritto da ognuno degli agiografi come meglio poterono. Ad esempio l'idea che l'uomo è responsabile delle sue azioni a seconda dei secoli viene espresso con espedienti e generi letterari diversi, dal mito ai precetti sapienziali. Inoltre c'è la progressività della rivelazione, DIo, a seconda delle epoche, ha rivelato ciò che per allora era comprensibile, vale a dire che li ha fatti evolvere dalla barbarie verso la civiltà non per salti ma lentamente. Se avesse detto subito "porgi l'altra guancia" al tempo in cui Israele era semi-nomade e circondato da nemici a quest'ora non avremmo un popolo ebraico sulla terra. C'è un tempo per ogni cosa...

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Re:

Scritto da: Polymetis 01/10/2006 18.17
Innanzitutto quando si dice "tutte e sole le cose che egli voleva" si intende "in ordine alle cose utili per la salevzza individuale e la fede",


questo è una tua interpretazione, quello che è scritto è chiaro, non si fa nessuna distinzione tra cose di un tipo e cose di un altro


Scritto da: Polymetis 01/10/2006 18.17come diceva il cardinal Baronio "la Bibbia insegna non come è fatto il cielo ma come si va in cielo".
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E con le contraddizioni come la mettiamo?


Scritto da: Polymetis 01/10/2006 18.17
Inoltre si intende che egli non ha dettato le parole ma i concetti, poi messi per iscritto da ognuno degli agiografi come meglio poterono. Ad esempio l'idea che l'uomo è responsabile delle sue azioni a seconda dei secoli viene espresso con espedienti e generi letterari diversi, dal mito ai precetti sapienziali.


Ma come meglio poterono cosa significa? Che è possibile anche che abbiano interpretato o espresso male ciò che Dio intendeva e che quindi abbiano scritto delle cose sbagliate?
E se è così, noi come facciamo a saperlo?


Scritto da: Polymetis 01/10/2006 18.17
Inoltre c'è la progressività della rivelazione, DIo, a seconda delle epoche, ha rivelato ciò che per allora era comprensibile, vale a dire che li ha fatti evolvere dalla barbarie verso la civiltà non per salti ma lentamente. Se avesse detto subito "porgi l'altra guancia" al tempo in cui Israele era semi-nomade e circondato da nemici a quest'ora non avremmo un popolo ebraico sulla terra. C'è un tempo per ogni cosa...


Ma ciò che è scritto nel Nuovo testamento è la parola definitiva giusto?
03/10/2006 16:14
 
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c'è nessuno che ha voglia di rispondere alle mie domande?
Grazie
03/10/2006 21:25
 
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Re: Re:
"questo è una tua interpretazione, quello che è scritto è chiaro, non si fa nessuna distinzione tra cose di un tipo e cose di un altro"

No, non è la mia interpretazione ma l'interpretazione della Congregazione per la dottrina della fede. La Bibbia insegna in modo infallibile per quanto concerne la nostra salvezza, non la biologia.

" E con le contraddizioni come la mettiamo? "

Le contraddizioni in che cosa?

" Ma come meglio poterono cosa significa?"

Compatibilmente con la capacità data dal contesto storico in cui nacquero.

"Che è possibile anche che abbiano interpretato o espresso male ciò che Dio intendeva e che quindi abbiano scritto delle cose sbagliate?"

Non interpretato male, ma intepretato come meglio poterono.
Sta al lettore cogliere l'insegnamento dietro l'immagine con cui viene espresso, se ad esempio il Levitico non fa altro che invitarmi alla purezza rituale io devo vedervi in nuce l'idea che Dio stava sì additando una purezza, ma solo in seguito sì capì che era la purezza del cuore e non dei corpi.

" Ma ciò che è scritto nel Nuovo testamento è la parola definitiva giusto?"

Sì ma nell'interpretazione della Chiesa. Pietro dice che nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, e aggiunge anche che molte cose contenute nelle lettere del suo collega Paolo sono così complesse da essere travisabili. Ergo non sostengo la mitica idea che il testo abbia un senso in sé a prescindere dal lettore, bensì che ci si debba riferire al senso che la dottrina apostolica dà a quel testo.

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>>Le contraddizioni in che cosa?

1 Corinzi 11
versetto 8: "...perchè l'uomo non viene dalla donna, ma la donna dall'uomo..."
versetto 12: "Infatti, come la donna viene dall'uomo, così anche l'uomo esiste per mezzo della donna"
qui, secondo me, è chiaro che Paolo o chi per esso ha sostituito il "viene" con "esiste per mezzo" per non cadere in contraddizione con quanto affermato precedentemente

Atti 9
versetto 7: "Gli uomini che facevano il viaggio con lui rimasero stupiti, perchè udivano la voce, ma non vedevano nessuno"
Atti 22
versetto 9: "Coloro che erano con me videro sì la luce, ma non intesero la voce di colui che mi parlava"
Anche qui, secondo me, è stato attuato un escamotage. Invece di dire "non sentirono la voce" dice "non intesero la voce" per non cadere in contraddizione con quanto precedentemente affermato.


>>Sta al lettore cogliere l'insegnamento dietro l'immagine con cui viene espresso

Se sta al singolo lettore cogliere l'insegnamento, come si può affermare con certezza che quello che si è colto è l'insegnamento giusto?


>>Ergo non sostengo la mitica idea che il testo abbia un senso in sé a prescindere dal lettore, bensì che ci si debba riferire al senso che la dottrina apostolica dà a quel testo.

Quindi, così come per i testimoni di Geova l'interpretazione la dà il Consiglio direttivo così per i cattolici l'intrepretazione la dà la dottrina apostolica
03/10/2006 23:50
 
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Credo che tale risposta non può nascere da un ragionamento.
La convinzione avviene in chi diviene credente.......
Un bel paradosso.....
Impossibile risolverlo.



04/10/2006 19:50
 
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Continuo a non capire la domanda, io avevo riportato la frase di Baronio quando disse che la Bibbia non vuole insegnare come è fatto il cielo ma come si va in cielo. Tu quotando questa frase mi hai chiesto: " con le contraddizioni come la mettiamo?", e io ripeto che non capisco di che cosa tu stia parlando. Mi citi degli esempi, come il sentire o il non sentire una voce, che con l'andare in cielo, cioè con la salvezza, non c'entrano nulla. E non ho capito neppure dove starebbe il problema delle contraddizioni, che tanto per inciso non sono quelle che citi perché quei versetti non si contraddicono. Come qualunque manuale di apologetica TdG ti potrebbe rispondere in greco non c'è scritto "sentirono la voce", ma "sentirono della voce", genitivo, quindi sentirono una voce indistinta priva di contenuti. Quanto al brano dei Corinzi non immagino neppure dove starebbe il problema. Paolo non dice che l'uomo viene dalla donna per il banale fatto che nella Genesi la donna è creata a partire dall'uomo e non viceversa. L'uomo esiste per mezzo della donna, ma non viene da lei.
Detto questo:
1)le contraddizioni esistono ma non sono certo quelle che hai citato tu
2)Fanno problemi solo ai fondamentalisti americani perché secondo i cattolici la Bibbia può avere delle contraddizioni in quanto opera sviluppatesi nell'arco di secoli. Anzi, nel libro di don Cadei contro i TdG per mostrare loro che la Bibbia non è dettata si fa un'elenco di contraddizioni.

"Se sta al singolo lettore cogliere l'insegnamento, come si può affermare con certezza che quello che si è colto è l'insegnamento giusto?"

Infatti questa è l'aporia del protestantesimo che usa il Sola Scriptura, i cattolici ne escono dicendo che siccome la Chiesa ha creato il NT, sia come canone sia come trascrizione della sua catechesi orale, allora decidere quale sia la retta interpretazione del NT spetta ovviamente alla Chiesa.

"
Quindi, così come per i testimoni di Geova l'interpretazione la dà il Consiglio direttivo così per i cattolici l'intrepretazione la dà la dottrina apostolica"

Esattamente, con la differenza che la WTS è saltata fuori dal nulla nel XIX secolo pretendendo di poter dire qualcosa sul NT, mentre la Chiesa quel NT l'ha creato tra terzo e quarto secolo.

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
04/10/2006 21:15
 
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innanzitutto grazie di nuovo per le risposte.

Mi potresti per cortesia fare un cronologia a partire dalla morte e resurrezione di Gesù fino alla creazione del Nuovo Testamento?
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