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«È diventato cristiano, deve morire»

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2006 11:15
22/03/2006 06:59
 
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Kabul: sotto processo per apostasia, un uomo rischia la pena capitale

«È diventato cristiano, deve morire» Abdul Rahman, 41 anni, ha confessato di aver rinnegato il Profeta.

Un magistrato: «In Afghanistan queste cose non sono ammesse»

A Kabul non comandano più i talebani, ma nei tribunali afghani sembra non se ne siano accorti. Abdul Rahman, 40 anni, un passato come collaboratore di un'organizzazione umanitaria cristiana, è comparso giovedì scorso davanti al giudice Ansarullah Mawlavezada. È accusato di aver abbandonato l'Islam, per convertirsi ad un'altra religione, il Cristianesimo. L'udienza pare sia durata l'intera giornata. Non c'erano giornalisti presenti e il resoconto deve basarsi sulla successiva testimonianza degli stessi magistrati.

Il giudice inquirente, Abdul Wasi, ha messo l'imputato sotto torchio. È vero che hai rinnegato il Profeta? E Abdul Rahman, con un candore disarmante, ha confermato. «Sì, è successo 16 anni fa». Sei disposto a correggere il tuo errore? «No», avrebbe replicato l'imputato. Secondo il giudice Ansarullah, l'apostata rischia la condanna a morte.

«Noi non siamo contro alcuna specifica religione nel mondo — ha precisato il magistrato —. Semplicemente in Afghanistan questo genere di cose non sono ammesse. Sono contro la legge. Non si può andare contro l'Islam». Il verdetto è stato annunciato entro un paio di mesi. Il cristiano Abdul Rahman si è tradito proprio in un’aula di tribunale, mentre chiedeva l'affidamento delle sue due figlie femmine, da sempre in custodia ai nonni materni. Abdul aveva lavorato in Pakistan e poi era emigrato in Germania per nove anni. È tornato nel 2002, alla caduta dei talebani, e da allora ha cercato di riavere le figlie. «Come potete dare queste bambine a un infedele? — ha gridato il suocero —. Guardategli nella borsa, c’è una Bibbia». Abdul è stato arrestato sul posto.

Il vice presidente della commissione (statale) dei Diritti Umani, Ahmad Fahim Hakim, non è affatto rassicurante. «La Costituzione è basata sulla Sharia — ha dichiarato riferendosi alla legge coranica —. E chi rinnega l'Islam merita la morte». Il «caso Abdul Rahman » capita, per sua sfortuna, in una fase di difficoltà del governo centrale. Il presidente Hamid Karzai è l’incarnazione vivente del leader, leale e progressista, che Washington non trova in Iraq. Ma, nonostante ciò, l’Afghanistan non sa scrollarsi di dosso le zavorre della sua storia recente. Dal punto di vista economico gli organismi internazionali non prevedono «entro un ragionevole futuro» che il Paese trovi una qualche forma di sostentamento diversa dai papaveri da oppio. Dal punto di vista militare le cose vanno anche peggio. La guerra ai talebani non è mai finita, così come la caccia, senza successo, al mullah Omar, l’Emiro amico di Osama Bin Laden.

L’anno scorso 1.600 afghani e 99 americani sono stati uccisi dalle milizie fondamentaliste che, nel frattempo, stanno imparando le tecniche di guerriglia irachene: negli ultimi sei mesi ci sono stati almeno 25 attentati kamikaze. È facile pensare che, sul «caso Abdul Rahman», il governo Karzai si troverà tra due opposte pressioni. Da una parte l’Occidente, desideroso di una soluzione incruenta che confermi la nuova immagine tollerante e amichevole dell’Afghanistan. Dall’altra, qualcuno nel Paese ha già detto che un’assoluzione sarebbe un regalo al mullah Omar. «Questo processo — si legge sull’editoriale di Cheragh, un quotidiano della capitale—risveglia il sospetto che, oltre alla loro democrazia, gli stranieri abbiano voluto portare in Afghanistan l’Aids e il Cristianesimo ».

Andrea Nicastro
21 marzo 2006
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Osservazione: i TdG non condannano a morte gli "apostati", in quanto non è loro attualmente consentito: "Oggi non possiamo uccidere gli apostati", si legge nella Torre di Guardia del 15/1/1954. E' vietato dalle leggi dello stato e anche "dalle leggi di Dio mediante Gesù Cristo" (qui la pagina scansionata: www.infotdgeova.it/apo.htm ).
Se però i TdG attuali fossero vissuti nella nazione "teocratica" dell'antico Israele, molto probabilmente non avrebbero avuto esitazioni nell'uccidere una persona, anche un familiare, che avesse abbandonato la loro religione.
Vengono psicologicamente addestrati anche oggi ad "uccidere" socialmente l'apostata, facendo tera bruciata intorno a lui, isolandolo dagli affetti e dalle relazioni sociali con i membri del gruppo:

«Oggi la vera congregazione cristiana non può infliggere [la] pena di morte ai falsi profeti che cercano di indurre ad essere sleali verso Dio e verso il suo regno. Ma la congregazione può infligger loro una battitura o percossa spirituale mediante la verità della Parola di Dio, ferendoli anche dolorosamente nel cuore e nello spirito. Devono trafiggerlo perché ha profetizzato falsamente. Devono considerarlo spiritualmente morto, uno con cui non si deve avere alcuna associazione né comunione religiosa» (wt 15/5/1962, pagine 308, 309, il grassetto è mio).

«Se una persona continua a seguire una via malvagia [come chi lascia i TdG senza poi "pentirsi" (nota personale)] dopo aver conosciuto ciò che è giusto, se il male diventa così radicato in lei da divenirne una parte inscindibile, per odiare il male il cristiano deve odiare tale persona di cui il male è divenuto una parte inscindibile» (wt 1/1/1962, p.4).

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 22/03/2006 7.04]

22/03/2006 09:50
 
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purtroppo il fanatismo religioso è una delle piaghe dei nostri tempi.
per i tg non aggiungo altro poichè è stato gia tutto descritto in modo esaustivo sopra.

TERRIBILE MA VERO
se cerchi una mano disposta ad aiutarti, la trovi alla fine del tuo braccio."
22/03/2006 10:12
 
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Un anno fa lessi con interesse il libro "Non sottomessa" di Ayan Irsi Alì, la sceneggiatrice del famoso film di critica sull'Islam diretto da Teo Van Gogh assassinato da un fanatico per questo.

Ricordo che più volte, leggendolo (allora non avevo ancora letto nulla delle informazioni definite "apostate" dai tdg)mi dissi: "Ma noi (tdg) siamo esattamente come loro (i fanatici dell'Islam)...mah!?!"

Analogie a parte, credo che il rapporto e il confonto con la cultura islamica, con le sue molteplici facce, sia una delle più grosse sfide che si pongono alla nostra società.

By Hushai
26/03/2006 08:43
 
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Dal quotidiano "Il Giornale" di oggi:

Il Papa scrive a Kabul: graziate il convertito - di Andrea Tornielli -

da Roma

Benedetto XVI ha scritto al presidente afghano Hamid Karzai chiedendo la grazia per il musulmano convertito al cristianesimo che rischia di essere messo a morte come apostata. L'intervento della Santa Sede è stato affiancato a quelli di molti governi occidentali – Italia compresa – e proprio grazie a questa mobilitazione internazionale il governo di Kabul sta studiando una soluzione che permetta la scarcerazione immediata di Abdul Rahman. Una scarcerazione che potrebbe avvenire nelle prossime ore, secondo fonti ufficiose vicine al presidente Karzai.
Alla riunione dei cardinali, che si è svolta giovedì scorso in Vaticano, Papa Ratzinger aveva voluto porre a tema della discussione anche il dialogo con l'islam. Nelle stesse ore arrivava per via diplomatica sul tavolo del presidente Karzai la missiva della Santa Sede, che non è certo nuova a questo tipo di iniziative e si è battuta più volte, sia pubblicamente che riservatamente, per evitare l'esecuzione delle condanne alla pena capitale.

Il caso di questi giorni è certamente eclatante, perché pone ancora una volta sotto i riflettori il problema delle conversioni dall'islam alle altre religioni e il rispetto dei diritti umani nei Paesi sottoposti alla legge islamica.
La lettera è firmata dal Segretario di Stato Angelo Sodano, che a nome di Benedetto XVI chiede al presidente afghano un intervento in favore di Rahman appellandosi proprio al rispetto dei diritti umani: «Sono certo signor Presidente che lasciar cadere il caso giudiziario contro il signor Rahman arrecherebbe un grande onore a tutto il popolo afghano e solleverebbe il plauso della comunità internazionale.

Contribuirebbe così in modo significativo alla nostro comune missione di promuovere reciproca comprensione e rispetto tra le diverse religioni e culture nel mondo». Un intervento è stato fatto nei giorni scorsi anche dalla Conferenza episcopale italiana, che ha inviato una lettera al ministro degli Esteri Gianfranco Fini pregandolo di continuare e intensificare, di concerto con gli altri membri dell'Unione europea, gli interventi presso il governo di Kabul per evitare la condanna dell'ex musulmano convertito.

La Costituzione dell'Afghanistan, all'articolo 7, contiene l'impegno a osservare la Carta delle Nazioni Unite e la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che garantisce libertà di religione, ma l'articolo 3 della stessa legge fondamentale del Paese afferma che nessuna norma può contraddire l'islam. Dunque, siccome la sharia prevede la condanna a morte di chi rinnega la fede islamica per abbracciarne un'altra e non è disposto a fare marcia indietro, ecco com'è stato possibile che per il quarantunenne afghano sia stata chiesta dal pubblico ministero la condanna a morte.

La sentenza deve ancora essere emessa e proprio per questo lo stesso Fini era sembrato ottimista perché «non è detto che il tribunale accolga la richiesta di condanna e che sia pronunciata la sentenza».
Rahman, era stato arrestato il mese scorso dopo essere stato accusato dalla sua stessa famiglia di essersi convertito al cristianesimo, secondo quanto ha riferito il giudice Ansarullah Mawlavezada. Nella prima udienza, Rahman aveva ammesso di essersi convertito 16 anni fa, mentre lavorava come operatore umanitario per un'associazione internazionale cristiana che si dedica al soccorso dei rifugiati afghani a Peshawar, in Pakistan.

«Noi non siamo contrari ad alcuna religione in particolare, ma in Afghanistan questo genere di cose è contro la legge», aveva detto il giudice Mawlavezada, «è un attacco all'islam». Durante il processo, il pubblico ministero ha offerto all'imputato la possibilità di tornare sui suoi passi.
Un possibile escamotage che permetta a Rahman di avere salva la vita è che venga riconosciuto infermo di mente: sarebbe proprio questa la via che intende percorre il governo di Kabul, che nelle prossime ore potrebbe sottoporre l'uomo a una perizia psichiatrica. Mentre resta rigida la posizione delle autorità religiose afghane. «Non possiamo permettere che Dio sia umiliato», ha affermato Abdul Raoulf, membro del Consiglio degli ulema: «Chiederemo alla gente di farlo a pezzi».

Fonte: www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=77083

26/03/2006 18:53
 
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Re:

Scritto da: stefanobarbapapa 22/03/2006 9.50
purtroppo il fanatismo religioso è una delle piaghe dei nostri tempi.




concordo che sia una piaga,
ma una piaga che c'era anche in altri tempi.
tempi in cui cattolici e protestanti si scannavano,
tempi in cui cattolici e protestanti perseguitavano altri cristiani,
tempi in cui anche qui si mettevano a morrte chi abbandonava la religione "dove era nato".


Mauro

26/03/2006 18:58
 
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Re:


Mentre resta rigida la posizione delle autorità religiose afghane. «Non possiamo permettere che Dio sia umiliato»,



disgustoso,
disgustosa questa frase e disgustosa
la concezione di un "dio" piccolo piccolo
che traspare da questi preti o "anziani" islamici.



Mauro


26/03/2006 21:40
 
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Kabul, - 15:58

AFGHANO CONVERTITO: ACCUSA FORMULATA MALE TUTTO DA RIFARE

Si allungano i tempi per il giudizio di Abdur Rahman, l'afghano che rischia la pena di morte perche' convertito al cristianesimo. Il giudice incaricato di pronunciarsi sul caso ha rinviato il fascicolo alla procura perche' la formulazione dell'accusa contiene errori procedurali. "Il caso, a causa di alcuni problemi tecnici e legali" ha detto il giudice Ansarullah Mawlavizada. "e' stato inviato nuovamente all'ufficio istruzione". L'accusa ha annunciato che sottoporra' Rahman a un esame psichiatrico per verificare il suo stato mentale. "Lunedi' sara' condotto un test per verificare le sue capacita' psichiche" ha detto il pubblico ministero. L'imputato, che ha detto di essere pronto a morire per la sua nuova fede, rischia la pena capitale in base alla punizione prevista dalla sharia, la legge islamica, per l'apostasia. Mawlavizada aveva gia' messo sul tavolo la carta dell'incapacita' mentale, anche se l'imputato nega di essere psicolabile. Il governo di Hamid Karzai si trova cosi' ad affrontare le pressioni del mondo occidentale che chiedono il rilascio di Rahman, arrestato all'inizio di marzo. Dall'ufficio del presidente non e' venuto alcun commento ufficiale, neppure dopo il colloquio di Karzai con il Papa, anche se fonti del governo hanno assicurato che "si trovera' una soluzione". Lo stesso presidente statunitense e' sceso in campo chiedendo all'Afghanistan di mostrare rispetto per la liberta' di culto e di chiudere la vicenda in tempi brevi. Altri governi, i cui eserciti sono impegnati nel Paese - Italia, Canada, Germania e Australia - si sono detti preoccupati per le sorti di Rahman. (AGI)


www.kataweb.it/news/index.jsp?s=nazionali&l=dettaglio&id...




Washington, - 19:46

AFGHANO CONVERTITO: RICE, ASPETTO DA KABUL PASSI POSITIVI

Washington e' pronta ad accogliere "come un passo favorevole" il rilascio dell'afghano che rischia la condanna a morte per essersi convertito al cristianesimo. Condoleezza Rice ha reagito con cautela alla notizia, diffusa da un'agenzia di stampa americana che cita fonti diplomatiche occidentali, secondo cui il governo di Hamid Karzai e' pronto a rimettere in liberta' Abdur Rahman la cui vicenda ha portato su Kabul l'attenzione di tutto il mondo. "Siamo stati molto chiari con il governo afghano" ha detto il segretario di Stato americano, "la liberta' di culto e di espressione religiosa e' il fulcro della dello sviluppo democratico". Di fronte alla notizia che il tribunale ha rinviato il caso alla procura per alcuni errori, la Rice ha detto di sperare che le accuse nei confronti di Rehman "anche se solo per ragioni procedurali". (AGI)



www.kataweb.it/news/index.jsp?s=nazionali&l=dettaglio&id...


Ciao [SM=x570892]

Bruno
______________________________


---Verba volant scripta manent---
-----
--- www.vasodipandora.org ---
27/03/2006 08:56
 
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Cristiano Afgano non sara' giustiziato
Abdul Rahman, il cittadino afgano finito sotto processo a Kabul la scorsa settimana per essersi convertito al cristianesimo 16 anni fa, non sarà giustiziato per il reato di apostasia, come prevede la legge islamica in vigore in Afghanistan. Lo ha assicurato il presidente afgano Hamid Karzai al primo ministro canadese Stephen Harper, secondo quanto ha riferito quest'ultimo. La comunità internazionale ha esercitato forti pressioni sulle autorità afgane per salvaguardare il diritto alla libertà religiosa di Rahman, denunciato per la sua conversione dai suoi stessi familiari.
"I canadesi hanno ragione di essere preoccupati. E' per questo che ho telefonato al presidente afgano, al quale ho espresso la nostra preoccupazione. (Karzai) mi ha assicurato che non c'è nulla da temere", ha detto Harper nel corso di una conferenza stampa a Ottawa. In precedenza anche il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice aveva chiamato Karzai, usando "termini più fermi" per esortarlo "a cercare una soluzione positiva a questo caso il più rapidamente possibile", secondo quanto ha riferito il dipartimento di Stato Usa. La Casa Bianca ha condannato duramente il caso, affermando che si tratta di "una chiara violazione delle libertà universali". Gli Usa, intervenuti militarmente in Afghanistan nel 2001 per rovesciare il regime integralista dei Talebani, sono i principali sostenitori di Karzai. La posizione di Washington è condivisa anche dall'Italia e da Francia, Germania, Australia, Regno Unito, Canada e Austria, Onu e Nato.
Secondo la Corte suprema afgana, Abdul Rahman può essere condannato a morte perche la Costituzione afgana stabilisce che "nessuna legge può essere contraria ai principi" della legge islamica (la sharia), la quale appunto prevede la pena di morte per chi si macchia del reato di apostasia. I Paesi occidentali sottolineano invece che la Costituzione afgana menziona anche il rispetto della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la quale garantisce tra l'altro la libertà di culto

Da Tiscali Notizie
notizie.tiscali.it/articoli/esteri/06/03/24/afgano_salvo.html
28/03/2006 11:15
 
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I musulmani ... più tolleranti dei TdG
Abdul Rahman è stato liberato la notte scorsa ... dicono le notizie!

Dunque ... un tribunale di stampo musulmano arriva a rilasciare un aposta, mentre quello dei TdG nò. Non ti lasciano tregua,e non solo anche dopo 20 anni che sei stato o ti sei dissociato, come, se ben ricordo fù il caso di quell'istitutore.
Ricordo che nel suo libro "libertà cristiana" Franz ci svela che i "file" sui disassociati, non vengono distrutti nemmeno ... dopo la loro morte. INAUDITO!!!
Se potessimo rivoltarci nella nostra tomba, lo faremmo!
Nick!

[Modificato da Cerebrale 28/03/2006 11.15]

Nick!
.........................................................
La dove regna l'impostura, non c'è posto per me ! (Vincenzo Vela)
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