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Geovismo e psicologia: autocritica, autoesame, auto ed eteroaiuto fraterno

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:59
06/02/2005 10:28
 
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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (8)
Molte persone, emozionalmente stabili per tutta la loro vita, sperimentano per la prima volta un trauma dopo aver lasciato il geovismo. Il loro intero mondo è andato in frantumi e, se sono stati sottoposti a disassociazione, può accadere che non possano parlare ai propri familiari, amici o parenti, se questi sono ancora Testimoni. Come dice la Noble: “Se le nostre famiglie fossero state liberate assieme a noi dal legalismo geovista, la nostra pena non sarebbe così profonda. Ma nella maggior parte dei casi le nostre famiglie rimangono schiave della ritualità e della guida del leader. Molti familiari vorrebbero essere lasciati liberi, ma sono mantenuti prigionieri dalla paura, dall'umiliazione e dalla confusione. Questo è il più grande ostacolo da superare. Come possiamo provare sentimenti di gioia e felicità quando la maggior parte di noi ha perso la persona più cara e a lui più vicina? Non è un'impresa facile, però si è dimostrata possibile.”
Così ci si trova ad esplorare un'infinità di rimedi a cui, prima di lasciare i Testimoni, non si era mai pensato o di cui addirittura si ignorava l'esistenza. Ci sono rimedi per gran parte dei problemi emozionali, molti dei quali non risolvono i problemi, ma aiutano ad alleviare i sintomi fintanto che i conflitti di fondo non vengono affrontati e risolti.
Una delle ragioni principali per cui è difficile uscire dall’Organizzazione è che, prima di tutto, i Testimoni di Geova sono molto insistenti nel presentare argomenti “convincenti” a favore della loro ideologia. E' tipico dei Testimoni saper citare decine di passi delle Sacre Scritture che, apparentemente, sembrano avvalorare la specifica interpretazione sulla loro concezione del Cristo, ecc. Una volta affiliati al Movimento, si impara a guardare al mondo in un modo critico e questo modo viene alimentato ogni giorno dall'associazione quotidiana, dalla frequenza delle cinque riunioni settimanali e dall'enorme ammontare della letteratura geovista che il Testimone medio dovrebbe leggere. Il tutto viene rinforzato dalla rete internazionale di "fratelli e sorelle" sparsi in tutto il mondo che fa vivere al devoto Testimone un sentimento di grossa unione. Esiste una linea di demarcazione fra Testimoni e non Testimoni che è molto più netta di quella che può esistere in qualsiasi altra chiesa. Per molti versi, i Testimoni differiscono dai seguaci di qualsiasi altra chiesa (e loro tendono a sottolineare questa diversità, sostenendo che, se lasci la Torre di Guardia, non troverai altra religione simile alla loro e pertan¬to non avrai più una casa spirituale dove andare). E' questa la ragione per cui il processo di reinserimento è così difficile. Se un episcopaliano lascia la sua chiesa, non è difficile per lui iniziare a frequentare una chiesa presbiteriana o cattolica. Un Testimone che esce dalla sua, trova che ci sono poche organizzazioni simili a quella che ha lasciato.
Pertanto è difficile lasciare i Testimoni perché essi hanno cose che li rendono attraenti. Le loro storie di martiri e di persecuzioni fanno parte della “prova” di essere stati prescelti da Dio. I Testimoni enfatizzano costantemente la loro diversità, che è reale. Non pochi ex-Testimoni aderiscono ancora, per un significativo periodo di tempo, ad alcuni degli insegnamenti dell’Organizzazione. Ciò dipende, spesso, dal fatto che il trauma derivante dall’abbandono impedisce all’ex adepto di approfondire con rigore i presupposti sui quali il geovismo fonda i propri pilastri dottrinali. Non a caso La Torre di Guardia del 1/7/1995, pp. 7-8, affermava: “Veder smascherate le proprie credenze come non veritiere può essere una delusione, specialmente se ci sono state insegnate da capi religiosi di cui ci fidavamo. Per alcuni potrebbe essere come scoprire che i genitori in cui avevano tanta fiducia erano in realtà dei criminali. Ma non è meglio scoprire la verità religiosa che vivere nell’illusione? Non è meglio conoscere i fatti che essere abbindolati? — Confronta Giovanni 8:32; Romani 3:4.”
In definitiva, anche per il geovismo vale il criterio esposto da Svegliatevi! dell’8/11/1985, p. 11: “Se le dottrine di qualsiasi confessione religiosa non sono in armonia con le Scritture, i timorati di Dio non devono provare scrupoli di coscienza a dissentire su di esse.”

geovologo

Continua …
Cordialmente
geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
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