La Torre di Guardia del 1 Maggio 2008; articolo "Come essere di conforto ai malati terminali" (pagg 25-29). Cosa cambierei?
Nulla, assolutamente nulla!
Aggiungerei solo, data la mia fede, il conforto dei sacramenti, l'invito a offrire le proprie sofferenze al Padre insieme a quelle del Gesù completando "ciò che manca alla passione di Cristo a pro del suo Corpo che è la Chiesa", e la garanzia dell'abbracio immediato di Dio dopo la morte anche nel caso resti qualcosa da purificare ai Suoi occhi; tutte cose che non contraddicono nulla di ciò che ho letto.*
Quindi quei suggerimenti, a mio avviso, non solo sono condivisibili ma da appuntare in un promemoria da rinfrescare ogni tanto così da tenerlo pronto alla bisogna.
E pregare che anche altri facciano altrettanto per soccorrerci quando toccherà a noi, se ci toccherà l'esperienza di essere malati terminali...
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* Nel testo geovista il futuro è affidato solo alla "speranza delle risurrezione". Cosa che cattolicamente è condivisibile perché essa è pure attesa da noi, anche se riguarda solo "la carne", giacché crediamo che l'anima non muore e si realizza perciò un immediato incontro con Dio alla morte fisica del corpo.
[Modificato da berescitte 16/05/2008 09:32]
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est modus in rebus