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In una lettera della Betel si menziona il caso in cui una "sorella" è obbligata dal marito "incredulo" a partecipare ad una festa di compleanno in casa sua. Ecco cosa scrive la Società:

«Ci chiedi come dovrebbe comportarsi la sorella il cui marito la obbliga a consumare un pasto in occasione del festeggiamento in casa sua di un compleanno o un battesimo. Naturalmente il marito è capo della casa. È nei suoi diritti stabilire di celebrare compleanni, battesimi se questo è il suo desiderio. Mentre è vero che il pasto è dedicato agli idoli essendo disposto per questa speciale occasione, l'apostolo Paolo mangiava carne sacrificata agli idoli ma non per questo diventava apostata. Comunque questa è una decisione personale che la sorella affronterà. Essa dovrà decidere in coscienza se si sentirà di mangiare questo pasto sapendo che è stato preparato proprio in onore a riti pagani. Se lei decidesse di farlo, perché la sua coscienza glielo permette, nessuno dovrebbe obiettare W 1.11.80» (lettera siglata SCC:SSB dell'11.9.81).

Si parla qui di una moglie che viene obbligata dal marito (che per i TdG è il suo capo a cui deve essere sottomessa) e non di qualcuno che va ad un banchetto di compleanno spontaneamente.
Secondo me se la cosa si viene a sapere questi "fratelli" non saranno più considerati "esemplari", a dir poco...

Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 04/09/2009 19:34]