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ecco il link su "Roma e la Bibbia"

www.infotdgeova.it/roma.htm

per quanto riguarda il magistero prima del Conc. Vatic. II:


Leone XIII che, nel 1893 con l’enciclica Providentissimus Deus, incoraggiò lo studio delle lingue orientali e l’impiego della critica testuale e, con decreto del 13/12/1898, offrì ai cattolici devoti ben 500 giorni d'indulgenza per 15 minuti giornalieri di lettura del Vangelo e l'indulgenza plenaria per una lettura regolare di tutta la Sacra Scrittura;


Pio X che, nel 1907, commissionò ai monaci benedettini l'incarico di fare ricerche e preparativi per una edizione riveduta della Volgata;


Pio XII che, nel 1943, con l’enciclica Divino Affilante Spiritu caldeggiò vivamente lo studio delle lingue antiche e la preparazione di nuove traduzioni dai testi originali.


fonte:
digilander.libero.it/domingo7/LA%20BIBBIA%20VIETATA%20AI%20CRIST...



il problema che già spiega bene il documento di sopra è quando la Bibbia diventa pretesto per la divisione, anzichè rafforzare l'unità e la devozione a Dio.
La Chiesa ha deciso che questi libri e non altri erano da considerare "parola di Dio" perchè in sintonia con la tradizione apostolica di cui la Chiesa era depositaria, mi sembra legittimo che la stessa Chiesa, vedendo che sulla spinta di chiese eretiche, la Bibbia veniva usata contro la tradizione nel cui seno si era formata, è legittimo che la Chiesa in particolari circostanze dicesse ai fedeli di non leggerla privatamente ma di farsi guidare dai pastori.