00 21/06/2009 12:53
Nella pratica ho notato dei distinguo:

Generalmente se è il coniuge capofamiglia il convertito è autorizzato a far prevalere (amorevolmente) il suo intendimento.

Se il convertito è la moglie, viene consigliata di sopportare pazientemente, botte e opposizione.

La parità dei coniugi viene quindi misconosciuta dalla WTS.

Esistono anche famiglie in cui, la conversione di uno dei membri ha portato ad una riappacificazione di precedenti conflitti.

Ma ho notato, leggendo varie esperienze e pubblicazioni, che se un componente di una famiglia si associa ai Testimoni di Geova possono accadere tre situazioni opposte:

-nella famiglia non c'era unità a allora la conversione può portare ad un miglioramento della situazione.

-nella famiglia c'era unità e la conversione di uno dei componenti può provocare divisione.

-dopo un periodo di incertezza, gli altri componenti seguono l'esempio del convertito, ma, in quest'ultimo caso, poi, spesso, subentra la ribellione dei figli, ina volta adolescenti o adulti.

Insomma, pare che dove c'è divisione, la conversione porti pace e tutto il contrario nel caso opposto.

Rari, almeno di mia conoscenza, sono i casi in cui la convivenza dei coniugi prosegue normalmente dopo la conversione di solo uno di essi.

Come si può spiegare?

E' un fenomeno legato alla particolarità del culto in questione o è verificabile anche in caso di conversioni in altre fedi?

Gabriella