00 14/03/2009 11:31
Re: Re:
geovologo, 14/03/2009 11.11:




Infatti, il dilemma da risolvere era: ci troviamo di fronte a un altro caso di “pudore” dei traduttori geovisti italiani (per altri esempi di tale “ritegno” si legga la pagina seguente: www.geocities.com/Athens/Oracle/6685/pagina4.htm ),
oppure, come acutamente osserva Achille, evidentemente a Brooklyn si rendono conto che in questo passo (Salmo 6,6) la loro traduzione è tutt'altro che "moderna e comprensibile"?




I problemi nel tradurre questa scrittura sono 2:

1) le traduzioni "letterali" che rendono come la tnm (ricordo che alla lettera il passo può essere tradotto cosi)

2) il modo iperbolico e metaforico di esporre certi soggetti che sono tipici dell'ebraismo.

Se il traduttore italiano sceglie di rendere dinamicamente il passo allora fa come la cei o altre (la nuova cei comunque traduce cosi: "ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, bagno di lacrime il mio letto"), se invece vuole lasciare la forma poetica letterale fa come la tnm e altre.
Come si vede anche la nuova cei lascia il letteralismo di fondo (non si può inondare di lacrime il proprio letto!)
Posso comunque essere d'accordo sul fatto che in una revisione futura della tnm si sceglierà di rendere meno letterale questo passo.
Comunque questi problemi personalmente non li capisco è come cercare di abbattere le poesie che nel loro modo naturale di essere esposte sono ovviamente iperboliche, che facciamo le razionalizziamo perchè non conformi alla realtà?
lo stile dei salmi è poetico, nel lasciare il letteralismo di fondo non ci vedo nulla di male, questo è il mio punto di vista.

ciao
Mario
[Modificato da (Mario70) 14/03/2009 11:33]