00 12/09/2009 18:29
Ho trovato in un libro che stò leggendo, un passaggio che riguarda l'argomento di questo sondaggio, niente di eclatante intendiamoci, ma è diciamo una visione buddista sull'argomento.
Devo premettere che il libro è praticamente un dialogo a due voci tra un padre filosofo con un figlio diventato monaco buddista, per la cronaca i due sono di nazionalità francese


Il filosofo-......Malgrado tutto, esistono casi in cui veniamo minacciati da un pericolo reale. Il fatto di aver paura di questo pericolo, o di volersene liberare, e dunque di avere un atteggiamento attivo di ostilità nei confronti di questa minaccia, pena la perdita della vita, non si risolve unicamente in un'operazione sui pensieri: si risolve in un'azione esteriore precisa!




Il monaco- In una determinata situazione, noi possiamo reagire in molti modi, a seconda della nostra condizione interiore. Gli atti nascono dai pensieri: se non si controllano i pensieri, non si possono controllare i propri atti. Bisogna perciò imparare a liberare le emozioni.....






Il filosofo- Si, ma si tratta di casi molto marginali




Il monaco-....per poter successivamente utilizzare questo controllo nel pieno dell'azione. Nel linguaggio comune si dice pure di qualcuno che è riuscito a restare padrone di sè, o che ha perduto il controllo di sè. Si tratta di rendere questa padronanza più completa, più stabile, grazie alla conoscenza della natura della mente. Non si tratta assolutamente di restare con le braccia ciondoloni, apatici e indifferenti, se un assassino è sul punto di sterminare la nostra famiglia, ma di fare il minimo indispensabile per neutralizzare l'avversario, senza permettere che l'odio si impadronisca di noi e senza uccidere l'aggressore per spirito di vendetta. Il controllo della mente è dunque fondamentale. [SM=g1543902] [SM=g1543902] [SM=g1543902]