00 25/08/2008 11:10
Chi rimprovera ai cattolici di non studiare sufficientemente la Bibbia dimentica un fattore importante, cioè che la Bibbia stessa dice che siamo salvi per Grazia tramite la fede in Cristo e la sua sequela. Ora, la fede, per i cattolici, non nasce dalla Scrittura, ma dalla Chiesa, la quale (ed è la Scrittura stessa a dirlo) è il corpo mistico di Cristo. Ci si salva incontrando Cristo e ponendosi alla sua sequela, attraverso l'incontro con la Chiesa e l'ingresso in essa. Per secoli l'analfabetismo è stato diffusissimo ed i libri, copiati a mano, erano privilegio di pochi, per secoli, quindi, molti cristiani non hanno potuto accedere alla Bibbia direttamente perché impediti da motivi materiali, ma non è che questi cristiani fossero dei cattivi cristiani, anzi, molti di loro hanno vissuto in santità, ponendosi nella sequela di Cristo con più costanza ed efficacia di tantissimi docenti di Teologia Biblica contemporanei.
Questo, ovviamente, non significa che la Chiesa non incoraggi la lettura e lo studio delle Scritture. Praticamente in ogni parrocchia organizza corsi di catechesi per adulti incentrati sulla Scrittura e gruppi di lettura della Bibbia e dei Vangeli. Il Cristianesimo, però, non è una forma di gnosi, per i Cristiani non è la conoscenza che conduce alla vita eterna (nemmeno quella delle Scritture), ma l'amore. Ora, l'amore di Dio lo si può incontrare attraverso le Scritture, ma anche attraverso i suoi figli che di questo amore hanno fatto la ragione della propria esistenza (non a caso i cattolici dicono che i santi sono i migliori interpreti della Scrittura). Ergo, leggere la Bibbia, meditarla e “pregarla” è cosa buona e giusta (io stesso lo faccio tutti i giorni), ma nessun figlio della Chiesa è obbligato a farlo. Del resto, un buon cattolico (uno che frequenti regolarmente la santa messa, così come da precetto), la Bibbia la incontra ogni domenica.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)