00 16/04/2008 20:23
wolfstenio, 16/04/2008 20.12:

questo e stato uno dei motivi per cui o deciso di abbandonare i tdg. nel libro dei salmi davide rivolgendosi a dio disse:(i tuoi occhi videro perfino il mio embrione, e nel tuo libro ne erano scritte tutte le perti, riguardo ai giorni quando furono formate e fra di esse non ce n'era ancora nessuna. salmi 139:16)ora come si fa' a lasciare alla coscienza un omicidio è poi non approvare una trasfusione per salvare una vita? io personalmente mi sono santito (offeso)leggendo il libro ragioniamo p.26, come al solito il cd fa 2 pesi 2 misure.

Questa incoerenza venne da me sottolineata anche nella lettera che scrissi alla congregazione e che portò come conseguenza alla mia disassociazione per "apostasia". Cito da www.infotdgeova.it/trasfusioni.php:

«Il sangue umano, nel suo impiego terapeutico, non richiede ovviamente l'uccisione di una persona. Questo è molto importante, perché la proibizione riguardava il cibarsi del sangue di creature che erano state uccise, la cui vita era stata tolta. Questo rammenta la questione dei trapianti, un tempo considerati cannibalismo dai Testimoni e quindi tassativamente proibiti; "si comprese" poi che «i trapianti d'organo sono diversi dal cannibalismo, dal momento che il "donatore" non viene ucciso per essere mangiato» (La Torre di Guardia del 1 settembre 1980, p.31). Non si potrebbe dire la stessa cosa delle trasfusioni di sangue? Mi chiedo perché, in questioni così serie, in cui è coinvolta la vita, non venga lasciato alcuno spazio alla coscienza del singolo; inoltre, incoerentemente, non sempre si manifestano lo stesso rigore e la stessa inflessibilità. Per esempio, la decisione di abortire, in certi casi, è per i TdG una questione di scelta: «Se al momento del parto si deve scegliere fra la vita della madre e quella del bambino, questa è una decisione che spetta agli interessati» (Ragioniamo facendo uso delle Scritture, p.26, § 4. Il corsivo è nel testo). In questa eventualità si avrebbe a che fare con una vita pienamente sviluppata – un bambino che sta per nascere – e la vita della madre. Applicando lo stesso criterio che si usa per il sangue, l'aborto non dovrebbe essere mai consentito, anche se ciò comportasse la morte della partoriente. La situazione è tuttavia ben più grave e drammatica: la scelta, infatti, è fra due esseri viventi. Così, mentre in relazione al sangue bisogna, secondo i TdG, rispettare – a tutti i costi – il simbolo, nel caso dell'aborto è consentito scegliere: perché questa differenza? – Cfr. Prov.20:10».

Ciao
Achille