00 09/07/2006 14:58
Leonardo Boff
“Possiamo fin d’ora anticipare il seguente dato, che appare indiscutibile; non appartiene al kerygma [predicazione] fondamentale del Nuovo Testamento il tema dell’immortalità dell’anima. Il Nuovo Testamento conosce e professa la fede nella risurrezione dei morti. La filosofia greca, e specialmente il platonismo, sotto la cui influenza si trovò la giovane chiesa missionaria nel mondo ellenico, conosce l’immortalità dell’anima, ma non conosce né può immaginare una risurrezione . . . La dottrina dell’immortalità dell’anima dei greci [successivamente] fu completata con quella biblica della risurrezione dei morti . . . Tale combinazione, elaborata dai padri come pure dagli scolastici, si allontanava sia dal pensiero platonico che da quello biblico . . . In contrapposizione a quella di Socrate abbiamo la morte di Gesù. Egli prevede una fine tragica: ‘La mia anima è triste fino alla morte’ (Mt 26,38). . . La morte è nemica dell’uomo . . . Per il semita la morte non è liberazione . . . ma la grande potenza del male, che entrò a causa del peccato (Rom. 5,12), ‘l’ultimo nemico a essere distrutto’ (I Cor. 15,26)”. — Dal volume “La nostra risurrezione nella morte”, di Leonardo Boff (Editrice Cittadella).

Volevo sapere se qualcuno di voi ha questo libro e mi può scannerizzare l'intero capitolo.
Grazie

"Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"(La torre di Guardia 15 luglio 2011 pagine 31)