00 27/10/2005 14:39
“Hai detto bene "uomini" e non "L'Uomo", del resto nessuno di noi è chiamato in senso nominativo "l'Uomo" quindi il paragone non regge.”

E’ la tua argomentazione a non reggere. Infatti “l’uomo” è quello che la scolastica chiama un universale, e come tale è un flatus vocis, resta il fatto che avere la stessa natura implica uguaglianza. Tu stesso hai scritto: “Il quale è della stessa natura del padre ma a lui distinto e sottomesso”. Stessa natura del Padre? E allora da dove sorge questa differenza tra “l’uomo” e “un uomo”, forse che l’universale uomo, cioè quell’idea che raccoglie gli uomini sotto la loro caratteristica generale, non ha natura umana?

“Per secoli si è chiamato YHWH come "Dio" e il termine ha assunto col tempo valenza nominativa e i due termini (YHWH ed Elohim) sono stati usati scambievolmente per identificare l'essere supremo”

No, non sono scambievoli. YHWH è il non-nome rivelato nella teofania dell’Oreb, Elohim indica a seconda della fase storica o un essere generalmente potente(tra cui Dio), o Dio solo in una fase più evoluta. Non hai neppure provato a rispondere all’argomento storico di genealogia delle religione ebraica che avevo proposto; continui a fare confusioni storico-religiose pensando che abbia senso nel primo secolo parlare di “un dio”, quando Isaia 44,6 già secoli prima era stato tassativo sanzionando una svolta nell’evoluzione del culto dalla mololatria al monoteismo. Cristo non è “un dio” bensì in lui “dimora corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,6)

“solo GV 20:28 in tutto il NT chiama il figlio "ho theos"”

Non credo proprio. Da quando il fatto che esistano pareri diversi implica che tutti quei pareri siano ugualmente validi? Io sono qui appunto per questo. Se un’autorità dice qualcosa e un’altra l’esatto opposto se ne deduce che non possano avere ragione contemporaneamente (tertium non datur), spetta allora al pubblico competente di pesare sulla bilancia le argomentazioni di uno e dell’altro per poi decidere.

“Se ne sei capace cerca di rispondere senza offendere...”

E dove ti avrei offeso di grazia?

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)