00 09/05/2005 12:56
Scritto da Achille Lorenzi:

Perfino gli Avventisti, che non credono nell'immortalità dell'anima, non intendono il passo di Romani 6:7 allo stesso modo dei TdG.

Ecco infatti come viene commentato questo versetto in un commentario Avventista (Bible Commentary):
"Colui che è morto è libero dal peccato": il peccatore è considerato come uno'schiavo'. Soltanto col suo 'morire' in Cristo può essere liberato dal suo legame col peccato. Paolo illustra questo concetto con l'ovvia costatazione che quando uno schiavo muore cessa d'essere soggetto al controllo del suo padrone. In tal modo, una volta morto al peccato, il cristiano non è più sotto il suo controllo (cioè del peccato)" [1 Pt 4:1].
Nulla a che vedere dunque con la completa assoluzione dei peccati di tutti gli uomini, cosicché nel Giorno del Giudizio Dio non terrebbe conto delle azioni compiute nell'attuale vita.
Tutta la dottrina geovista secondo cui si dovrebbe essere giudicati in base alle azioni che si compiranno dopo la resurrezione si basa su questo passo di Romani 6:7, passo che, come si è visto, non insegna affatto quello che dicono i TdG.
La loro dottrina sulla resurrezione si rivela quindi un castello senza fondamenta...

Saluti
Achille