Perfino gli Avventisti, che non credono nell'immortalità dell'anima, non intendono il passo di Romani 6:7 allo stesso modo dei TdG.
"Colui che è morto è libero dal peccato": il peccatore è considerato come uno'schiavo'. Soltanto col suo 'morire' in Cristo può essere liberato dal suo legame col peccato. Paolo illustra questo concetto con l'ovvia costatazione che quando uno schiavo muore cessa d'essere soggetto al controllo del suo padrone. In tal modo, una volta morto al peccato, il cristiano non è più sotto il suo controllo (cioè del peccato)" [1 Pt 4:1].