00 04/09/2009 17:03
A mio avviso, per una corretta lettura della tabella riportata da Stark, questa deve necessariamente essere riportata al proprio contesto di origine. Nello studio citato, ma ancor di più nel più recente Cities of God (volume del 2006 ancora non tradotto nella nostra lingua in cui l’importante studioso statunitense riprende ed approfondisce alcuni temi del primo), Stark spiega che, siccome non è possibile avere una stima sia pure approssimativa del numero di cristiani presenti nell’impero almeno fino alla prima metà del III secolo, il numero di cristiani che ritroviamo nell’Impero verso questo periodo è pienamente giustificabile con un tasso di crescita annuo di poco superiore al 3%, in linea con ciò che avviene oggi con alcuni movimenti religiosi alternativi studiati “sul campo” dallo stesso Stark (in particolari con quanto avviene con i mormoni), anche a partire da un numero di cristiani non superiore alle 1000 unità nell'anno 40. Il sociologo ammette senza remore che il numero di 1000 cristiani nell’anno 40 è da lui assunto al puro fine di proporre un modello e che, per quanto ne sappiamo, in quell’anno i cristiani avrebbero potuto essere anche dieci o venti volte più numerosi, il che non farebbe che abbassare il valore della crescita annuale a livelli addirittura inferiori rispetto a quelli di crescita di alcuni dei MRA più attivi ai nostri giorni. Il fatto poi che al tempo di Ignazio di Antiochia la comunità cristiana supportasse più di mille indigenti non contrasta con quanto sostenuto da Stark, il quale, soprattutto in questo suo secondo studio, rileva come il Cristianesimo, nella sua diffusione, produsse come prima cosa delle grandi chiese nelle più importanti città dell’impero, con un andamento decisamente a macchia di leopardo.
Quello che è interessante notare a riguardo degli studi di Stark è che questi suppone che il successo del Cristianesimo non sia stato dovuto tanto all'opera di predicazione, ma ad altri fattori, come, ad esempio, l'opera di continua assistenza ai poveri e i malati (anche e soprattutto non cristiani) che la chiesa primitiva seppe mettere su in un epoca di continue guerre, pestilenze e carestie. Il che fa subito saltare all'occhio l'enorme differenza tra i primi cristiani e gli odierni TdG.
[Modificato da Trianello 04/09/2009 17:09]

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)