00 10/10/2006 09:21
segue dal post 3778 - e TERMINA
"Il fatto che gli uomini e interi popoli siano estranei fra loro e non si capiscano non deve spaventarci. Al contrario: dobbiamo imparare dal Piccolo principe che l’estraneità e la diversità fanno parte di ogni incontro e che proprio attraverso di esse possiamo scoprire il mistero dell’altro.
Ci dovremmo spaventare invece dove si parla con troppa superficialità di «comunità», di «grande famiglia», di «noi». La comunità e l’armonia devono prima nascere, e questa è una «prestazione» in cui tutti i partecipanti devono perdere, per meglio ritrovarsi. Chi può dire all’altro. «Io non ti capisco», lo rispetta, e prende sul serio lui e il suo mondo. E dà anche la sensazione di voler imparare a conoscerlo, proprio come lui stesso si conosce. Solo su questa base, che non è una base comune, ma crea un pezzo di mondo nuovo, la comprensione può crescere.
Da tempo immemorabile l’«Io non ti capisco» è anche un’importante preghiera della teologia. Dio – il totalmente altro – di cui io non capisco le vie. Dio – che per me rimane oscuro e incomprensibile (e ciononostante continua ad agire!). Si dovrebbero guardare con sospetto tutti i gruppi religiosi che danno l’impressione di sapere perfettamente chi sia Dio come se l’avessero «in tasca». Dio si sottrae alla nostra presa. Proprio per questo è per noi così misterioso e attraente. Il mistero, che egli ci nasconde, ci mette in moto. Chi comprende Dio, non ha bisogno di muoversi. Se ne sta seduto sul proprio pianeta e tralascia di avventurarsi in viaggio tra i mondi."* (pag. 52) - FINE
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* Viene da continuare il periodo aggiungendo: così accade che chi resta seduto e relegato nel suo piccolo mondo non incontra infine neanche Dio nell’unico luogo ove egli si rivela di preferenza: le persone, fatte a Sua immagine.
Invero è solo confrontando la propria cassa acustica con altre che si può valutare la sua vera qualità. Il che è sempre un bene, anche se dovesse deluderci il constatare che non era la migliore fra tutte.

[Modificato da berescitte 10/10/2006 9.23]

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est modus in rebus