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COME SOPRAVVIVERE QUANDO SI LASCIA IL GEOVISMO (6)
E' facile, quando si lascia l'Organizzazione, ritrovarsi a parlare esclusivamente del geovismo e dei Testimoni, delle loro deficienze, dei loro problemi, ecc. ma, se questo comportamento iniziale si trasforma in una lamentosa abitudine, esso può solo ritardare la guarigione. E’ bene ricordare che, anche se all'inizio è dura, la maggior parte degli ex Testimoni guarisce dalla geovistite. E la maggior parte di loro non torna indietro, e neppure lo desidera.
Occorre fare anche molta attenzione a dominare i propri pensieri. Quando pensieri negativi sulla vita, sulla morte e specialmente sui Testimoni (il risentimento verso di loro, la soffe¬renza a causa del movimento ecc.) hanno via libera, essi possono condurre a disturbi anche seri. Questo processo può essere tamponato dandosi ad attività fisiche, andando a fare qualche viaggio di piacere, frequentando qualcun altro o facendo cose nuove. Pensare al geovismo e discutere i problemi che si sono avuti con esso può essere di aiuto fino a un certo punto, ma limitarsi a lamentarsene in continuazione può causare difficoltà. Inizialmente, si può provare risentimento verso il geovismo e i Testimoni. Ma, a lungo andare, questo risentimento si volge contro la persona che si arrabbia. I Testimoni spesso non sono coinvolti nello sfogo e, nella loro mente almeno, l’espressione astiosa di alcuni ex serve solo a giustificare favorevolmente la disasso¬ciazione eventualmente comminata loro. I Testimoni tendono a pensare che l’ex sia indemoniato, anche se il risentimento, espresso apertamente o interiormente come depressione, è perfettamente normale ed è inizialmente presente in buona parte delle persone che erano aggrappate all’ideologia dei Testimoni e poi l’hanno lasciata. Perdere quanto ha importanza e significato nella propria vita è traumatico. La perdita della propria religione, spesso punto centrale del devoto e specialmente per coloro che sono coinvolti in una religione così totalizzante come quella dei Testimoni, è evidentemente traumatica.

geovologo

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Cordialmente
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Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.