00 18/09/2009 12:34
Le mie considerazioni in relazione ai vari commenti che ho letto qui.
Innanzi tutto ritengo ragionevole che ci sia qualcosa che vada molto oltre la nostra comprensione. Specificare come questo qualcosa è fatto è molto meno ragionevole. Tuttavia non trovo per forza fuori luogo, disdicevole, nocivo, offensivo per la ragione immaginarcelo in un certo modo. Anche il colore blu esiste solo nella nostra immaginazione, è frutto di come siamo fatti, di come sono fatti i nostri occhi eppure noi gli diamo istintivamente un valore oggettivo. Se uno ne avverte l'esigenza, come fa a sostanziare questo qualcosa che non conosce? Io ho scelto quel qualcosa che mi sembrava vero come il blu quando ero bambino. Naturalmente tutte le scelte e tutte le cose possono avere delle controindicazioni e possono portare in sé contraddizioni irrisolte. L'amicizia per esempio è una bella cosa, nonostante vi siano numerosi esempi che possono dimostrare il contrario. E si può dire la stessa cosa per la vita stessa che istintivamente e a volte piacevolmente scegliamo di vivere, nonostante essa presenti aspetti incomprensibili e molto dolorosi. Non conosco peraltro i contorni precisi della mia religione, pur seguendo a volte con interesse (critico) chi si occupa di questa questione. La mia decisione di credere è parte del mio modo di vivere e non viceversa anche se entrambe le cose sono influenzate dall'ambiente e dalla tradizione culturale millenaria in cui sono nato. Insomma, trovo ragionevole credere ma non trovo ragionevole fondare la propria fede e in generale la propria vita sulla personale vivisezione di versetti biblici.

[SM=g1543902]