00 15/09/2009 13:18
Re:
Polymetis, 15/09/2009 11.29:

Nell'antichità è una pratica finzionale comune ambientare gli eventi che si descrivono in un passato remoto e spacciarli per una cronaca in tempo reale. Non c'entra nulla con la menzogna o la volontà di mentire, è solo un genere letterario.



Il profetismo ebraico fu un fenomeno unico, le espressioni dei profeti (profeta= chi parla da parte del Signore) spesso sono "Così dice YHWH". Nessuna "finzione".

Quanto al "genere letterario" vi sono delle distinzioni da fare tra i vari libri: poetici, storici, sapienziali, normativi, profetici ..., ma è del tutto assente la "finzione letteraria", a meno che non la si confondi con qualcos'altro, le raffigurazioni, per esempio, i simbolismi figurati.

Per "spacciare come cronaca reale" degli avvenimenti attribuiti al tempo descritto e/o riportato, ma in effetti redatti secoli dopo, bisogna essere innanzitutto menzogneri e in seguito essere molto precisi nelle descrizioni così artefatte.

Tornando al libro di Daniele, per esempio, bisogna ipotizzare che, sia la datazione che il preciso resoconto dei vari capitoli, contenente delle descrizioni così particolareggiate

(a volte davvero singolari, come il fatto che Daniele diventò il "terzo", per importanza, nella parte terminale della gerarchia neobabilonese, dopo Nabonedo e suo figlio Baldassar - cosa che ha fatto dubitare per molto tempo certi studiosi sull'autenticità del Libro, ma oggi si sa perché "terzo" e non "secondo" Dan.5)

siano state fortunosamente inventate é come azzeccare al primo colpo un 6 al 'superenalotto'!

Agabo.
[Modificato da Agabo 15/09/2009 13:48]
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