00 14/09/2009 18:40
domingo7 ha scritto:

Di Daniele e della genuina natura delle sue profezie aveva gran stima uno storico serio dell'antichità:


Libro X:275 Da costoro verrà un re che farà guerra alla nazione dei Giudei e alle loro leggi, li priverà della forma di governo basato su queste leggi, spoglierà il tempio e per tre anni impedirà l'offerta dei sacrifici.

Libro X:276 La nostra nazione ebbe a sperimentare questi sfortunati eventi sotto Antioco Epifane, proprio come vide Daniele, molti anni prima che avvenissero.

In merito a questi "molti" anni a me sorgono parecchi dubbi, in quanto la descrizione delle vicende delle dinastie Seleucida e Lagica è così precisa e minuziosa che sembra proprio un resoconto storico più che una profezia. Giuseppe Flavio, come tutti i suoi contemporanei, riconosce comunque che Daniele, specialmente nel cap. 11 del suo libro, parla di Antioco IV e della sua profanazione del tempio.

Nel mio studio su Daniele, ho così commentato questo passo delle Antichità Giudaiche:

«Queste parole di Giuseppe Flavio riflettono un’opinione comune fra i Giudei del I secolo d.C. sul libro di Daniele. Ci si può quindi chiedere come mai nei libri dei Maccabei, scritti pochi anni dopo gli eventi di Antioco Epifane, non si faccia alcun accenno al fatto che quello che accadeva alla nazione giudaica era stato già predetto secoli prima» ( www.infotdgeova.it/daniele2.php ).

Già, come mai questo assoluto silenzio su una profezia così straordinaria, se tale profezia fosse stata conosciuta dai Giudei secoli prima di Antioco IV?
Nei libri dei Maccabei si parla in maniera dettagliata della prima persecuzione religiosa della storia del popolo ebraico e si tace sul fatto che tale persecuzione era stata minuziosamente predetta nella Scrittura?
E' un silenzio assolutamente inspiegabile se questa profezia fosse esistita da secoli.
Come ho osservato nel sito:

«Vi sono, come abbiamo visto, prove schiaccianti che il capitolo 11 di Daniele si riferisce ad Antioco IV. Ma fu questa una profezia scritta secoli prima, o è storia narrata da un contemporaneo e presentata sotto forma di profezia, come crede la maggioranza degli studiosi moderni? Supponiamo che si tratti di profezia. In questo caso dovremmo concludere che nel VI sec. a. C. il profeta Daniele ricevette un messaggio angelico che prevedeva la successione dei re delle dinastie Seleucide e Lagica, culminata con la persecuzione di Antioco Epifane.[75] Questo fa sorgere alcuni fondamentali interrogativi: perché nei libri dei Maccabei non si fa alcun accenno al fatto che quello che stava accadendo era stato già predetto da Dio secoli prima? Perché, per esempio, quando in 1 Maccabei (1:54) si legge che “il re innalzò sull’altare l’abominio della desolazione” non si sottolinea enfaticamente che questo fatto era stato predetto dal profeta Daniele? Perché nei discorsi esortativi e nelle riflessioni dei fedeli giudei, riportate nei libri dei Maccabei, non viene mai richiamata l’attenzione su questa profezia, che tra l’altro, prediceva una rapida fine dell’oppressore, il ristabilimento del tempio ed il ripristino dei sacrifici quotidiani?[76] Se i Giudei erano a conoscenza da secoli di questa profezia, perché non venne mai ricordata per incoraggiare e rafforzare la nazione perseguitata da Antioco? Questo silenzio è del tutto incomprensibile. L’unica spiegazione che lo giustifichi è che tale “profezia” non venne scritta secoli prima, ma fu l’opera di un ebreo vissuto nel II sec. a.C., contemporaneo di fatti che egli espose come profezia.

Note:

[75] Come indica la citazione di Giuseppe Flavio riportata sopra, i giudei applicavano ad Antioco gli avvenimenti descritti in Daniele.

[76] Cfr. 1 Maccabei 4:8-11, discorso esortativo di Giuda Maccabeo. 2 Macc.6:12-17, riflessione sulla sventura».

Allo stesso modo Daniele scrisse anche a proposito dell'impero dei Romani, che Gerusalemme sarebbe stata presa da loro e il tempio distrutto.

Su questo sono d'accordo. La profanazione del tempio da parte di Antioco fu solo, al massimo, un esempio premonitore o in piccola scala della totale distruzione successiva operata dai Romani.
Fra l'altro in Dan. 11 si dice che Antioco avrebbe profanato il tempio, non che lo avrebbe distrutto:

«31 Per suo ordine, delle truppe si presenteranno e profaneranno il santuario, la fortezza, sopprimeranno il sacrificio quotidiano e vi collocheranno l'abominazione della desolazione».

Si parla di distruzione in Dan. 9:

«Il popolo di un principe che verrà
distruggerà la città e il santuario;
la sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine,
guerra e desolazioni decretate.
27 Egli stringerà una forte alleanza con molti
per una settimana e, nello spazio di metà settimana,
farà cessare il sacrificio e l'offerta;
sull'ala del tempio porrà l'abominio della
desolazione
e ciò sarà sino alla fine,
fino al termine segnato sul devastatore».

Si possono vedere anche qui delle allusioni ad Antioco, come si legge in una nota della Bibbia CEI:

«9, 27 L’ultima settimana riguarda le vicende dell’epoca dei Maccabei; metà settimana rimanda ancora al periodo di tre anni e mezzo, ricordato in cfr. Dn 7, 25: è la durata della profanazione del santuario, prima della sua purificazione da parte di Giuda Maccabeo (cfr. 1Mac 1, 41-64;cfr. 1Mac 4, 36-61).».

Però secondo me la distruzione del tempio e della città da parte dei romani fu una realizzazione più completa di queste parole.

Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 14/09/2009 18:50]