00 08/09/2009 12:48
Re:
antonio761, 07.09.2009 16:23:

Io ho anche litigato con un usciere. Ero allo stadio a Bologna,verso le 15 del venerdi un caldo bestiale,con mia moglie e mia figlia abbiamo deciso di scendere nel seminterrato,mi ero trovato un posticino seduto per terra,è arrivato l'usciere e con quel ghigno da idiota di chi si sente investito di autorità celeste mi ha detto che li non dovevo stare e che se non ubbidivo alle disposizioni,andavo contro quelli che erano i provvedimenti di Geova presi per la buona riuscita dell'assemblea.
Be l'ho congedato dicendogli che avrei corso il rischio e che prima di tutto veniva la salute della mia famiglia, e da lì non mi sono schiodato. [SM=x570926]




Alcuni uscieri si credono di avere l‘autorità divina senza un margine di riflessione personale.

In quattro decenni né ho viste di tutti i colori.

Ma una in particolare mi è rimasta indelebile. Per poco non ci scappava il ferito se non addirittura il morto.

Nel 1998 mi trovavo all’assemblea di distretto di Torino. Viaggiavo con un fratello (non che amico). Ogni fine sessione lo seguivo con la mia auto senza perderlo di vista. Altrimenti ritrovarci con quel caos sarebbe stata un’impresa. Come ogni fine sessione gli uscieri facevano defluire il traffico dai parcheggi efficacemente. Credo che le disposizioni fossero, di far passare dieci macchine per volta. Per chi viaggia per conto proprio, il sistema era buono. Ma per chi (come me) viaggiava in coppia, se si trovava a essere l’undicesimo della fila, allora doveva aspettare di nuovo il suo turno. Nel frattempo almeno 4 decine di auto avevano la precedenza. Io non potevo staccarmi dall’auto che mi recedeva allora mi sono preso la precedenza senza pensarci due volte.
Dovevo aspettare di nuovo il mio turno per imboccare l’uscita con km di coda?

A questo punto interviene un usciere con la materia grigia. Subito le spiego il motivo della mia azione. E immediatamente mi fa passare.

Mentre un altro usciere . . . senza materia grigia (forse il capo di quella squadra) vede la scena senza capire cosa ci siamo detti. Si precipita davanti la mia auto in movimento tagliandomi la strada. Per pochi centini non lo investito. Facendo una brusca frenata. Le faccio il gesto con la mano di togliersi. Ma arrogantemente mi dice di aspettare.

A questo punto non corrispondevo più del mio linguaggio pacato diplomatico e rispettoso.

Apro lo sportello dell’auto, appoggio un solo piede a terra. Esco la testa . . . e con uno sguardo fulmineo, e un tono poco gentile le ordino di togliersi di mezzo. Melo male che ha capito subito l’antifona.

La mia paura era che per poco non l’ammazzavo con l’auto, grazie al suo gesto. E poi fa pure l’arrogante provocandomi.

Per tutta la serata, mi passava davanti quella scena procurandomi tensione non piacevole.
Grazie ad un usciere che si era dimenticato di portare con se la materia grigia.

Brian