00 23/08/2009 11:26

Scusa se ti ripeto la domanda, ma la tua risposta non mi sembra chiarissima, volendo puoi rispondere con un semplice si o no, abbi pazienza della mia ignoranza. Il fatto di cui stiamo parlando, riportato nel vangelo di Giovanni, visto che si usa la parola discepoli al plurale, può significare che in quel contesto storico si conoscesse il concetto di reincarnazione?
Tu dici che è altamente improbabile, ma nel vangelo è riportato questo bisogno dei discepoli di chiedere su questo argomento, e quindi richiedo siamo di fronte ad una aggiunta postuma?



Come ho spiegato un paio di post fa, è assai probabile che la domanda riportata da Giovanni non faccia che riflettere una formula abituale. A sostegno di questa interpretazione ho fatto notare come la struttura dell'interrogazione porti ad escludere che i discepoli avessero in testa il concetto di reincarnazione quando formularono la domanda, in quanto in tal caso non si spiegherebbe l'accenno ai peccati dei genitori. Anche qualora la domanda fosse stata inserita da Giovanni in questi termini al fine di tagliare le gambe, implicitamente, ad eventuali suggestioni gnostiche che allora si stavano diffondendo nella sua comunità, ciò non avrebbe alcuna conseguenza sul senso della risposta di Gesù, la quale non lascia molto spazio alla dottrina reincarnazionista.


Quindi intendi dire che non si devono i vangeli considerare di provenienza divina ma che devono essere letti e trattati come un qualsiasi documento storico dell'epoca?



Intenderei dire ciò se avessi un concetto di “ispirazione” divina del tipo di quello che hanno i TdG, ma io non sono un TdG. Io sono un cattolico e non ho nessun problema ad ammettere che la Bibbia sia opera di uomini e che, pertanto, risente del contesto umano in cui i vari testi che la compongono sono sorti. Poi, qui stiamo parlando della ricerca sul Gesù storico. Per lo storico che un testo sia considerato da una comunità di credenti come divinamente ispirato non fa nessuna differenza. Per lo storico ogni documento va interpretato criticamente rapportandolo al proprio contesto.


Che colpa ho io di essere figlio dei miei tempi, ho letto romanzi con personaggi reali e fantasiosi fatti molto meglio della storia del Cristo, è un mio limite questo?



La colpa non sta nell'essere figlio dei propri tempi, ma nel pretendere di dedicarsi ad un tipo di studio senza avere gli strumenti concettuali adatti per poterlo portare a termine con profitto. Noi tutti siamo figli del nostro tempo e ci portiamo dietro i nostri pregiudizi. Questo non è un male in sé, anzi... Sono proprio i nostri “pregiudizi” a far sì che noi ci poniamo delle domande che, magari, gli autori dei testi che andiamo interrogando non si ponevano. Solo che non potremmo mai dare un senso alla nostra lettura di questi testi se non teniamo in considerazione questa cosa, non possiamo pretendere che questi testi rispondano alle nostre domande se non siamo in grado di formulare in modo sensato rispetto ai testi medesimi.


Se i molti scrittori che ci hanno messo le mani e la testa, non sono riusciti a togliere tutti i dubbi, è colpa mia?



Per carità! Tu sei libero di pensare quello che vuoi e di avere le tue idee. Questo però non toglie che la ricerca scientifica sul Gesù storico abbia raggiunto determinati risultati che un persona intelligente e intellettualmente onesta non può non prendere in considerazione.


Sono un povero ignorante ma se mi raccontano un evento miracoloso, prima di inginocchiarmi e ringraziare Dio preferisco valutare altre possibilità, andrò all'inferno pazienza.



Non andrai all'inferno per questo, non ti preoccupare.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)