00 18/08/2009 12:15
“Non vuole uccidere perchè è un assassino.
Vuole obbedire a quello che ritiene un suo dovere, così come gli è stato insegnato. Se gli avessero insegnato a combattere e vincere la guerra santa a suon di tarantella, sarebbe stato uguale. Avrebbe suonato la tarantella. Lo ritiene un suo dovere. Questo è il primo effetto. L'obbedienza”

Nel caso del kamikaze l’effetto, cioè l’uccisione di quella gente, è uguale al dovere, cioè costoro vanno uccisi perché sono infedeli. Mentre nel TdG l’effetto, cioè la propria morte, non è uguale al dovere, cioè rifiutare il sangue. L’azione ricercata dal kamikaze è la morte di sé e di altri, perché è quella morte stessa a glorificare e fare la volontà di Dio, mentre nel TdG non è la morte del TdG la volontà di Dio, bensì il rifiuto della trasfusione, la morte del TdG è la conseguenza spiacevole di questa astensione.

“Non vuole, *deve*, che è diverso. Chi ti ha detto che compie il suo gesto con leggerezza?”

Ma chi ha detto che la compie con leggerezza? Sto solo dicendo che in base alla dottrina islamica non è che morire sia l’effetto non voluto ma comunque necessario al fine, bensì è anch’esso un effetto voluto, in quanto si ritiene che uccidendo se stessi si mostrerà di amare Dio disprezzando la propria vita, darà l’esempio agli altri di dedizione alla guerra santa.
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)