00 17/08/2009 16:05
Mi sembra che questa discussione stia diventando molto interessante. È chiaro che il tema è molto delicato, ma non per questo non si presta ad una profonda argomentazione.

Finora si è detto in questa discussione che il suicidio non può essere simile al rifiuto di trasfusione di sangue, anche se le conseguenze sono del tutto simili.
Come per il suicidio, per le persone che rimangono, si hanno gli stessi problemi emotivi e perchè no, anche conseguenze materiali.
Inoltre, non dimetichiamo che esiste anche il suicidio istigato:

L'istigazione o aiuto al suicidio è un reato previsto dal nostro Codice Penale tramite l'articolo 580, che recita:
« Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima. Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1) e 2) dell'articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta è minore degli anni quattordici o comunque è priva della capacità di intendere e di volere, si applicano le disposizioni relative all'omicidio »
WIKIPEDIA

Adesso una riflessione: Se un tdg in fin di vita dove l`unica salvezza
sarebbe quella di farsi trasfondere, è istigato da parenti tdg, anziani tdg, amici tdg, non è questa una grande istigazione al Suicidio/non trasfusione?
Perchè dico questo? Anche se forse nel suo animo quel tdg non vorrebbe essere trasfuso, in quell`ambiente di soli tdg viene condizionato nella sua scelta.

Sal