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Citazione: "Giacomo Leopardi fa una distinzione su quelli che potevano essere i motivi di suicidio per le genti del passato e quelli della sua epoca. Dice che gli antichi si uccidevano “per eroismo per illusioni per passioni violente”; mentre i suoi contemporanei lo fanno perché sono “stanchi e disperati di questa esistenza”. Sostiene che il suicidio non può essere considerato un atteggiamento folle, ma al contrario la conseguenza di un logico ragionamento di una fredda analisi razionale. Nonostante il suo pessimismo cosmico definisce il suicidio "la cosa più mostruosa in natura”." WIKIPEDIA

Ecco una Torrediguardia come definiva il suicidio:

Chi si toglie intenzionalmente la vita rivela assoluto disprezzo per la santità della vita e si rende colpevole di spargimento di sangue. Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita. Chi asserisse d’essere vero cristiano con questo atto infrangerebbe violentemente la sua relazione con Geova. In alcuni casi il suicida cede all’influenza di demoni che lo spingono a uccidersi. (Matt. 17:14-18) Con questo atto estremamente egocentrico di omicidio la persona rivela di non avere amore né per i familiari superstiti, né per la congregazione e gli amici e neanche per gli altri abitanti della comunità, poiché reca vergogna e angoscia mentale a tutti coloro che la frequentavano. — Mar. 12:31. TG 01.01.1986 pag.30


Trovate alcune similitudini col rifiuto del sangue?

Sal
[Modificato da Sal80. 14/08/2009 20:49]