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Fonte: carta.ilgazzettino.it/MostraOggetto.php?TokenOggetto=772880&Data=20090902&Cod...

Mercoledì 2 Settembre 2009,
Bassano
Sul caso di Diana Cinel riceviamo da Mauro Munaretto, responsabile dell’Ufficio stampa dei Testimoni di Geova di Vicenza, la seguente nota.

Spett.le Redazione
Ci riferiamo agli articoli de ’Il Gazzettino’ del 14 e 15 agosto 2009 sulla scomparsa temporanea di Diana Cinel, diciottenne di Bassano del Grappa. A differenza di quanto affermato negli articoli suindicati, durante la sua scomparsa Diana non è stata mai ospitata da Testimoni di Geova, nè la nostra confessione ha in alcun modo frapposto ostacoli tra la giovane e la sua famiglia. Inoltre ribadiamo che i testimoni di Geova non hanno esercitato su di lei alcuna sottile forma di plagio, a differenza di quanto affermato, in quanto questo non corrisponde assolutamente al nostro modo di agire. Chiariamo inoltre che, contrariamente a quanto riportato negli articoli, i Testimoni di Geova non sono una setta, ma una confessione religiosa, riconosciuta dallo Stato Italiano con Dpr n. 783 del 31 ottobre 1986. A questo proposito ricordiamo che il Consiglio di Stato, nell’esprimere il proprio parere favorevole al riconoscimento giuridico, ha riconosciuto che la confessione dei Testimoni di Geova ’opera in Italia da molti anni senza aver dato luogo a rilievi di sorta’. Questa affermazione che conferma la correttezza dell’attività dei Testimoni di Geova, è stata suffragata da un’indagine condotta da oltre 90 Prefetture.
Ci rallegriamo del felice esito della vicenda, ribadendo la completa estraneità della nostra confessione religiosa alla scomparsa della giovane Diana.
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(B.C.) Prendiamo atto che Diana Cinel durante il periodo del suo allontanamento non è stata ospitata da circoli dei Testimoni di Geova. Teniamo a precisare, tuttavia, che l’informazione ci era stata data da fonti altamente attendibili, quali la mamma della ragazza e l’associazione che stava appoggiando la famiglia nelle ricerche. In nessun articolo si accenna a presunti ’ostacoli’ frapposti dai Testimoni di Geova tra la giovane e la famiglia. Quanto all’espressione ’sottile forma di plagio’ essa era inserita in un commento generale e chiaramente non aveva alcuna attinenza al caso specifico.